Mentre lo spettro di una nuova guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa continua a preoccupare mercati e imprese, il Molise rischia di pagare un prezzo particolarmente alto. A sostenerlo è il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Roberto Gravina, che oggi porterà in aula una mozione con cui chiede alla Regione di attivarsi immediatamente per affrontare l’impatto dei dazi sull’economia locale.
«L’incertezza alimentata da Trump sui dazi – ha dichiarato Gravina – sta già destabilizzando i mercati. Ma il Molise, con il suo sistema economico fragile e fortemente concentrato, non può permettersi di aspettare. Occorre un piano regionale articolato, con misure concrete di accompagnamento per le imprese esposte».
La mozione, depositata nel mese di marzo, sollecita la creazione di un tavolo di crisi e l’elaborazione di un primo report sugli effetti delle misure doganali entro sei mesi. Tra le proposte, anche strumenti di finanziamento dedicati, sgravi fiscali, supporto all’innovazione e alla diversificazione dei mercati.
I numeri parlano chiaro. Secondo Gravina, nel 2023 le esportazioni molisane verso gli Stati Uniti hanno superato i 320 milioni di euro. Un dato significativo, se si considera che il fatturato complessivo delle aziende regionali si attesta intorno ai 2 miliardi. Ma a rendere il quadro più critico è l’alta concentrazione di ricchezza e attività produttive: appena dieci prodotti rappresentano l’86,9% del modello economico regionale.
Tra i settori più esposti figurano il chimico (già in calo del -9,7% nel 2024), il lattiero-caseario, il vitivinicolo, i prodotti da forno e soprattutto l’automotive, dominato dal gruppo DR Automobiles di Macchia d’Isernia. A questi si aggiungono marchi di punta dell’agroalimentare come La Molisana e Semolerie Ferro, e realtà d’eccellenza nel biomedicale come il Neuromed di Pozzilli.
«L’introduzione di nuovi dazi – avverte Gravina – rischia di provocare un effetto domino che colpirà filiere intere: meno export, meno competitività, calo dell’occupazione e degli investimenti, fino alla contrazione dei consumi. A farne le spese saranno soprattutto le famiglie monoreddito e le aree già economicamente deboli».
Nella nota, Gravina critica il governo Meloni per l’atteggiamento attendista: «Su questo tema, come su altri – dalla Gigafactory alla transizione ecologica – da Roma si continua a prendere tempo. Ma il Molise non può permetterselo».
Il consigliere pentastellato chiama in causa anche la Conferenza Stato-Regioni, auspicando una forte pressione congiunta per spingere l’esecutivo ad adottare misure straordinarie a favore delle imprese colpite.
Gravina richiama infine la recente missione istituzionale della Regione Molise all’Expo di Osaka, sottolineando l’importanza di aprirsi a nuovi mercati, ma ammonendo: «Serve metodo, continuità e soprattutto concretezza. Ci auguriamo che da quell’esperienza nascano occasioni vere di sviluppo, con dati, strumenti e prospettive a supporto del nostro tessuto produttivo. Perché il tempo stringe e le barriere americane sono ormai alle porte».
La mozione sarà discussa oggi in Consiglio regionale: una prova di maturità per la politica molisana, chiamata a reagire con tempestività a una minaccia che, se sottovalutata, potrebbe compromettere anni di sforzi e investimenti.
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