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Aumento spese militare, Franco Vespe: “La Casa delle Tecnologie Emergenti di Matera e la Nato del 5%”


Aumento spese per la difesa nazionale, Franco Vespe: “La Casa delle Tecnologie Emergenti di Matera e la Nato del 5%”. Di seguito la nota integrale.

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Il dibattito al livello nazionale si sta avvitando intorno all’aumento delle spese della difesa da far lievitare fino al 5%. Prescindendo dalla valenza etico-politica di questa decisione discutibilissima, si pensa che queste spese siano da considerarsi delle perdite secche dal punto di vista economico-finanziario. Certo se questi denari in più servono per foraggiare panciuti marescialli capo cambusa, saranno decisamente improduttivi. Se saranno impiegati per acquistare macchine di morte progettati e realizzati da stati esteri, sarà spesa improduttiva. Spesa che toglierà sicuramente risorse al wellfare, all’istruzione o alla sanità. Non è così se invece essi serviranno ad incoraggiare e dare impulso alla ricerca e sviluppo tecnologico nel settore. Gli americani spendono nel settore della difesa più di 800 miliardi all’anno del suo bilancio federale. Una buona fetta di questo budget infatti viene destinata alla Ricerca e Sviuppo (da ora in poi R&S). Si può ben comprendere come la R&S svolga un ruolo cruciale  nel settore militare. Ma i suoi prodotti svolgono anche un ruolo straordinariamente propulsivo per l’economia di un paese. Infatti le tecnologie prodotte, una volta superate, poi vengono trasferiti al civile ed alle sue imprese per creare prodotti, applicazioni e servizi innovativi che rendono competitive le imprese. Un esempio su tutti è rappresentato dal GPS che ha rivoluzionato la nostra vita, anche se esso è stata concepito per applicazioni militari. Il suo trasferimento alla tecnologia civile ha fatto esplodere un mercato  mondiale che ormai, da qui a pochi anni, cuberà un fatturato di almeno 300 mld. Un altro esempio plastico di questa realtà è lo smartphone che maneggiamo per tutto il giorno. In quel piccolo parallelepipedo c’è il GPS, lo schermo touch-screen, l’accelerometro ecc.: ovvero tutte tecnologie militari, che poi sono state trasferite alle imprese civili per sviluppare applicazioni per il mercato di massa. Ma c’è un dato ulteriore.  Gli investimenti possibili, possono anche non essere direttamente focalizzati sul militare, ma in settori che consentono una rapida convertibilità ad esso. E’ il caso per esempio del settore spaziale. George Bush padre, subito dopo la fine della guerra fredda, pensò bene di convertire le risorse usate per il militare per re-indirizzarle all’esplorazione planetaria ed allo sbarco dell’uomo su Marte. Poi sappiamo che non andò così… Altro settore è quella dell’Intelligenza artificiale, di Internet delle Cose, della Cibernetica, della Cyber Security,  il Blockchain, la Crittografia quantistica, la robotica, Le tecnologie laser e dei droni, le telecomunicazioni, il 5G ecc. Quindi si può comprendere che finanziamenti ulteriori per la difesa non solo non sono una perdita secca ma, se spesi bene, possono essere un volano decisivo di sviluppo socio-economico che non necessariamente ci trascineranno nella miseria e nel sacrificio del nostro welfare.

Il comune di Matera in questo contesto  può giocare, nel suo piccolo, un ruolo fondamentale valorizzando il Centro delle Tecnologie Emergenti (CTE), voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). Il CTE, con capofila il Comune di Matera, vede la partnership del  CNR, Politecnico di Bari  e UNIBAS ma nel quale stanno confluendo ed investendo l’INRIM ( giusto per intenderci il vecchio Galileo Ferraris di Torino) e l’Agenzia Spaziale Italiana grazie al PNRR. Ci sono stati fino ad ora finanziamenti messi a disposizione dal MISE e dai fondi di coesione e, come dicevamo, il PNRR.  Si deve comprendere che il CTE, proprio per le competenze  che maneggia e gli obiettivi che si prefigge, può giocare un ruolo fondamentale e potrebbe costruire per Matera un futuro  proprio nell’ambito di quello scenario complessivo che abbiamo tracciato. Non solo. Esso potrà svolgere il ruolo di incubatore straordinario dove centri di ricerca e di sviluppo tecnologico possano incontrarsi con le imprese per sviluppare progetti  innovativi con i quali intercettare finanziamenti, promuovere trasferimenti tecnologici alle imprese e fertilizzare il territorio. Ma il suo destino  è nelle mani della nuova amministrazione comunale. Spero che la nuova amministrazione non perda contezza di queste opportunità, inghiottite come rischiano di essere dal  brumoso polverone sollevato dal tramestio  furibondo dei destrieri di furiosi peones in cerca di narcisistici posizionamenti nell’assise comunale.  Dalle stelle alle stalle? Speriamo bene!

 

 



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