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Nove Comuni canavesani uniti per rilanciare commercio, turismo e cultura


Il distretto diffuso del commercio Terre Canavesane cambia pelle, si amplia e guarda al futuro. Dopo una prima fase avviata nel 2017 tra Castellamonte, Agliè e San Giorgio Canavese, il progetto entra ora in una dimensione territoriale più ambiziosa, grazie alla firma di un nuovo protocollo che allarga il campo d’azione ad altri sei Comuni: Cuceglio, Bairo, Ozegna, Salassa, San Martino Canavese e Vialfrè. L’obiettivo è costruire un sistema integrato e riconoscibile, capace di mettere in rete commercio, turismo, cultura, agricoltura e sport per rilanciare l’economia locale e aumentare l’attrattività delle Valli del Canavese.

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A guidare questo processo è Castellamonte, capofila del distretto, affiancato da un fitto network di partner istituzionali e associativi. Tra questi spiccano la Città metropolitana di Torino, Confesercenti Torino, le associazioni commercianti dei vari paesi, le Pro loco, il Consorzio degli operatori turistici Valli del Canavese, il presidio Slow Food della piattella canavesana di Cortereggio, la corale di Bairo, la filarmonica Santa Cecilia di San Martino e le società sportive Equinozio e Baltea Runner.

A sorreggere l’impalcatura organizzativa è una macchina ben rodata, con un consiglio direttivo politico, una conferenza di distretto che riunisce i partner operativi, e soprattutto una figura chiave: la manager di distretto, l’architetta Giovanna Codato, che ha redatto il dossier di candidatura al bando regionale ottenendo una prima tranche di 250 mila euro, cui si sommano i contributi messi a bilancio dai singoli Comuni secondo un piano strategico triennale.

Le prime risorse sono già state riversate sul territorio: 102 mila euro a fondo perduto (fino all’80% della spesa) sono stati erogati a sostegno di imprese commerciali e della ristorazione, contribuendo concretamente al rilancio di 5 attività ad Agliè, 2 a Bairo, 8 a Castellamonte e 4 a San Giorgio Canavese. Ma il piano non si ferma all’aiuto economico: punta alla rigenerazione urbana e paesaggistica, al recupero dei locali sfitti, alla valorizzazione delle facciate storiche, degli edifici rurali, delle cascine e persino dei camini in terra rossa, simbolo dell’identità ceramica di Castellamonte.

Pasquale Mazza, sindaco di Castellamonte

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Il progetto comprende anche infrastrutture e servizi per la mobilità dolce, come il completamento della pista ciclabile lungo il canale De Brissac, e la creazione degli shop Terre del Canavese, una rete fisica e digitale che metterà a sistema le eccellenze artigianali, agricole e culturali dei nove Comuni. A San Giorgio, intanto, è previsto il completamento della riqualificazione della piazzetta Matteo Pescatore, con la realizzazione di un palco per eventi e una nuova illuminazione.

Il distretto si configura dunque come un hub territoriale da oltre 20 mila abitanti, aperto alla collaborazione con altri territori del Canavese e fortemente legato all’attività di incoming turistico coordinata dal Consorzio Valli del Canavese. Non è un caso che il primo progetto pilota di marketing territoriale, nato otto anni fa, si sia rivelato oggi fondamentale per costruire nuove sinergie, permettendo un’estensione naturale e sostenibile.

Il sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza, tra i principali promotori dell’iniziativa, sottolinea il cambio di passo: «Le amministrazioni hanno colto l’opportunità del distretto per fare sistema e valorizzare risorse e specificità locali, costruendo qualcosa di autentico, riconoscibile e integrato. È la conferma che puntare sulla collaborazione funziona, soprattutto in territori come il nostro, dove ogni Comune ha caratteri unici ma complementari».

Le prospettive sono molteplici. Tra gli interventi finanziabili, ci sono anche azioni per migliorare l’accessibilità, l’arredo urbano, la viabilità pedonale e l’attivazione di servizi comuni. Si guarda anche al design urbano e alla creazione di nuovi spazi per attività pubbliche e commerciali. La forza del distretto risiede nella pluralità degli attori coinvolti e nella capacità di coinvolgere i cittadini, grazie a iniziative diffuse, eventi culturali e programmi partecipati.

Il nuovo distretto Terre Canavesane rappresenta, insomma, un esempio concreto di sviluppo locale condiviso, in cui economia, cultura e paesaggio si intrecciano per generare valore sostenibile. Un modello replicabile, che parte dalla montagna ma guarda lontano, con un’ambizione chiara: ricucire il territorio attraverso la bellezza e il lavoro, rendendo il Canavese sempre più attrattivo, vivibile e vivo.

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