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Salute e clima, la nuova agenda strategica per la ricerca e l’innovazione


In risposta all’emergenza sanitaria globale legata ai cambiamenti climatici, la Commissione europea ha presentato la Strategic Research and Innovation Agenda (SRIA) on Health and Climate Change. Con un editoriale allineato ai profili economico, giuridico, finanziario, tecnologico, geopolitico e di politica industriale, ne approfondiamo il potenziale – reso operativo mediante il programma Horizon Europe – nell’affrontare sfide complesse, frequenti e globali.

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Una roadmap pluriennale per evidenza e adattabilità

La Strategic Research and Innovation Agenda (SRIA) su Health and Climate Change elaborata dalla Commissione Europea rappresenta un modello di programmazione pluriennale integrata che mira non solo a indirizzare i finanziamenti della ricerca, ma a ridefinire il perimetro stesso delle politiche sanitarie e ambientali in Europa. Il suo valore risiede nell’intreccio metodico tra ricerca scientifica, innovazione applicata e governance regolatoria, sostenuto da una visione sistemica della salute come determinata da fattori climatici, sociali, infrastrutturali e politici.

Generazione di evidenze: ricerca fondamentale per leggere la complessità

Il primo pilastro della roadmap SRIA è l’investimento in early-stage research, che consenta di:

  • costruire basi scientifiche solide per la comprensione degli effetti diretti e indiretti del cambiamento climatico sulla salute umana, come l’aumento delle malattie trasmesse da vettori, l’impatto dei colpi di calore su malattie cardiovascolari, o l’influenza dell’inquinamento atmosferico sulle malattie respiratorie e neurodegenerative
  • esplorare le interrelazioni tra fattori ambientali, biologici, comportamentali e sociali nella definizione del rischio sanitario
  • sviluppare modelli predittivi dinamici e basati su dati climatici e sanitari integrati, supportati da tecnologie emergenti (AI, machine learning, modellazione climatica e geospaziale).

Questa fase è essenziale per fornire ai decisori dati basati su evidenze scientifiche (evidence-based policymaking), in grado di giustificare investimenti pubblici e regolamentazioni a lungo termine.

Innovazione applicata: soluzioni integrate e tecnologie resilienti

La SRIA pone forte enfasi sulla fase intermedia di trasferimento tecnologico, sostenendo lo sviluppo e la validazione di:

  • strumenti diagnostici e predittivi digitali, ad esempio sensori climatici indossabili per il monitoraggio delle esposizioni a inquinanti o ondate di calore
  • infrastrutture sanitarie resilienti ai fenomeni climatici estremi, comprese soluzioni energetiche rinnovabili per ospedali e sistemi mobili di risposta d’urgenza
  • tecnologie e pratiche orientate all’approccio One Health, che integra salute umana, animale e ambientale in un unico quadro operativo, cruciale per contenere malattie zoonotiche e preservare ecosistemi.

Questo approccio innovativo va oltre la dimensione tecnologica, integrando co-design, partecipazione comunitaria e valutazione d’impatto. L’obiettivo è favorire l’adozione su larga scala di soluzioni scalabili, economicamente sostenibili e culturalmente accettabili.

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Implementazione policy-driven: governance adattiva e orientata all’impatto

L’ultimo stadio della roadmap riguarda la traduzione sistematica dell’evidenza scientifica in strumenti di policy. Ciò richiede:

  • framework normativi adattivi, capaci di aggiornarsi rapidamente al mutare del contesto climatico e sanitario (es. allerta pandemica, ondate di calore, crisi idrica)
  • integrazione delle evidenze nella legislazione sanitaria, ambientale, agricola e urbana, con meccanismi cross-sector
  • meccanismi di rendicontazione e accountability pubblica, come SDG dashboards, indicatori armonizzati e audit climatici dei sistemi sanitari.

Questo processo deve essere accompagnato da una leadership pubblica competente, sostenuta da enti finanziatori (pubblici e privati), da reti accademiche e da partenariati pubblico-privato che operano all’interno del quadro di Horizon Europe e dei partenariati ERA4Health.

