A Cellino San Marco (Br) il “Battesimo delle Primogenite” per presentare le prime piantine nate da incroci dell’Università del Salento per la creazione di vitigni resistenti a Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa
Condividere con il territorio l’impegno a iniziare una nuova, lunga e impegnativa linea di ricerca sulla selezione varietale per la resistenza al batterio Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa presentando le prime piantine ottenute attraverso incroci interspecifici tra due diverse specie di vite, Vitis vinifera e Vitis arizonica.
È quanto ha voluto realizzare il Laboratorio di Coltivazioni arboree del Dipartimento di scienze e tecnologie biologiche e ambientali dell’Università del Salento, sotto la guida scientifica della professoressa Laura Rustioni.
E lo ha fatto promuovendo a Cellino San Marco (Br) con Cantine Due Palme l’evento “Il Battesimo delle Primogenite: un’intera comunità si stringe attorno alla Ricerca, celebrata come bene condiviso”.
Lotta a Xylella coinvolge anche comparto della vite
L’evento ha rappresentato un momento di celebrazione e consapevolezza, ma anche di speranza verso il futuro, dedicato alla ricerca per la creazione di piante resistenti al batterio che dal 2013 ha devastato il paesaggio e l’economia olivicola del Salento. Con la recente individuazione (febbraio 2024) in agro di Triggiano (Ba) di X. fastidiosa subsp. fastidiosa, la lotta al batterio coinvolge oggi anche il comparto vitivinicolo.
Ricerca contro Xylella è patrimonio da condividere
L’iniziativa ha registrato una partecipazione ampia ed eterogenea, riunendo oltre 300 persone tra esponenti universitari, rappresentanti delle associazioni di categoria, viticoltori, tecnici, tra i quali il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, l’esperto di Xylella del Cnr-Ipsp di Bari Donato Boscia, il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella e il responsabile del comitato tecnico scientifico di Ais Italia Giuseppe Baldassarre. Un pubblico attento e partecipe ha conferito all’evento un significato profondo, facendo del “Battesimo delle Primogenite” non solo un momento di divulgazione scientifica, ma anche un gesto collettivo di responsabilità e speranza. Per una sera la ricerca è divenuta patrimonio comune: condivisa, sostenuta e accolta da un territorio che, segnato dalla ferita della Xylella sull’olivicoltura salentina, guarda ora alla scienza come motore di rinascita e resilienza.
Sostenibilità agronomica e genetica delle nuove varietà
Momento centrale della serata è stato il suggestivo “rituale del “battesimo”: alle nuove piantine, frutto del primo incrocio, è stato assegnato un nome ufficiale – scelto tramite un sondaggio popolare che ha raccolto 3000 voti in tutta Italia – alla presenza di una madrina e di un padrino simbolici: Marzia Varvaglione e Francesco Maci Fortunato, testimoni dell’impegno collettivo verso un’agricoltura più consapevole e sostenibile.
La professoressa Rustioni e il suo gruppo hanno illustrato con chiarezza le finalità e le prospettive della ricerca, ponendo l’accento sulla sostenibilità agronomica e genetica delle nuove varietà, concepite per rispondere alle sfide fitosanitarie e climatiche contemporanee.
«La ricerca ha bisogno di essere nutrita non solo con risorse, ma con fiducia, comprensione e partecipazione – ha dichiarato Rustioni –. Oggi abbiamo visto che è possibile. Abbiamo piantato semi di conoscenza, ma anche di alleanza umana e civile».
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