Il Governo si prepara a mettere sul piatto un nuovo bonus a favore dei cittadini, con agevolazioni fiscali a favore delle mamme: scopriamone di più e quali sono gli scenari futuri di questa misura.
Allo studio un nuovo pacchetto di misure fiscali
Una nuova misura allo studio dell’esecutivo, un piano per le famiglie articolato in un pacchetto di misure fiscali per sostenere l’occupazione femminile, e rilanciare la natalità i cui indici nazionali sono ai minimi storici. È quanto prevede il provvedimento sul quale sta lavorando il parlamento e che ha visto, nei giorni scorsi, diffondere alcune anticipazioni in merito alla proposta che si sta strutturando.
Più attenzione alle madri lavoratrici
Dalle prime anticipazioni, dunque, sembra chiaro che la misura si dovrebbe articolare in nuove forme di attenzione alle madri, dovrebbe poi intervenire a modifica del sistema delle detrazioni, al fine di sostenere il lavoro femminile con uno sconto fiscale crescente in base al numero di figli. L’intensione è quella di ridistribuire, in questo modo, risorse e incentivi alle madri lavoratrici, pur muovendosi entro negli stretti margini del bilancio che limitano la crescita della spesa pubblica ad un massimo dell’1,5% del Pil, con un pacchetto di fondi ai capitoli riguardanti la difesa che hanno già ipotecato almeno 4 miliardi l’anno. Inoltre il consiglio dei ministri ha deciso di aumentare le risorse per le madri lavoratrici, facendo raggiungere la cifra complessiva di 480 milioni di euro.
Altro elemento del sistema allo studio dovrebbe essere rappresentato da un potenziamento dei nidi finalizzato a rendere più accessibili scuole dell’infanzia e servizi di cura per i più piccoli, che allo stato attuale coprono oggi già circa 480mila famiglie ma il cui numero andrebbe ampliato almeno di un 30% secondo le richieste che giungono dai territori.
Da sistema individuale a scala proporzionale
La proposta di sostituire il sistema individuale con una scala proporzionata al numero di figli punterebbe anche a rispondere all’esigenza resa nota dal governo, nel corso delle audizioni sulla transizione demografica, di trasformare un insieme di bonus frammentati in una strategia più chiara e stabile, più strutturata e di sistema, facendo pulizia di misure spot ed una tantum a beneficio di una visione che tenga insieme i temi dell’occupazione femminile con quello del sostegno alle famiglie numerose, senza perdere di vista la qualità dei servizi per l’infanzia e la sostenibilità dei conti pubblici. Proprio per questo, in questa direzione, il nuovo sistema dovrebbe intervenire per sostituire gradualmente quello delle decontribuzioni temporanee per madri con due o tre figli, in scadenza tra la fine del 2025 e del 2026.
Le audizioni al Parlamento
La ministra in carica, Elvira Calderone, ha illustrato direttamente in sede di audizioni il pacchetto di cambiamenti, in realtà ancora allo studio, pensate e al momento in via di perfezionamento. In realtà il contributo dovrebbe avere una entità non di grande effetto, ma perdurare per 12 mesi, per le madri con due figli. In questo caso il contributo netto dovrebbe essere di 40 euro al mese per 12 mesi, pagato in un’unica soluzione a dicembre. Previsto anche per le madri con contratti a termine o libere professioniste un contributo mensile di 40 euro, sempre erogato a dicembre. In caso di madri con tre o più figli, con contratti di lavoro a tempo indeterminato dovrebbe essere attiva la proroga degli sgravi contributivi fino al 2026.
I contributi spettano alle madri con almeno due figli, comprese autonome e contratti a termine. Chi ha tre o più figli e un contratto stabile continuerà a godere dello sconto sui contributi fino a 3mila euro l’anno. Dalle prime bozze normative l’iter procedurale per richiedere ed usufruire di queste agevolazioni dovrebbe prevedere che le domande vadano inoltrate direttamente all’Inps, non più al datore di lavoro, mentre dovrebbero restarne esclusi i lavoratori domestici ed il tetto di reddito dovrebbe rimanere fissato a 40mila euro, come in precedenza individuato.
La proposta in dettaglio
La proposta prevede anche le seguenti detrazioni, pensate specificamente per quelle donne che scelgano di essere madri, anche di famiglie numerose e dovrebbero risultare erogati fino ad esaurimento dei fondi disponibili, salvo incapienza:
- 500 euro per il primo figlio;
- 500 euro per il secondo figlio;
- 500 euro per il terzo figlio;
- 500 euro per il quarto figlio.
Non risulta ancora chiarito se questo sistema di detrazioni seguirà, come ipotizzabile, anche una fluttuazione in base agli scaglioni di reddito, strada intrapresa, questa, anche dall’ultima Legge di bilancio 2025 che ha già introdotto correttivi per chi dichiara più di 75mila euro, che dovrà calcolare la detrazione in base sia al reddito che al numero di figli a carico. Infatti già a partire dal 2025 il tetto massimo dello sconto scenderà a 14mila euro per redditi fino a 100mila e a 8mila oltre quella soglia.
È importante tenere presente che si tratta ancora di una bozza di lavoro e che l’iter procedurale di provvedimenti così strutturali non è mai banale. Inoltre la realizzazione, come chiarito in audizione ma anche da più parti durante interviste e comunicazioni ufficiali, al centro ci sarà da verificare la capienza del bilancio ed i margini delle altre iniziative ritenute prioritarie che verranno messe in campo, soprattutto alla luce di alcune altre misure annunciate come quella del molto atteso taglio dell’Irpef, ad esempio, per il ceto medio dal 35% al 33%.
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