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De Laurentiis dice addio al Maradona


Due delle piazze più importanti d’Italia, Napoli e Milano, sono alle prese con una grana stadio. Da una parte c’è la telenovela del nuovo San Siro, che ormai prosegue da tempo, mentre dall’altra De Laurentiis sorprende tutti: addio al Maradona e stadio nuovo a Poggioreale.

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Napoli, stop al nuovo Maradona

Che sta succedendo a Napoli? Sembrava tutto pronto per l’avvio dei lavori per la ristrutturazione del nuovo Maradona. Il Comune aveva precisato d’essere intenzionato a procedere anche senza la partecipazione del Napoli e, dunque, l’impianto sarà prevedibilmente rinnovato e proposto per Euro 2032.

Qualcosa però non torna. Il grande dispiego d’energie e soldi, infatti, non culminerà, forse, con una permanenza sul lungo periodo della squadra attuale campione d’Italia. Ecco infatti quanto scritti dal club in un comunicato:

“La SSC Napoli ha presentato alla Zes unica una richiesta di protocollo intitolata ‘Progetto di fattibilità del nuovo stadio per la SSC Napoli Spa situato a Napoli”.

Di colpo, dunque, De Laurentiis ha abbandonato due progetti. Da una parte quello di un impianto in provincia, che potesse godere di un’ampia area da sfruttare imprenditorialmente. Dall’altra, invece, quello di una ipotetica concessione della struttura di Fuorigrotta per 99 anni, con collaborazione fianco a fianco col Comune.

C’era dunque un motivo se il club non aveva preso parte ai tanti annunci di queste settimane da parte del sindaco Manfredi e della sua giunta.

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Napoli, dove sarà il nuovo stadio

Ammesso che tutto ciò possa trovare spazio in un prossimo futuro (decisamente complicato, pensando all’urbanistica di Napoli), l’area individuata sarebbe quella orientale. Si parla della porzione dell’ex macello nei pressi del Centro Direzionale, ai confini di Poggioreale (zona dove sorge l’omonimo carcere).

Una porzione di città tutta da rivalutare e dalle enormi potenzialità, sull’onda di una nuova fermata della metropolitana (Centro Direzionale). Lo stadio potrebbe portare nuove fonti di guadagno nella vicina Gianturco, donando magari dignità a un quartiere che il Comune ignora ormai da decenni.

Il tutto sembrava archiviato dopo il recente stop giunto proprio da parte di Manfredi (il Comune di Napoli è proprietario dei terreni).

La mossa di De Laurentiis

A cambiare le carte in tavola è il fatto che l’istanza è stata rivolta in questo caso alla Zona Economica Speciale (Zes). Dipende infatti direttamente dalla Presidenza del Consiglio, il che consente a De Laurentiis di cambiare interlocutore.

Non solo un dialogo più fluido, si prevede, ma anche molto più rapido. Il presidente del Napoli vorrebbe infatti approfittare della procedura nota come “autorizzazione unica”. Ciò consente di semplificare l’intero iter, riducendo nettamente i tempi e sostituendo alcuni dei permessi di cui normalmente si avrebbe bisogno.

Come se non bastasse, ammesso che ADL dovesse ottenere il consenso di tutti i soggetti chiamati in causa, ci sarebbero anche degli incentivi fiscali, come il credito d’imposta.

Euro 2032

Quale stadio sarà indicato per Euro 2032, il Maradona ristrutturato o il nuovo, ancora fermo su carta, di De Laurentiis? È ovvio che il presidente azzurra intenda approfittare della presenza in città degli ispettori Uefa e Figc per gettar luce sul suo progetto, che sarebbe ben più vantaggioso per il club.

Si è dunque creata una frizione evidente, anche se, formalmente, i rapporti tra Comune e Napoli restano cordiali. Aggirare Manfredi avrà però le sue conseguenze. Si attende infatti la risposta ufficiale del primo cittadino.

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Non è da escludere il via a una battaglia legale alquanto aspra (il regolamento della Zes prevede che in fase di valutazione il Comune possa esprimere la propria contrarietà), che avvicinerebbe Napoli e Milano. Le due città diventano così simbolo di un sistema che non funziona in Italia. Laddove si ha più bisogno di impianti moderni, al massimo si discute, lentamente, di restauri. E a farne le spese è l’intero sistema.





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