Un’agenda strutturata per un’Europa anticipante e resiliente

La forza della SRIA risiede nella sua struttura tridimensionale integrata, che unisce:

  • orizzonte temporale lungo (fino al 2050) per affrontare fenomeni graduali come desertificazione, carenze idriche o transizione alimentare
  • multiscalarità territoriale, dal livello urbano (città resilienti) al livello regionale (strategie cross-border) fino alla scala globale
  • approccio multi-stakeholder, capace di coinvolgere governi, istituzioni di ricerca, aziende biotech, cittadini, regioni e comunità locali.

In questo modo, la SRIA si configura come una vera infrastruttura politica di anticipazione strategica, che rende l’Europa capace di governare l’incertezza sanitaria e climatica, trasformandola in campo di innovazione sociale, industriale e democratica.

La roadmap pluriennale proposta dalla SRIA non è un piano settoriale, ma una strategia di adattabilità trasformativa. Offrendo un impianto metodologico coerente, interdisciplinare e multilivello, essa permette all’Europa di affermarsi come laboratorio avanzato nella convergenza tra salute pubblica, resilienza climatica e innovazione strategica. I decisori pubblici, i fondi di investimento R&I e le istituzioni regolatorie sono oggi chiamati a valorizzarla, integrarla e finanziarla come pilastro di una nuova politica industriale per la salute globale sostenibile.

Il quadripode strategico della SRIA: equità, interdisciplinarietà, evidenza e cooperazione

La Strategic Research and Innovation Agenda (SRIA) on Health and Climate Change si fonda su quattro pilastri metodologici e valoriali che definiscono il suo profilo strategico e operativo: equità, interdisciplinarità, evidence-based governance e cooperazione internazionale. Insieme, questi elementi costituiscono un quadripode strategico che orienta la transizione verso una risposta sistemica e sostenibile all’intersezione tra salute pubblica e cambiamento climatico.

Equità e inclusione: la sostenibilità come giustizia sociale

L’equità è il primo fondamento della SRIA e rappresenta una risposta alla constatazione che il cambiamento climatico non colpisce tutti allo stesso modo. Le fasce più vulnerabili della popolazione – anziani, bambini, migranti, lavoratori esposti all’aperto, soggetti con patologie croniche – subiscono gli impatti maggiori di fenomeni come:

  • ondate di calore estremo e qualità dell’aria
  • scarsità d’acqua e insicurezza alimentare
  • spostamenti forzati legati a disastri naturali o desertificazione.

In quest’ottica, la SRIA impone una progettazione differenziata e localizzata degli interventi di ricerca e innovazione, ponendo l’inclusione come criterio ex ante nella selezione dei progetti finanziabili. Il principio di “equity by design” deve guidare la modellazione di infrastrutture sanitarie, la pianificazione urbana e i sistemi di allerta climatica.

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Implicazioni giuridiche e finanziarie: occorre integrare l’equità nei criteri ESG, nei bandi pubblici, nelle linee guida degli investimenti e nelle valutazioni di impatto sociale ex ante ed ex post.

Interdisciplinarità e transdisciplinarietà: superare i silos della conoscenza

L’impatto climatico sulla salute è un fenomeno eco-biologico, economico, giuridico, comportamentale. Nessuna disciplina, da sola, è sufficiente a leggerne la complessità. La SRIA si muove in una logica di interdisciplinarità operativa, favorendo l’interazione strutturata tra:

  • scienze della vita e medicina preventiva
  • scienze ambientali, ingegneria e ICT
  • economia, finanza pubblica e scienze sociali
  • diritto dell’ambiente, della salute e dell’innovazione.

A questo si affianca una transdisciplinarietà funzionale, cioè il coinvolgimento diretto di stakeholder non accademici – policy maker, aziende, pazienti, comunità locali – fin dalle prime fasi dei progetti di ricerca. Questa ibridazione consente di costruire soluzioni contestualizzate, scalabili e culturalmente appropriate.

Implicazioni per la politica dell’innovazione: riformare i criteri di valutazione R&I per premiare progetti con team multidisciplinari, coinvolgimento multi-stakeholder e impatto sistemico dimostrabile.

