“L’inverno sta arrivando”. Proprio quando si intravedeva un raggio di luce, ecco la gelata dei dazi decisi in modo estemporaneo da Donald Trump verso i prodotti europei destinati al mercato americano. Le ricadute saranno enormi e difficilmente prevedibili. Un vero e proprio tsunami che potrebbe avere ripercussioni sui prezzi e sull’occupazione.
Eppure, proprio a proposito di occupazione, gli imprenditori polesani erano stati ottimisti. Dal bollettino di luglio del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, emergeva come le aziende polesane stimassero per il mese di luglio 2.150 assunzioni e 5.720 nel periodo luglio settembre. Nel 2024 a luglio la previsione era stata di 1.720 assunzioni, quasi mezzo migliaio in meno, per il mese e di 4.700, mille esatte in meno, per il trimestre estivo. Un incremento rispettivamente del +25% e del +21,7%. Oltre il triplo rispetto a quelle che era la crescita stimata a livello nazionale, +30mila assunzioni programmate nel mese rispetto a luglio 2024 (+6%) e +85mila assunzioni rispetto al trimestre luglio-settembre dello scorso anno (+6,4%).
In realtà in 55 casi su 100 le imprese prevedevano di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, ben più del 45% di dato medio nazionale. Anche se, in realtà, le due figure più richieste risultavano quelle delle professioni commerciali e dei servizi e gli operai specializzati e conduttori impianti, con la quota di laureata di appena il 7%.
Il sondaggio è stato effettuato nella seconda metà di maggio e, allora, non si poteva prevedere lo “scherzetto americano”. Le aziende polesane intervistate che hanno indicato la propensione ad assumere sono state il 19%. E queste hanno indicato che nel 20% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’80% saranno a termine. Entrate concentrate per il 56% nel settore dei servizi e per il 68% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. In particolare, se l’industria in senso stretto prevede 710 ingressi e il primario 230, la parte del leone la fanno i servizi con 2.150. Nel dettaglio dei settori, le assunzioni previste nei servizi di alloggio e ristorazione e nei servizi turistici sono 350 a luglio e 880 nel trimestre, nei servizi alla persona 250 a luglio e 720 fino a settembre, nel commercio rispettivamente 220 e 620, nelle costruzioni 170 e 430, nell’industria alimentare 160 e 460.
Significativo, che quasi 30 assunzioni su 100 fossero ritenute appannaggio di interesseranno giovani con meno di 30 anni, ma nel 62% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Per una quota pari a quasi un quarto, il 24%, le imprese prevedono invece di assumere personale immigrato.
L’industria nel suo complesso ricerca a luglio quasi 139mila lavoratori che salgono a oltre 374mila nel trimestre luglio-settembre. Per il manifatturiero, che è alla ricerca di oltre 91mila lavoratori nel mese e di circa 242mila nel trimestre, le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (26mila nel mese e 59mila nel trimestre), seguite dalle industrie della meccatronica (20mila nel mese e 54mila nel trimestre) e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (14mila nel mese e 42mila nel trimestre).
La domanda di lavoro del comparto delle costruzioni si attesta su 47mila assunzioni nel mese e 133mila nel trimestre. Nel mese, le imprese dei servizi programmano circa 400mila contratti che salgono a oltre 1 milione per l’intero trimestre luglio-settembre. Il settore turistico continua ad offrire le maggiori opportunità di impiego con 136mila lavoratori ricercati nel mese e circa 301mila nel trimestre, seguito dal commercio (76mila nel mese e 195mila nel trimestre) e dai servizi alle persone (65mila nel mese e 207mila nel trimestre). Sono invece circa 37mila i lavoratori ricercati nel mese dalle imprese del settore primario e salgono a circa 113mila con riferimento all’interno trimestre luglio-settembre.
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