Il piano russo è fallito, abbiamo assunto impegni per oltre 10 miliardi di euro. Mi piace pensare che questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell’Ucraina”. Queste le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni
di Aniello Fasano
Si è chiusa a Roma la Conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina, un evento cruciale che ha unito governi, imprese e organizzazioni nella comune convinzione che il futuro dell’Europa passi anche da Kyiv. La quarta conferenza «è stata la più grande e produttiva mai organizzata», ha dichiarato Oleksii Sobolev, vicepremier ucraino, al termine dei lavori. Oltre 200 accordi firmati, più di 10 miliardi di euro mobilitati, 6.000 delegati da 70 Paesi. Ma soprattutto, un chiaro segnale politico: l’Ucraina non è sola.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il lancio del Fondo europeo per l’Ucraina, definendolo «il più grande fondo di partecipazione azionaria a livello mondiale a sostegno della ricostruzione». Un’iniziativa che mira a rilanciare settori chiave come energia, sanità, trasporti e tecnologie critiche. L’Italia, tra i promotori, ha anche assunto il patrocinio della città di Odessa, impegnandosi nel restauro dei suoi beni culturali, dalla cattedrale della Trasfigurazione al museo delle belle arti.
«Il piano russo è fallito. Mi piace pensare che questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell’Ucraina», ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, evidenziando l’importanza di investire oggi per un’Ucraina ricostruita, libera e prospera.
Il presidente Zelensky ha chiesto un rafforzamento della produzione di droni e sistemi antimissile. Berlino ha già risposto annunciando la fornitura di Patriot (comprati dagli Stati Uniti), mentre l’Italia avvia nuovi progetti industriali nel settore della difesa. Gli Stati Uniti presenteranno un nuovo pacchetto di aiuti la prossima settimana.
La cooperazione si estende anche al fronte tecnologico con il lancio di BraveTech EU, piattaforma congiunta tra Bruxelles e Kyiv per integrare l’innovazione militare ucraina nei programmi europei. L’iniziativa, dotata di 100 milioni di euro, vuole promuovere la resilienza digitale ucraina e favorire lo sviluppo di tecnologie difensive.
Il governo ucraino ha posto al centro dell’agenda il sostegno ai veterani e agli sfollati. Le autorità stanno implementando un sistema trasparente di assegnazione degli alloggi, dando priorità a famiglie di caduti, disabili e prigionieri di guerra.
Intanto, mentre a Roma si pianifica la ricostruzione, Mosca continua ad attaccare. «La Russia non si sta preparando per la pace», ha detto Volodymyr Zelensky, dopo l’ennesimo bombardamento su Kyiv. La risposta della comunità internazionale è arrivata compatta. L’Unione Europea, insieme agli “Stati volenterosi”, ha ribadito il proprio sostegno incondizionato.
«La conferenza di Roma ha mostrato un livello di coordinamento, sostegno e fiducia senza precedenti. È la conferma che il nostro futuro è europeo. E che l’Europa è pronta ad accoglierci», ha concluso Sobolev. La prossima conferenza sarà in Polonia nel 2026.
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