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«Serve un’opera risolutiva. Il governo stanzi i fondi»


CORTINA – Un intervento risolutivo, per la messa in sicurezza del principale collegamento verso Cortina d’Ampezzo, contro le frane della Croda Marcora. Una soluzione per aiutare i lavoratori pendolari a superare l’emergenza di questi giorni. Sono le due priorità che indica Gianluca Lorenzi, sindaco di Cortina d’Ampezzo, mentre si ritrova la statale 51 di Alemagna di nuovo chiusa al transito, non si sa per quanti giorni, per la colata di detriti scesa sabato sera, ben più ampia dell’evento che bloccò la statale il 1 luglio, sino a mercoledì scorso. «Il problema più grave che grava sulla nostra amministrazione, e che mi assilla personalmente, è mettere i lavoratori pendolari nelle condizioni di arrivare a Cortina nella maniera più agevole – dice Lorenzi – sono centinaia di persone che non possono sobbarcarsi un tragitto di settanta chilometri all’andata e altrettanti al ritorno, a sera, dopo una giornata di lavoro. È un peso eccessivo per le persone, le loro famiglie, l’economia del paese».

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I problemi dei pendolari sono peggiori di quelli dei turisti?

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«Il turista si adegua, nel suo viaggio per venire da noi, ha altre direttrici a disposizione, può percorrere il Cadore, Auronzo e la valle dell’Ansiei, sino al passo Tre Croci, oppure i valichi Falzarego e Giau, o ancora il Brennero, la Val Pusteria e la sella di Cimabanche. Invece i lavoratori che vivono nei paesi vicini e raggiungono Cortina tutti i giorni soffrono disagi, costi e fatiche».

Cosa può fare il Comune di Cortina?

«Siamo in contatto con l’azienda provinciale Dolomiti Bus, per creare un servizio temporaneo di trasporto pubblico locale, con mezzi idonei, veicoli a trazione integrale, in grado di percorrere la strada silvopastorale sulla destra del torrente Boite. Il nostro assessore comunale Giorgio Da Rin ha predisposto un documento; lunedì sarà sottoposto a Dolomiti Bus, per vedere cosa si può fare».

Quella stradina forestale è solitamente chiusa al transito veicolare, da disposizioni della Regione Veneto. Vi va bene l’accordo con le Regole d’Ampezzo, proprietarie del terreno dalla parte di Cortina, per attivare un servizio di navette?

«Questo trasporto deve avere una funzione sociale e i costi debbono essere ragionevoli. Non deve essere un affare, un guadagno di qualcuno, a scapito dei lavoratori, che vengono a Cortina per la loro giornata. È il momento in cui dobbiamo collaborare tutti, fare sistema, per dare una mano alle persone che muovono l’economia del paese, nelle imprese artigiane, nella ricettività turistica, nei servizi».

Come trovare una soluzione nel medio e lungo periodo, che non si limiti ad affrontare l’emergenza, con lo scavo di vasche di contenimento delle colate?

«Questa frana è nuova, è molto più grande di quella del 1 luglio, e c’è un continuo movimento di immense quantità di materiale: bisogna progettare un intervento risolutivo. Anche se i tempi saranno lunghi, si deve pensare a un lavoro che metta in sicurezza la strada, a prescindere dagli ormai imminenti Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026. Non possiamo permettere che questo collegamento locale e internazionale sia in scacco di un temporale, sotto una montagna che sta accelerando e incrementando la sua disgregazione. Il governo nazionale deve stanziare un contributo importante, per progettare ed eseguire un’opera risolutiva, per mettere in sicurezza questa infrastruttura».

 

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