Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha attaccato duramente l’omologo russo Vladimir Putin, lanciando un ultimatum di 50 giorni per cessare le ostilità in Ucraina, pena dazi “secondari” ai partner commerciali russi. Trump ha anche affermato che gli Usa invieranno nuove armi all’Ucraina, inclusi i missili Patriot.
Trump promette nuove armi all’Ucraina
Durante un incontro tenutosi lunedì 14 luglio con il segretario generale della Nato Mark Rutte alla Casa Bianca, il presidente degli Usa Donald Trump ha annunciato nuove forniture di armi all’Ucraina.
Trump e Rutte hanno specificato che saranno fornite dagli Stati Uniti e pagate dalla Nato, quindi anche dai Paesi europei, e che si tratterà di armi da difesa, munizioni e soprattutto missili per i sistemi antiaerei Patriot.
Donald Trump e Mark Rutte
I Paesi dell’Ue e Bruxelles stessa sono da tempo i primi fornitori di aiuti all’Ucraina, ma si tratta soprattutto di aiuti finanziari. Solo gli Usa hanno le scorte e l’industria bellica per rifornire Kiev delle munizioni di cui ha bisogno.
La minaccia di Trump a Putin
Parlando della guerra in Ucraina, Trump ha minacciato direttamente il presidente russo Vladimir Putin, dicendo di non fidarsi più di quello che dice e dimostrando un distanziamento netto rispetto al passato.
Trump è apparso deluso dalla mancanza di iniziativa russa per ottenere una pace in Ucraina e ha dato a Putin un ultimatum: la Russia ha 50 giorni per mettere fine alla guerra in Ucraina.
Se questo non accadesse, ci sarebbero conseguenze, tra cui sanzioni ancora più pesanti nei confronti dell’economia russa e alcuni “dazi secondari“.
Cosa sono i dazi secondari
I dazi sono l’arma diplomatica preferita di Trump nel suo secondo mandato, ma con la Russia non possono funzionare. A causa delle sanzioni contro Mosca, gli scambi commerciali tra i due Paesi sono quasi azzerati.
Per questa ragione Donald Trump ha parlato di dazi secondari. Si tratta di tariffe doganali imposte non direttamente alla Russia, ma ai Paesi che mantengono un rapporto commerciale con il Paese.
Si tratterebbe in particolare dell’India, che acquista grandi quantità di petrolio russo, e della Cina, che fornisce diverse componenti utilizzabili anche per la costruzione di armi e munizioni all’industria bellica di Mosca.
ANSA
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