Evidenza digitale e interoperabilità dei dati: governance fondata sui fatti

La SRIA sottolinea l’urgenza di una digital evidence base robusta, interoperabile e accessibile per:

  • potenziare la rapidità delle decisioni politiche
  • valutare costantemente l’efficacia degli interventi sanitari e climatici
  • sostenere una rendicontazione trasparente, in linea con gli obiettivi SDG, Green Deal e Horizon Europe.

Ciò implica l’adozione di infrastrutture e standard comuni, come:

  • il European Health Data Space (EHDS) per i dati sanitari
  • le infrastrutture Copernicus per l’osservazione ambientale
  • l’integrazione tra banche dati cliniche, epidemiologiche, climatiche e socioeconomiche.

La capacità di collegare e leggere i dati in tempo reale è ciò che trasforma la ricerca in impatto, e l’innovazione in policy efficace.

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Sfide normative: garantire interoperabilità nel rispetto del GDPR, promuovere open data affidabili e protetti, assicurare che le piattaforme digitali non riproducano bias sistemici.

Cooperazione internazionale: salute e clima come beni pubblici globali

La crisi climatica e sanitaria è transfrontaliera per natura. La SRIA si inserisce in una visione europea aperta e multilaterale, basata su:

  • partenariati bilaterali e multilaterali di ricerca (con WHO, UNEP, FAO, Africa CDC, ASEAN Health Cluster)
  • co-finanziamento di progetti strategici in contesti vulnerabili
  • supporto a strategie globali One Health e adattamento climatico nei Paesi a medio-basso reddito.

L’obiettivo è armonizzare le agende scientifiche, evitare la duplicazione degli sforzi e rafforzare il ruolo dell’UE come norm entrepreneur globale, capace di proporre standard etici, giuridici e scientifici replicabili.

Implicazioni geopolitiche: la cooperazione sanitaria-climatica è anche leva diplomatica, fattore di stabilizzazione e componente della soft power europea nei negoziati internazionali.

Il quadripode equità – interdisciplinarietà – evidenza – cooperazione non è solo un framework valoriale, ma una struttura operativa per una nuova politica della conoscenza e della resilienza.
La SRIA dimostra che affrontare la crisi climatica e sanitaria non richiede solo nuove tecnologie, ma nuove modalità di produrre sapere, prendere decisioni, coinvolgere attori e distribuire risorse.
Per i decisori pubblici, gli investitori R&I e gli operatori scientifici, questo paradigma rappresenta una chiamata all’azione coordinata, sistemica e orientata all’impatto, su scala europea e globale.

Impatti economico-finanziari e digitali. Un nuovo paradigma di investimento per la salute sostenibile

La Strategic Research and Innovation Agenda (SRIA) dell’Unione Europea su Health and Climate Change evidenzia un elemento chiave della transizione verso un modello sanitario resiliente: l’integrazione strutturale tra economia della salute, finanza sostenibile e infrastrutture digitali intelligenti. La visione proposta va oltre la mera allocazione di fondi pubblici: si configura come una strategia sistemica che colloca la salute al centro delle politiche industriali, green e digitali dell’UE, in piena coerenza con gli obiettivi del Green Deal, di Horizon Europe e della EU Health Union.

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Finanza verde applicata alla salute pubblica: prevenire i rischi sistemici

La crescente esposizione del settore sanitario agli shock climatici ed epidemiologici (ondate di calore, inondazioni, pandemie zoonotiche) impone un ripensamento delle modalità di finanziamento, con l’obiettivo di:

  • decarbonizzare le infrastrutture ospedaliere, promuovendo l’efficienza energetica, la gestione sostenibile dei rifiuti sanitari e l’utilizzo di materiali a impatto zero
  • rafforzare la capacità di adattamento climatico dei sistemi sanitari, attraverso investimenti in early warning, logistica green e infrastrutture mobili
  • sostenere progetti One Health che integrano medicina umana, salute animale e tutela dell’ecosistema, riducendo i rischi di spillover patogeni.

