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«Le nostre imprese sono a rischio»


FRIULI VENEZIA GIULIA – «Prevalga la linea del dialogo anziché quella delle dure contromisure europee». È la prima reazione del presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, alla lettera giunta dalla Casa Bianca che annuncia dazi del 30% sui prodotti europei dal 1° agosto. «È necessario scongiurare un’escalation protezionistica che – prosegue Tilatti – penalizzerebbe in particolare i territori particolarmente esposti e tra questi anche il Friuli Venezia Giulia che l’anno scorso ha raggiunto un volume d’affari di oltre 2,7 miliardi con gli States». Allo stesso tempo, però, «chiediamo al Governo misure concrete per sostenere la competitività internazionale delle nostre imprese – afferma il segretario generale di Confartigianato Fvg, Enrico Eva: strumenti per la diversificazione dei mercati, incentivi all’innovazione e investimenti infrastrutturali ed energetici che rafforzino la resilienza del nostro sistema produttivo. I nostri imprenditori artigiani e le nostre Mpi hanno dimostrato di saper affrontare le sfide globali con qualità, flessibilità e radicamento nei territori. Ora serve una visione strategica che le accompagni e le tuteli in questa nuova fase di incertezza». 

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I dati

Complessivamente, il Friuli Venezia Giulia ha un’esposizione del 63% nei confronti del mercato Usa. Per quanto riguarda in particolare le Medie e Piccole Aziende della regione, secondo le ultime stime dell’Ufficio studi di Confartigianato, l’esposizione maggiore è sul comparto mobili (64,5%) e sull’alimentare, con una percentuale del 19,5%, per 568 milioni complessivi in cifra assoluta. I dazi peggiorano il debole trend del 2025 nei settori delle medie e piccole imprese, conferma il recente rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato. Nel primo quadrimestre 2025 l’export verso gli Stati Uniti segnava in Italia una crescita dell’8,2%, combinazione di un forte aumento, pari al +74,5%, nel settore farmaceutico e di una riduzione del 2,6% nei restanti settori della manifattura. Nel totale dei settori di Mpi– i comparti di alimentare, moda, legno e arredo, prodotti in metallo, altre manifatture in cui le micro e piccole imprese determinano oltre il 60% dell’occupazione – l’export nel 2025, ultimi 12 mesi a marzo), a livello italiano vale 17.870 milioni di euro, pari allo 0,9% del Pil. 

Il rallentamento

Sulla competitività del made in Italy sul mercato Usa, precisa l’Ufficio studi, pesa il deprezzamento del dollaro rispetto all’euro dell’11,2% tra gennaio e giugno 2025. Tutti numeri che si riflettono per la quota parte anche per le imprese artigiane del Friuli Venezia Giulia, dove comunque si spera che la creatività artigiana riesca a mantenere l’appeal sul mercato americano soprattutto perché il target di riferimento è medio-alto. 

La visita

Un’idea che, per altro, ha avuto un riscontro concreto ad aprile, proprio nei giorni in cui Trump aveva annunciato al mondo la stagione dei dazi. Tra il 4 e 5 aprile scorso, ben 13 interior designer statunitensi hanno visitato tredici imprese del Friuli Venezia Giulia, perlopiù artigiane e del settore legno-arrendo, oltre al Laboratorio del Catas di San Giovanni al Natisone e al Platform del Cluster Legno Arredo Casa Fvg. Un’iniziativa targata Confartigianato e Ice. Gli interior designer sono arrivati in regione da New York, Florida, Nebraska, North Carolina, Michigan, Washington. «Sin da subito abbiamo espresso il nostro rammarico per la politica dei dazi che provocherà all’export e perché non porterà neppure i benefici sperati a chi li impone», considera il presidente Tilatti ricordando quell’esperienza. In parallelo, però, «siamo convinti che l’artigianato abbia una carta da giocare anche in questo scenario: quanti apprezzano la creatività e l’unicità che contraddistingue i suoi prodotti saranno disposti a pagare qualcosa in più pur di averli». 





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