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Meccanismo anti coercizione: cos’è il «bazooka» evocato da Macron contro Trump


di
Claudio Del Frate

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Introdotto nel 2023, prevede misure ritorsive (controdazi, esclusione da appalti pubblici, stop a investimenti diretti) contro Paesi che hanno adottato comportamenti commerciali scorretti

Si chiama «meccanismo anti coercizione» ed è il bazooka che l’Unione Europea potrebbe azionare per rispondere ai dazi di Trump in caso di mancato accordo entro il primo agosto. Una replica drastica, evocata in particolare dal Emmanuel Macron. Il presidente francese sostiene la linea della risolutezza nella guerra commerciale, in contrapposizione con altri governi, ad esempio l’Italia, che mantengono fiducia nel dialogo a oltranza con la Casa Bianca.  

Ma in cosa consiste il meccanismo di coercizione? È una sorta di escalation, di misure ritorsive via via più aspre ma da adottare solo quando diventa chiaro che ogni trattativa non porterà ad alcun risultato. L’Unione Europea lo ha introdotto in tempi molto recenti – nel 2023 – dopo che la Cina aveva adottato comportamenti commerciali scorretti ai danni della Lituania, membro dell’Unione.  




















































«Lo scopo dello strumento anti-coercizione – si legge sul sito del Parlamento Europeo – è quello di agire da deterrente, consentendo all’UE di risolvere i conflitti commerciali attraverso la diplomazia. Tuttavia, se le circostanze lo richiedessero, potrebbe essere impiegato per intraprendere azioni contro paesi extra-europei, avvalendosi di misure che vanno dalle limitazioni commerciali alle restrizioni per investimenti e finanziamenti».

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Diverse le misure previste dal meccanismo: i primi sono dei «controdazi» o restrizioni all’import da Paesi che hanno esercitato coercizioni e interferenze; la seconda sono limitazioni agli appalti pubblici per aziende provenienti dal Paese che si intende «colpire»; poi ci sono le restrizioni agli investimenti diretti n particolare quelli di imprese controllate dallo Stato in questione; e ancora è previsto il ricorso a barriere e limitazioni alla fornitura di servizi (sanzione quest’ultima che potrebbe colpire i colossi dell’hi tech vicini a Trump) fino allo stop a operare nei mercati europei. E infine è prevista l’adozione di «black list» di persone o aziende che possono essere sottoposte a divieti o obblighi. 

Come dichiarato dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, Bruxelles preferisce al momento rilanciare il dialogo con l’altra sponda dell’Atlantico. La Ue ha comunque pronte nel cassetto una serie di risposte. Innanzitutto un primo pacchetto di tariffe doganali che colpirebbe prodotti made in Usa (motociclette, alcolici, prodotti alimentari) per una valore di 21 miliardi; più un ulteriore stock di prodotti da sottoporre a tariffe doganali per altri 73 miliardi di euro. Il meccanismo «anti coercizione» scatterebbero se queste prime risposte si dovessero rivelare insufficienti.  


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14 luglio 2025

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