In tale contesto, strumenti come:

  • Green bonds sanitari, destinati a finanziare ospedali resilienti o progetti di sanificazione climatica
  • Social impact bonds, con obiettivi legati alla riduzione di diseguaglianze sanitarie aggravate dal cambiamento climatico
  • Fondi ESG tematici, inclusi nei piani nazionali e regionali

rappresentano il cuore operativo di una finanza trasformativa e orientata all’impatto sanitario.

Nota giuridico-finanziaria: la piena attuazione richiede l’allineamento dei progetti sanitari alle EU Taxonomy Regulation, al regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) e agli standard della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

Infrastrutture digitali per la medicina adattiva: il ruolo del European Health Data Space (EHDS)

Nell’ecosistema digitale europeo, l’EHDS emerge come infrastruttura strategica per il monitoraggio sanitario predittivo e la resilienza dei sistemi dinanzi a crisi climatiche e ambientali. Il suo valore risiede in tre asset principali:

a) AI-driven monitoring e sorveglianza epidemiologica integrata

Grazie all’uso combinato di intelligenza artificiale, machine learning e modelli predittivi climatici, l’EHDS consentirà:

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  • la previsione dei picchi di malattie sensibili al clima (es. infezioni respiratorie, colpi di calore, patologie allergiche)
  • l’individuazione precoce di cluster epidemiologici e mutazioni virali legate a ecosistemi alterati
  • la generazione di alert automatici per autorità sanitarie e protezione civile.

b) Interoperabilità e condivisione sicura dei dati sanitari

L’accesso sicuro e armonizzato ai dati sanitari, climatici e demografici – nel rispetto del GDPR e del principio di minimizzazione – consente:

  • interventi sanitari più rapidi e personalizzati
  • ricerca traslazionale più efficace
  • supporto alla pianificazione infrastrutturale e logistica in scenari climatici estremi.

c) Accelerazione del trasferimento tecnologico

L’EHDS funge da hub tra startup, università, industrie biotech e autorità pubbliche, favorendo:

  • lo scale-up di soluzioni digitali per l’adattamento sanitario al clima
  • lo sviluppo di gemelli digitali della salute (digital twins) per simulare e ottimizzare la gestione delle risorse ospedaliere in scenari di emergenza
  • l’uso delle piattaforme open per testare modelli di prevenzione e risposta integrata.

Sinergie strategiche: politica industriale, innovazione e sicurezza sanitaria

Il rilancio dell’industria europea passa anche da una politica industriale della salute sostenibile, dove digitale e finanza si uniscono:

  • InvestEU, i fondi PNRR e Horizon Europe sostengono consorzi pubblico-privato per innovare tecnologie medicali, sistemi di tracciabilità e filiere bio-based
  • le sinergie tra EHDS, Data Governance Act e AI Act rafforzano la fiducia nei dati e creano lo spazio legale per innovare nel rispetto dei diritti fondamentali
  • l’interoperabilità tra sanità e protezione civile si rafforza mediante piattaforme comuni, in linea con il Meccanismo di Protezione Civile dell’UE (UCPM).

L’agenda SRIA delinea una nuova architettura economico-digitale per la salute climatica europea, fondata su strumenti finanziari trasformativi e infrastrutture tecnologiche intelligenti. Il vero salto qualitativo consiste nel considerare la salute non come costo, ma come investimento strategico per la stabilità economica, la competitività industriale e la sicurezza geopolitica.
Per i decisori politici, i finanziatori, le regioni e le imprese, la sfida è integrare questa visione in programmazione, regolazione e attuazione, facendo del binomio finanza digitale–salute ambientale un pilastro della resilienza europea 2030.

Un modello politico-legale per la governance dell’innovazione: tra semplificazione normativa, responsabilità digitale e fiscalità sostenibile

La Strategic Research and Innovation Agenda (SRIA) su Health and Climate Change, promossa dalla Commissione Europea, non è solo un piano di finanziamento per la ricerca, ma un’infrastruttura giuridico-istituzionale che ridefinisce il perimetro della governance dell’innovazione sostenibile in ambito salute-clima. L’agenda impone, implicitamente ed esplicitamente, una revisione dei quadri normativi europei in materia di diritto dell’innovazione, sicurezza dei dati sanitari, standard ESG e fiscalità per la R&I applicata, inserendosi nel dibattito più ampio sulla competitività dell’Unione in una fase di transizione multipla (verde, digitale, industriale).

