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Dazi, Trump: «Oggi lettera alla Ue». Orsini: «Se oltre il 10% servono compensazioni»


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Orsini: «Se dazi oltre il 10% servono compensazioni»

“Sui dazi dobbiamo fare un ragionamento: oggi non c’è solo il tema del 10%, ma c’è un tema anche di cambio, perché quando la media del cambio dell’ultima settimana è il 13%, se lo unisco al 10%, fa un 23%. Avremo dei prodotti che sono delle eccellenze e ce la faranno ma altri che non ce la faranno e quindi dobbiamo fare, in modo oggettivo per filiere e per settori, una valutazione seria. E serviranno compensazioni se vogliamo essere competitivi e rimanere nel mercato”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo alla conferenza nazionale del Pd sulle politiche industriali. “Questa per non è una grande preoccupazione”, ha sottolineato.

Borsa, Wall Street apre in calo con incertezze su dazi: Nasdaq -0,27%

Apertura in calo per la Borsa di Wall Street. L’indice Nasdaq ha avviato le contrattazioni in flessione dello 0,27%, l’S&P dello 0,48% e il DJ dello 0,38%. Sui listini pesano nuovamente le incertezze dui dazi dopo l’annuncio di Trump di tariffe aggiuntive al 35% per il Canada e in attesa di vedere come si scioglierà il nodo dazi con l’Unione europea, con la quale è atteso un accordo di principio nelle prossime ore.

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Dazi Usa, l’Europa deve decidere se prorogare sospensione contromisure

L’Unione europea dovrà decidere entro lunedì 14 luglio, se prorogare la sospensione di 90 giorni, che aveva deciso il 14 aprile scorso, delle contromisure di ritorsione contro l’aumento dei dazi Usa dal 10% al 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio dall’Ue, imposto dal presidente Donald Trump il 10 febbraio scorso. La proroga della sospensione è piuttosto probabile, in vista del possibile annuncio da parte Usa, nelle prossime ore o nel weekend, dell’accettazione di un “Accordo di principio” con l’Ue sui dazi, che darebbe il via a successivi negoziati più in dettaglio per i diversi settori nel commercio transatlantico.

“Abbiamo ancora tre giorni fino alla scadenza, e molto può succedere nel frattempo. Ci siamo abituati a eventi che accadono molto rapidamente, o no, in questo campo”, quello dei negoziati commerciali con gli Usa. Insomma, vedremo dove saremo nei prossimi giorni”, ha osservato la portavoce capo della Commissione, Paula Pinho, rispondendo ai giornalisti, oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario. Se necessario, ha spiegato il portavoce per il Commercio della Commissione, Olof Gill, “adotteremo con procedura d’urgenza la decisione di sospendere le contromisure”. Intanto, ha riferito Gill, “restiamo pienamente impegnati a concludere un accordo con gli Stati Uniti. Vedremo che cosa succede quando i nostri amici americani si sveglieranno oggi”, vista la differenza nel fuso rispetto all’Europa.

“La sospensione delle contromisure – ha ribadito il portavoce – è previsto che scada lunedì: praticamente, se interviene una decisione politica di prorogare la sospensione, allora la prorogheremo. Non è complicato. Ma la decisione non è stata ancora presa. Se lo si decide, si può fare in un batter d’occhio. Non ci focalizziamo troppo su questo. La nostra priorità – ha insistito – è arrivare a un accordo di principio con gli Stati Uniti; e lo aspettiamo, aspettiamo gli americani per vedere se siamo sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda”.

Intanto, Gill ha riferito che nessuna chiamata telefonica o incontro è stato previsto finora per le prossime ore o il weekend, tra il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, e i suoi omologhi americani. E lo stesso vale, ha aggiunto Paula Pinho, per la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Alla domanda di un giornalista, che chiedeva se l’Ue sia comunque comunque pronta e abbia un “piano B”, in caso di mancato accordo, ad adottare le contromisure commerciali contro gli Usa, Gill ha risposto: “E’ una domanda ipotetica. Noi ci prepariamo per tutti gli scenari dall’inizio di quest’anno, e anche da prima. Siamo in stretto contatto con gli Stati membri e con la nostra industria per assicurare che il piano che adotteremo, A, B, o C , sia quello giusto per l’Ue”.



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