Crescono di 300mila euro gli introiti con le tessere, doppiati gli alleati-avversari della Lega. Ricchi contributi arrivano dalle imprese di candidati alle europee come Damilano e Iannini
Più iscritti a Forza Italia e quindi più soldi dai tesseramenti. E ancora: un aumento delle donazioni di privati cittadini e un contestuale balzo di elargizioni liberali da parte delle società.
Se fosse l’amministratore delegato di una società, Antonio Tajani sarebbe stato promosso dall’assemblea dei soci. Il bilancio 2024 del partito è in salute, con segni “più” rilevanti. Certo, pesano i 98 milioni di euro di debiti, ma il vicepremier se lì è trovati in eredità.
Ciò nonostante, nei giorni scorsi, Pier Silvio Berlusconi aveva espresso più di qualche dubbio sulla linea di FI. Ieri, secondo indiscrezioni mai confermate, doveva tenersi un incontro tra Tajani e gli eredi del Cavaliere, in particolare Marina Berlusconi.
Un chiarimento sulla strategia da seguire per rinnovare il partito, secondo i detrattori troppo legato all’ala laziale che fa riferimento al ministro degli Esteri, e ai capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri (a cui su aggiungono Alessandro Battilocchio, uno dei segretari alla presidenza della Camera, e l’umbro Raffaele Nevi, dispensatori del Tajani-pensiero). Non c’è stato alcun vertice e tutto resta cristallizzato.
Intanto la sottosegretaria ai Rapporti con il parlamento, Matilde Siracusano, ha gettato acqua sul fuoco: «È stato un suggerimento apprezzato e non divisivo come è stato interpretato da larga parte della stampa».
Tessere azzurre
In ogni caso il segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri può far valere la forza dei numeri del bilancio. Certo, il rendiconto certifica un disavanzo di 307mila euro, ma lo scorso anno è stato caratterizzato dalla campagna elettorale per le europee – costata 4 milioni – che ha fatto chiudere in rosso anche gli altri partiti. Fratelli d’Italia ha avuto un disavanzo di 681mila euro, più del doppio rispetto a FI, la Lega per Salvini premier addirittura ha chiuso con un disavanzo superiore a 1,4 milioni di euro.
Un altro dato è innegabile per i forzisti: gli eredi dell’ex presidente del Consiglio sono sempre decisivi. Le donazioni dei figli di Silvio Berlusconi e del fratello Paolo hanno garantito 600mila euro. Pian piano Tajani sta comunque lavorando per plasmare un partito autonomo, affrancandolo dalla figura del fondatore.
Il fiore all’occhiello è stata la performance sugli iscritti: gli introiti hanno raggiunto il milione e 684mila euro con un aumento di 328mila rispetto al 2023.
Un anno che era già stato eccezionale con un boom: era stata sfondata la soglia del milione e 300mila euro di ricavi sfruttando l’onda dei congressi territoriali. Secondo i numeri forniti dal partito si è passati dai 111mila iscritti del 2023 ai 150mila del 2024.
La relazione che accompagna il bilancio parla perciò di «uno straordinario risultato, sia dal punto di vista economico che di affermazione e presenza sul territorio».
Una soddisfazione suffragata ancora una volta dal raffronto con gli alleati: gli introiti delle quote associative sono il doppio di quelle della Lega per Salvini premier, che in totale (conteggiando le varie articolazioni regionali) ha incassato circa 800mila euro per le tessere.
Aziende e candidati
Il bilancio sorride all’attuale leadership di FI pure su altri aspetti. Tra questi spicca il balzo di contributi delle persone giuridiche: le donazioni di società o associazioni ammontano a 1,6 milioni di euro (un milione in più in confronto al 2023). Il partito ha capitalizzato il volano delle elezioni, le relative ambizioni dei candidati e una rete di relazioni e interessi.
La società più munifica, con 100mila euro, è stata la Morra srl, che si occupa della distribuzione di bevande. Come mai tanta generosità? L’azienda non è estranea alla galassia azzurra. È presieduta da Paolo Damilano, candidato sindaco (sconfitto) del centrodestra a Torino nel 2021, che ha fallito anche l’elezione all’Europarlamento.
Un meccanismo simile riguarda la Sistemi X Steel, con sede all’Aquila, che ha versato 65mila e 500 euro. L’azienda opera nel commercio all’ingrosso di metalli, l’amministratore è Eliseo Iannini, candidato dei forzisti alle europee nella circoscrizione meridionale.
100mila euro alle casse di Forza Italia, in due distinti versamenti da 50mila euro, sono arrivati dalla Seda International Packaging Group e della Seda Italy, che fanno capo ad Antonio D’Amato, ex presidente di Confindustria da sempre vicino a Berlusconi. E che, senza troppi misteri, oggi è il nome preferito da FI per le regionali in Campania dopo la rinuncia di Fulvio Martusciello.
Nella geografia dei sostenitori economici degli azzurri spunta la Grandi lavori, impresa edile che ha donato 50mila euro attraverso i buoni uffici con Claudio Lotito, nota a Roma per aver vinto appalti per i lavori legati al Giubileo.
La proprietaria della srl è Antonella Pennacchi, compagna di vita di Manolo Bucci, che con l’attuale presidente della Lazio e senatore di FI ha tentato il rilancio della Sambenedettese, squadra di calcio dal glorioso passato, di cui Pennacchi è stata socia unica. Con la regia del consorte.
Insomma, passano gli anni, Berlusconi non c’è più. Ma Tajani riesce ancora a convincere le imprese a credere negli azzurri.
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