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Sicurezza dei dati sanitari e climate health governance

La creazione dell’European Health Data Space (EHDS) impone un ripensamento organico delle regole sulla protezione e l’utilizzo secondario dei dati sanitari, in particolare in relazione a:

  • tracciamento di esposizioni ambientali
  • predizione epidemiologica AI-based
  • interoperabilità tra banche dati sanitarie, ambientali e climatiche.

L’attuale quadro GDPR, pur avanzato, richiede strumenti di implementazione settoriale, soprattutto per quanto riguarda:

  • il consenso informato dinamico per l’uso dei dati sanitari in scenari di rischio climatico
  • l’introduzione di codici di condotta settoriali specifici per health-climate R&I
  • una governance multilivello e responsabile dei data hubs, che includa audit, trasparenza e responsabilità ex post.

In prospettiva, il diritto dell’innovazione dovrà evolvere verso un data governance act adattivo, capace di bilanciare sicurezza, innovazione e giustizia climatica.

Valorizzazione dell’open science e dei beni comuni della conoscenza

La SRIA promuove una visione esplicitamente open science-oriented, in coerenza con:

  • la European Open Science Cloud (EOSC)
  • le politiche FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable)
  • la cultura della citizen science e del public engagement.

L’obiettivo è garantire che la conoscenza prodotta attraverso i finanziamenti pubblici sia patrimonio accessibile, verificabile e riutilizzabile, in particolare quando riguarda beni pubblici fondamentali come salute, biodiversità e clima.
Ciò implica:

  • la revisione dei regimi di proprietà intellettuale per i risultati della ricerca finanziata (verso un modello innovation commons)
  • licenze aperte condizionate all’impatto ambientale-sociale
  • la promozione di repository interoperabili tra centri R&I, autorità sanitarie e comunità locali.

Standard ESG e regolazione dei prodotti e processi salute-clima

Per garantire coerenza tra finanziamenti, impatti e accountability, la SRIA propone un sistema di certificazione ESG esteso anche al settore salute-clima, con:

  • label ambientali e sociali per tecnologie sanitarie adattive (es. dispositivi low-carbon, farmaci a basso impatto)
  • requisiti di due diligence ambientale nei processi produttivi delle industrie biotech e farmaceutiche
  • integrazione degli SDG e dei KPI climate-health nei bilanci di sostenibilità delle imprese e delle PA.

Questa regolazione rientra in un più ampio movimento verso la tassonomia verde dell’UE, che ha recentemente incluso anche alcuni sottosettori sanitari e sociali tra le attività economiche “sostenibili”.

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Il futuro della compliance ESG in ambito health-climate richiede regole chiare, verificabili e interoperabili tra piattaforme europee (ECHA, EMA, EFSA), autorità nazionali e organismi di standardizzazione.

Fiscalità per l’innovazione responsabile: incentivi e leva industriale

Il raggiungimento degli obiettivi della SRIA richiede strumenti fiscali che favoriscano l’innovazione con impatto climatico e sanitario positivo, attraverso:

  • crediti d’imposta selettivi per progetti R&I su tecnologie adattive, diagnostica green, data governance sanitaria
  • deduzioni e super-ammortamenti per investimenti in infrastrutture sanitarie resilienti
  • strumenti fiscali differenziati territorialmente, per incentivare la ricerca applicata in aree vulnerabili (zone colpite da desertificazione, insularità, povertà sanitaria).

A livello macro, si rende necessario l’allineamento della politica fiscale industriale europea ai principi del Green Deal e dell’SRIA, favorendo un quadro incentivante che premi impatto sistemico e collaborazione transdisciplinare.

Leadership istituzionale e semplificazione regolatoria

Sotto la guida della Commissaria Ekaterina Zaharieva, la Commissione Europea ha espresso la volontà di semplificare le procedure regolatorie per R&I, sostenendo un approccio più agile, flessibile e orientato ai risultati.
Questo approccio si traduce in:

  • integrazione tra programmi R&I (Horizon Europe, EU4Health, LIFE)
  • snellimento delle regole per partenariati pubblico-privato e missioni di innovazione
  • promozione di modelli regolatori anticipatori, capaci di regolamentare ex ante senza frenare la sperimentazione.

