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Cosa prevede il piano d’azione dell’UE per l’industria chimica


Per misurare l’importanza del piano d’azione per l’industria chimica, lanciato lo scorso 8 luglio dalla Commissione Europea, basta controllare le dichiarazioni a corredo. Di solito c’è un singolo commissario o commissaria che si intesta l’atto, mentre qui ce ne sono ben tre – Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la strategia industriale; Valdis Dombrovskis, commissario per l’Economia e la produttività e per l’Attuazione e la semplificazione; Jessika Roswall, commissaria per l’Ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare competitiva. Come a dire, dunque, che siamo di fronte a un atto che mette insieme esigenze industriali, economiche e ambientali. Non a caso, nelle parole del comunicato stampa della Commissione, il piano d’azione mira a “rafforzare la competitività e la modernizzazione del settore chimico dell’UE”.

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Più nello specifico il piano d’azione per l’industria chimica affronta sfide fondamentali, quali gli elevati costi dell’energia, la concorrenza sleale a livello mondiale e la debolezza della domanda, promuovendo nel contempo gli investimenti nell’innovazione e nella sostenibilità. Il piano d’azione è accompagnato da un pacchetto Omnibus di semplificazione sulle sostanze chimiche – il sesto presentato finora dalla Commissione nel presente mandato – per razionalizzare e semplificare ulteriormente la legislazione fondamentale dell’UE sulle sostanze chimiche, come pure da una proposta finalizzata a consolidare la governance e la sostenibilità finanziaria dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).  

Va ricordato che il settore chimico è vitale per l’economia europea, in quanto costituisce la base per la fabbricazione di quasi tutti i prodotti. Fornisce materiali e tecnologie essenziali alle industrie che sostengono il benessere, la sicurezza e la resilienza delle economie europee, tra cui l’industria automobilistica, l’edilizia, l’assistenza sanitaria, l’agricoltura, le tecnologie pulite e la difesa. 

Alcuni dati riescono a delineare meglio l’importanza dell’atto  lanciato dalla Commissione europea:

  • oltre il 96% dei prodotti manifatturieri dipendono dalle sostanze chimiche;
  • l’industria chimica dell’Unione Europea è il quarto settore manifatturiero in ordine di grandezza;
  • dell’industria chimica fanno parte 29mila imprese che creano 1,2 milioni di posti di lavoro diretti e ne sostengono 19 milioni lungo le catene di approvvigionamento;
  • secondo le stime della Commissione il piano d’azione per l’industria chimica produrrà risparmi annui per oltre 350 milioni di euro, che si sommano agli oltre 8 miliardi  di risparmi realizzati nell’ambito dei precedenti Omnibus di quest’anno.

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Cosa prevede il piano d’azione per l’industria chimica

Il piano d’azione per l’industria chimica europea si fonda sulla bussola per la competitività e sul Clean Industrial Deal, che si stanno dimostrando i due atti “fondativi” della Commissione 2024-2029. A seguito del dialogo strategico della presidente Ursula von der Leyen, che risale al 12 maggio 2025, il piano d’azione per l’industria chimica è il terzo piano settoriale della Commissione, dopo quelli riguardanti i settori automobilistico e siderurgico. Lo scopo di questi piani è innanzitutto rivolto alle imprese, affinché possano essere concorrenziali rispetto soprattutto ai colossi Cina e USA, e rientrano tutti, come già osservato, nei vari pacchetti di semplificazione – leggi deregolamentazione – con i quali si sta pian piano smantellando il Green Deal della scorsa legislatura.

Il piano d’azione propone una serie di misure che qui sintetizziamo usando le definizioni della Commissione:

