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Lavoro, l’allarme della Uil: “Serve rilancio con contratti gusti e dignitosi”



LECCO/COMO – Rilanciare il territorio lariano e farlo attraverso basi che – il sindacato sottolinea –  sono lavoro dignitoso, salario giusto, formazione vera, stabilità e sicurezza. Aspetti che, vengono evidenziati analizzando i dati della 24^ Giornata dell’Economia in cui emerge un quadro chiaro dove il rischio che sistema crolli non è un’ipotesi, ma una possibilità concreta.

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Ogni giorno oltre 114 mila lavoratori (compresi 30 mila frontalieri) lasciano Como e Lecco per lavorare altrove. Solo 77.600 entrano. Il saldo è, dunque negativo di oltre 36 mila unità.

E tutto non perché il lavoro manca, visto che nel 2024, il 55% delle imprese lariane ha dichiarato di non riuscire a trovare il personale (nel 2022 era il 45%), ma solo per poter sopravvivere.

“Il lavoro è sempre più precario, sottopagato e piegato alla volontà dei datori di lavoro – evidenzia il coordinatore UIL Lario Dario Esposito – che poi non trovano personale. Se solo si osserva il dato del part-time ci si rende conto quanto quello involontario e dettato da esigenze che le istituzioni non riescono a garantire (vedi maternità ad esempio) lo sconcerto è sempre più elevato. Tra il 2022 e il 2025 il part-time involontario è cresciuto costantemente e, al di là dei freddi dati statistici, ha un impatto significativo sulle vite di lavoratrici e lavoratori, soprattutto nelle fasce più vulnerabili come donne e giovani, che, a livello italiano, nel 2024 hanno superato i 3 milioni. Serve rilanciare i salari con contratti dignitosi con un welfare aggiuntivo che sostenga anche le spese dell’abitare che hanno, ormai, un’incidenza enorme sul costo della vita di lavoratori e famiglie”.

Quanto evidenziato dal numero uno della UIL Lario da la misura di una profonda crisi del territorio: Como è terzultima in Lombardia per retribuzione media annua lorda, inchiodata a 24.245 euro. Ma è quarta in Italia per incidenza dell’affitto sul reddito familiare: un paradosso feroce. Quasi la metà dello stipendio se ne va solo per avere un tetto sopra la testa. La UIL Lombardia dopo aver scritto a tutti i sindaci delle provincia lombarde, da tempo evidenzia la necessità di rafforzare i salari attraverso la contrattazione di secondo livello e ha scritto al presidente della Regione Attilio Fontana per chiedere una contrattazione di secondo livello che avvenga su accordi regionali. Un appello che pare essere stato colto dal gruppo consigliare di FdI che ha presentato una mozione per una proposta di legge un questo senso.

“Il sistema produttivo lariano – continua Esposito – è fatto di piccole imprese, troppo piccole per immaginare una contrattazione aziendale. Ma non troppo piccole per garantire dignità. Bisogna rilanciare la contrattazione territoriale e di filiera, lì dove il contratto può tornare a essere uno strumento vivo. Il futuro si gioca oggi. E passa da una domanda concreta: i nostri concittadini possono vivere qui senza dover lasciare il 50% dello stipendio per l’affitto? Se la risposta è no, siamo già in emergenza. Più contrattazione territoriale, maggiore attenzione e dignità a coloro che hanno un part-time involontario. Troppo spesso si chiede flessibilità a lavoratori che non percepiscono neanche 1000 euro al mese. O si punta ad una qualità del lavoro o i costi sociali cadranno su tutto il sistema produttivo. Non si può puntare solo sul profitto d’impresa. Se pensiamo ad esempio all’artigianato si utilizzino la bilateralità, la crescita professionale, e le certezze lavorative date da salari dignitosi”.

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