Il “courage to change approaches” evocato dalla Commissaria implica una revisione della governance di Horizon Europe che riduca la distanza tra proposte progettuali e impatto reale.

La SRIA su Health and Climate Change propone un modello innovativo di governance politico-legale dell’innovazione, basato su un equilibrio dinamico tra libertà scientifica, responsabilità sociale, sicurezza normativa e scalabilità industriale.
Per i policymaker europei, questo significa ripensare regole, strumenti fiscali e processi autorizzativi in chiave trasformativa, in modo da rendere l’innovazione non solo competitiva, ma anche equa, trasparente e allineata ai bisogni della salute globale e della giustizia climatica.
È in questa direzione che l’Europa potrà consolidare la propria sovranità regolatoria, affermandosi come leader normativo e tecnologico della sostenibilità applicata alla salute.

Geopolitica della salute: sicurezza sistemica e competitività strategica nel nuovo ordine globale

La Strategic Research and Innovation Agenda (SRIA) on Health and Climate Change non è soltanto uno strumento tecnico per orientare la ricerca scientifica e l’allocazione dei fondi europei. È anche – e sempre più – un veicolo di geopolitica normativa, un pilastro strategico del soft power europeo e un elemento cardine per la ridefinizione della competitività industriale e sanitaria dell’Unione in uno scenario globale caratterizzato da crisi multilivello: climatica, pandemica, tecnologica, alimentare ed energetica.

Soft power europeo e leadership normativa in salute globale

L’UE ha consolidato nel tempo un ruolo di regulatory superpower – capace di esportare standard in materia di sicurezza alimentare, protezione ambientale, privacy digitale (GDPR), sostenibilità ESG – e oggi ambisce a fare lo stesso in ambito salute e cambiamento climatico.
La SRIA rientra pienamente in questa traiettoria, proponendo un quadro:

  • etico e multilivello, con enfasi su equità, inclusione, giustizia climatica e trasparenza
  • basato sulla scienza aperta (science diplomacy), che promuove conoscenza condivisa in un’ottica di co-sviluppo
  • giuridicamente interoperabile, in grado di armonizzarsi con strumenti globali (es. IHR-OMS, Global Health Security Agenda, One Health Quadripartite).

La capacità dell’UE di guidare la standardizzazione dei principi di diritto sanitario globale – come già avviene con il regolamento sui dispositivi medici (MDR), il regolamento HERA o la futura European Health Data Space – rafforza la sua posizione strategica nei consessi multilaterali, compresi G7, G20 e le COP.

Esempio operativo: la coerenza tra gli standard SRIA e i requisiti ESG consente di inserire clausole ambientali e sanitarie avanzate nei nuovi accordi di libero scambio (es. Mercosur, ASEAN, AU), rafforzando la “condizionalità etica” del commercio europeo.

Autonomia strategica aperta: sanità come leva industriale e di sicurezza

La pandemia COVID-19 ha rivelato la pericolosa dipendenza dell’UE da supply chains extraeuropee in settori vitali, tra cui:

  • principi attivi farmaceutici (API)
  • dispositivi medicali critici (ventilatori, DPI)
  • strumentazione diagnostica
  • componenti digitali per infrastrutture ospedaliere resilienti.

La SRIA, nel quadro delle strategie europee per la sovranità sanitaria, sostiene una relocalizzazione industriale selettiva e la diversificazione delle catene del valore nel settore salute-clima. In particolare:

  • partenariati pubblico-privato per produrre in UE tecnologie sanitarie adattive e climate-resilient
  • sostegno a distretti biofarmaceutici e medtech europei in grado di innovare a partire da standard ESG
  • promozione di un market access preferenziale UE per imprese che rispettano requisiti ambientali e sanitari coerenti con SRIA.

La dimensione geopolitica di questa strategia è chiara: rafforzare la sicurezza sanitaria interna per non subire ricatti esterni, ridurre la vulnerabilità ai colli di bottiglia internazionali e rafforzare l’indipendenza europea in scenari di crisi globale.