  • Resilienza e parità di condizioni: la Commissione istituirà, di concerto con gli Stati membri e i portatori di interessi, un’Alleanza per le sostanze chimiche critiche, con l’intento di far fronte ai rischi di chiusura di capacità produttive nel settore. L’Alleanza individuerà i siti di produzione critici che necessitano di sostegno strategico e affronterà questioni commerciali quali le dipendenze e le distorsioni della catena di approvvigionamento. La Commissione procederà inoltre all’applicazione rapida di misure di difesa commerciale per garantire una concorrenza leale, ampliando nel contempo il monitoraggio delle importazioni di sostanze chimiche tramite l’attuale task force di sorveglianza delle importazioni. L’Alleanza allineerà le priorità di investimento, coordinerà i progetti nazionali e dell’UE, compresi gli importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI), e sosterrà i siti di produzione critici dell’UE per stimolare l’innovazione e la crescita regionale.  
  • Energia a prezzi accessibili e decarbonizzazione:  il piano d’azione sull’industria chimica dovrà integrarsi con il piano d’azione per un’energia a prezzi accessibili per contribuire a ridurre i costi elevati dell’energia e delle materie prime. Verranno inoltre aggiornate le norme sugli aiuti di Stato per ridurre i costi dell’energia elettrica per un maggior numero di produttori di sostanze chimiche entro la fine dell’anno. Sempre l’8 luglio, infine, è stata avviata una consultazione pubblica sul miglioramento del riciclaggio delle sostanze chimiche.  
  • Mercati guida e innovazione: il piano d’azione mette in evidenza gli incentivi fiscali e le misure fiscali per incrementare la domanda di sostanze chimiche pulite. L’imminente atto legislativo sull’acceleratore della decarbonizzazione industriale stabilirà le norme dell’UE in materia di contenuti e sostenibilità per sostenere la crescita del mercato e gli investimenti nelle tecnologie pulite. La strategia per la bioeconomia e l’atto legislativo sull’economia circolare, di prossima adozione, aumenteranno l’efficienza delle risorse dell’UE e il riciclaggio delle sostanze chimiche; rafforzeranno inoltre il mercato delle alternative a base biologica e di riciclo rispetto ai fattori produttivi di origine fossile. La Commissione avvierà inoltre poli dell’UE di innovazione e sostituzione e mobiliterà finanziamenti dell’UE a titolo di Orizzonte Europa (2025-2027) per accelerare lo sviluppo di sostituti chimici più sicuri e sostenibili. 
  • Intervento sulle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS): il piano d’azione ribadisce l’impegno della Commissione a ridurre al minimo le emissioni di PFAS attraverso una restrizione solida e basata su dati scientifici, garantendo nel contempo la continuità dell’uso in applicazioni critiche, a condizioni rigorose, laddove non siano disponibili alternative, che saranno proposte rapidamente dopo il parere dell’ECHA. La Commissione investirà inoltre nell’innovazione, promuoverà gli interventi di bonifica in base al principio “chi inquina paga” e darà priorità allo sviluppo di alternative più sicure. 

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C’è poi, inevitabile di questi tempi, il capitolo specifico dedicato alla semplificazione. Nel quadro degli sforzi in atto per rilanciare la competitività dell’UE, la Commissione ha adottato un sesto Omnibus di semplificazione per ridurre i costi di conformità e gli oneri amministrativi per l’industria chimica, garantendo nel contempo un’elevata protezione della salute umana e dell’ambiente. Scrive la Commissione che “rientrano in tale contesto la semplificazione delle norme relative all’etichettatura delle sostanze chimiche pericolose, il chiarimento delle normative dell’UE sui cosmetici e l’agevolazione della registrazione dei prodotti fertilizzanti dell’UE mediante l’allineamento delle prescrizioni in materia di informazione alle norme standard REACH per le sostanze chimiche”. 

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Un nuovo regolamento dell’ECHA

L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) è stata istituita nel 2007 ai sensi del regolamento REACH per gestire i compiti tecnici, scientifici e amministrativi relativi alla legislazione dell’UE in materia di sostanze chimiche. Da allora il suo ruolo si è ampliato per coprire aree come i biocidi, la classificazione e l’etichettatura e l’acqua potabile. Ciò ha notevolmente aumentato il carico di lavoro dell’ECHA, con alcuni comitati scientifici che dovrebbero raddoppiare le loro opinioni nei prossimi anni. Ecco perché nel piano d’azione per l’industria chimica lanciato dalla Commissione c’è un capitolo dedicato proprio al nuovo regolamento voluto dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche.

“Il regolamento di base proposto dall’ECHA – scrive la Commissione – creerà un quadro giuridico indipendente per aiutare l’ECHA a gestire i suoi crescenti doveri in modo efficiente, a proteggere la salute umana e l’ambiente e sostenere la competitività dell’industria chimica dell’UE. Le riforme accelereranno la realizzazione di pareri scientifici, dando all’industria una maggiore chiarezza sulle normative sulle sostanze. Unificando i bilanci e introducendo un fondo di riserva, l’Agenzia avrà una maggiore flessibilità per allocare le risorse laddove necessario, garantendo risultati più coerenti dei comitati scientifici e processi operativi più agevoli. Come conseguenza dell’istituzione di un quadro normativo autonomo, le disposizioni pertinenti sulla governance dell’ECHA che attualmente fanno parte del regolamento REACH saranno rimosse”.

Infine per saperne di più sull’intero piano d’azione per l’industria chimica dell’UE rimandiamo all’utile pagina delle FAQ (Frequently Asked Questions, cioè le domande più richieste) a questo link.

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