Negli ultimi anni, il modo in cui paghiamo è cambiato profondamente, spesso senza che ce ne rendessimo veramente conto. Pagamenti istantanei dal cellulare, servizi “buy now pay later” (compra ora, paga dopo) che spalmano le spese in piccole rate, wallet digitali: tutte innovazioni che sono passate dall’essere una curiosità a parte integrante della nostra quotidianità. Ma quanto sono davvero diffuse queste nuove tecnologie? Cosa ne pensano consumatori e aziende italiane? E perché oggi innovare nei pagamenti è diventato così strategico?
Una recente ricerca di TEHA Group per Fabrick fa il punto su questi temi, fotografando un’Italia in piena trasformazione sotto il segno della digitalizzazione, ma ancora alle prese con alcuni ostacoli da superare.
Cosa sono gli Embedded Finance e perché interessano tutti
L’Embedded Finance consiste nell’integrare servizi finanziari – principalmente pagamenti – all’interno di applicazioni o piattaforme non bancarie. In parole semplici: paghi il taxi con l’app che prenota la corsa, senza dover usare contanti o carte fisiche; compri online e decidi di pagare poco alla volta senza lasciare quel sito. Tutto è pensato per rendere il pagamento invisibile, più semplice e rapido possibile.
Questa evoluzione non è solo comoda per chi acquista, ma rappresenta una vera rivoluzione anche per le imprese: migliorare l’esperienza di pagamento diventa una leva fondamentale per fidelizzare i clienti e acquisire un vantaggio competitivo.
I numeri chiave: quanto siamo digitali?
Nel 2024, il 43% dei consumi degli italiani è stato effettuato tramite pagamenti digitali: sono 482 miliardi di euro di transazioni senza contanti.
3 italiani su 4 usano pagamenti digitali più volte a settimana (i cosiddetti “digital frequent”), mentre il 15% è “E-pay addicted” e ne fa uso quotidianamente.
Tuttavia, le soluzioni più innovative non sono ancora così popolari: il 59% degli intervistati non ha mai utilizzato servizi “buy now pay later”, il 37,4% non ha mai provato pagamenti account-to-account, e il 29,4% non ha mai usato un wallet digitale.
Cosa pensano le aziende? Innovare è strategico, ma molti sono ancora indietro
Il 70% delle imprese ritiene fondamentale innovare nei pagamenti digitali. Solo il 26,7% ha però già investito in soluzioni evolute. Le aziende riconoscono il valore strategico delle soluzioni digitali soprattutto per la customer experience: su una scala da 1 a 6, valutano l’impatto dell’Embedded Finance a 4,1.
I settori più all’avanguardia sono Banking & Finance (58,8% delle aziende ha già avviato progetti digitali), seguiti da ICT e Utilities. Rimane invece molto da fare in altri comparti dell’economia.
Per i consumatori: velocità, sicurezza e trasparenza fanno la differenza
Secondo chi usa abitualmente questi sistemi, la qualità dell’esperienza di pagamento dipende da:
- Velocità della transazione (37%)
- Sicurezza percepita (23%)
- Chiarezza del processo (14%)
Le criticità più frequenti invece riguardano costi nascosti (20,5%), problemi tecnici e poca trasparenza. In altre parole: il cliente vuole pagare in modo facile e sicuro, senza brutte sorprese.
L’Intelligenza artificiale: alleata contro le frodi
Aziende e cittadini sono d’accordo su un punto: il rischio di frodi è oggi una delle preoccupazioni principali. Il 21% delle imprese individua la lotta alle frodi come priorità negli investimenti. L’Intelligenza artificiale offre già risposte concrete, permettendo di ridurre rischi, velocizzare i pagamenti e migliorare la gestione globale dei dati finanziari.
Un’occasione che nessuna impresa può più permettersi di perdere
La ricerca TEHA Group per Fabrick evidenzia chiaramente: la digitalizzazione dei pagamenti è una strada senza ritorno. Chi saprà cogliere le opportunità dell’Embedded Finance – integrando servizi finanziari in modo fluido e invisibile nei propri percorsi d’acquisto – avrà un vantaggio competitivo decisivo, costruendo relazioni più solide e durature con i clienti.
Tuttavia, il tessuto imprenditoriale italiano mostra ancora una certa lentezza nell’adottare le soluzioni più avanzate. Servono visione, rapidità d’azione e la capacità di ascoltare davvero le nuove abitudini digitali delle persone. Solo così potremo mantenere il passo con una rivoluzione che riguarda tutti – consumatori, aziende, economia nel suo insieme.
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