Diplomazia sanitaria e cooperazione in contesti vulnerabili

La SRIA valorizza anche la funzione strategica della salute come strumento di stabilizzazione e diplomazia nelle relazioni esterne:

  • L’UE può fornire assistenza tecnica, formazione e co-progettazione di infrastrutture sanitarie resilienti nei paesi a medio-basso reddito, contribuendo al rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali in Africa, Asia e America Latina
  • I programmi congiunti di ricerca e innovazione (Joint Programming Initiatives) sostenuti da Horizon Europe, Global Health EDCTP3 o ERA4Health Partnership diventano piattaforme per l’internazionalizzazione della scienza europea in chiave solidale.

In questo quadro, la health diplomacy dell’UE si differenzia da quella sino-statunitense: meno legata a potenza industriale, più orientata a standard normativi, governance multilivello e approcci partecipativi.

Implicazioni strategiche: la cooperazione sanitaria può essere strumento di prevenzione di crisi migratorie, mitigazione del conflitto, contenimento della radicalizzazione, rafforzando la proiezione esterna dell’UE come attore civile globale.

Sicurezza sistemica, difesa civile e adattamento climatico sanitario

L’integrazione tra salute e cambiamento climatico tocca un nervo critico della sicurezza sistemica europea. Le minacce sanitarie derivanti da:

  • ondate di calore
  • crisi idriche
  • nuove zoonosi
  • eventi climatici estremi

devono essere affrontate non solo con risposte di protezione civile, ma con capacità predittiva e pianificazione anticipatoria. La SRIA, integrata con strumenti come il Meccanismo di Protezione Civile dell’UE (UCPM) e il Joint Research Centre (JRC), può guidare:

  • la costruzione di scenari di rischio sanitario-climatico integrati
  • la creazione di task force transfrontaliere per risposta sanitaria rapida
  • il coordinamento di investimenti in early warning systems e critical health infrastructure.

Geopolitica europea della salute

La SRIA rappresenta un tassello cruciale nella costruzione della geopolitica europea della salute, con tre direttrici chiare:

  1. Esportare norme, non solo prodotti, rafforzando la centralità dell’Europa nella definizione del diritto sanitario globale
  2. Difendere la propria autonomia industriale, riducendo le dipendenze e rafforzando la capacità produttiva endogena in ambito salute-clima
  3. Utilizzare la salute come leva diplomatica, in sinergia con le priorità ambientali e tecnologiche, per contribuire alla stabilità internazionale.

Per farlo, l’Unione dovrà consolidare una regia politica integrata tra salute, industria, clima e affari esteri, capace di mobilitare finanza, ricerca e cooperazione in modo coeso.
Solo così potrà rendere la salute sostenibile e resiliente una vera infrastruttura di sicurezza e competitività globale per l’Europa nel XXI secolo.

Conclusioni e raccomandazioni strategiche: integrare salute e clima in un ecosistema di trasformazione europea

Il messaggio conclusivo della Strategic Research and Innovation Agenda (SRIA) su Health and Climate Change è chiaro e inequivocabile: l’Unione Europea è chiamata a guidare una transizione strutturale, sistemica e inclusiva, dove la salute non è più una voce residuale della spesa pubblica, ma un asse strategico dello sviluppo sostenibile, della sicurezza collettiva e della competitività industriale.

La SRIA rappresenta un manifesto operativo di questa visione trasformativa, proponendo un’integrazione profonda tra tecnologia, finanza, diritto, scienza e diplomazia, in linea con i principi del Green Deal, del pilastro europeo dei diritti sociali, e dell’autonomia strategica aperta.

Tecnologie mediche integrate: dalla diagnosi climatica alla salute predittiva

L’intersezione tra salute e clima implica un salto qualitativo nelle infrastrutture tecnologiche del sistema sanitario, che devono diventare:

  • intelligenti: capaci di prevedere e adattarsi a fenomeni climatici estremi, mediante AI, IoT, digital twins
  • modulari e resilienti: per operare in contesti ad alta variabilità (ondate di calore, blackout, alluvioni)
  • green-by-design: riducendo l’impronta ecologica degli ospedali e delle supply chains sanitarie.

Le biotecnologie, la genomica ambientale, la diagnostica remota e l’ingegneria dei materiali medicali rappresentano non solo un fronte di innovazione sanitaria, ma anche un settore industriale chiave per l’UE.

Raccomandazione: integrare i progetti SRIA nei piani industriali e nei bandi Horizon Europe – Cluster Health e Cluster Climate – promuovendo hub tecnologici salute-clima su scala regionale.

Finanza verde per la salute pubblica: investire nella prevenzione sistemica

Affrontare le cause strutturali della vulnerabilità sanitaria implica una rivoluzione nel modo in cui si finanzia la salute. La SRIA propone:

  • strumenti innovativi come green e social bonds sanitari, che legano performance ambientale e outcome clinici
  • fiscalità mirata per incentivare R&I a impatto ambientale e sociale
  • criteri ESG-health integrati nei fondi pubblici e nei procurement sanitari.

Questa finanza sostenibile non solo rafforza la resilienza epidemiologica e climatica, ma stimola settori produttivi ad alta intensità tecnologica e occupazionale, riducendo al contempo le disuguaglianze.

Raccomandazione: attivare piattaforme finanziarie pubblico-private orientate a progetti SRIA e legare il rating di sostenibilità territoriale alla spesa sanitaria preventiva.

Governance multilivello: coerenza orizzontale e verticale nella gestione dell’adattamento

La SRIA rende evidente che senza una governance trasformata, anche la migliore innovazione resterà inefficace. Servono:

  • integrazione orizzontale tra politiche ambientali, sanitarie, sociali, agricole e urbane
  • integrazione verticale tra UE, Stati membri, regioni e città, in un’ottica di sussidiarietà funzionale
  • valutazione d’impatto multisettoriale ex ante per ogni nuova misura o investimento salute-clima.

La sfida della coerenza è anche metodologica: occorre unificare metriche, linguaggi e strumenti decisionali, riducendo la frammentazione normativa e le sovrapposizioni istituzionali.

Raccomandazione: istituire unità interministeriali e interagenzia per la gestione integrata di salute e clima, e adottare SDG budgeting nei bilanci pubblici sanitari.

Cooperazione globale: la salute climatica come agenda diplomatica europea

In un mondo multipolare segnato da diseguaglianze sanitarie, la SRIA rafforza il posizionamento dell’UE come attore globale responsabile, proponendo:

  • una diplomazia sanitaria fondata su standard condivisi, knowledge sharing e capacity building
  • partenariati strategici per trasferire tecnologie e competenze nei Paesi vulnerabili
  • supporto alla One Health governance in Africa, Sud-Est asiatico e America Latina.

La geopolitica della salute climatica diventa, quindi, un asse della politica estera europea, affiancando le dimensioni economica, energetica e ambientale della cooperazione internazionale.

Raccomandazione: inserire i temi SRIA nei capitoli salute e ambiente dei futuri accordi di cooperazione e di libero scambio, rendendoli condizionalità positiva.

Verso un ecosistema trasformativo europeo

La SRIA rappresenta una svolta culturale e operativa per l’UE, non solo un’agenda per finanziare ricerca, ma un progetto politico, economico e istituzionale a lungo termine, fondato su:

  • coerenza sistemica tra settori
  • integrazione tra livelli territoriali
  • governance dei beni pubblici globali.

In un mondo dove il cambiamento climatico genera crisi complesse e simultanee, la salute diventa la nuova infrastruttura strategica della resilienza.
Per questo, la vera sfida è istituzionalizzare la SRIA all’interno della pianificazione strategica europea – dal Semestre Europeo alle programmazioni regionali 2028–2034, fino alle riforme fiscali e regolatorie – trasformando l’adattamento climatico sanitario da emergenza a leva strutturale per la competitività sostenibile.

L’Europa ha l’opportunità di non rincorrere il cambiamento, ma di guidarlo. La SRIA è il perno attorno a cui costruire un nuovo contratto socio-ecologico europeo.

 





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