Incentivi all’autoimpiego solo per le nuove attività, mai svolte precedentemente. Le iniziative agevolabili, infatti, sono quelle intraprese nel mese precedente la data di presentazione della domanda d’incentivo, ancora inattive alla stessa data. A stabilirlo è il decreto interministeriale, all’esame della Corte dei conti per la pubblicazione in GU, che dà attuazione alle agevolazioni all’autoimpiego previste dal decreto Coesione.
Tutto pronto, dunque, per il via libera al bonus all’occupazione fai-da-te a favore dei giovani under35 in condizioni di svantaggio: inoccupati, inattivi, disoccupati o in condizioni di marginalità sociale. Ma per sapere le date di apertura e chiusura dei termini delle domande (e di conseguenza il periodo di operatività degli incentivi) bisognerà attendere un secondo decreto direttoriale del ministero del lavoro (al quale il primo decreto, peraltro, fa rinvio 18 volte), che potrà essere emanato entro tre mesi.
Gli incentivi all’autoimpiego
Gli incentivi, previsti agli artt. dal 16 al 21 del dl n. 60/2024, convertito con legge n. 95/2024, promuovono l’inclusione attiva e l’inserimento al lavoro, con il sostegno all’avvio d’iniziative di lavoro autonomo, d’impresa e di attività libero-professionali dei giovani under 35, in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti: essere in condizione di marginalità, vulnerabilità sociale o discriminazione; essere inoccupati, inattivi o disoccupati; essere disoccupati GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori).
Bonus per ogni attività
Gli incentivi possono essere richiesti per l’avvio delle seguenti attività: lavoro autonomo, con apertura di partita Iva; impresa individuale, mediante iscrizione al Registro imprese; impresa societaria nelle seguenti vesti giuridiche: società in nome collettivo; società in accomandita semplice; società a responsabilità limitata; società cooperativa; libero-professionali anche nella forma di società tra professionisti.
Due agevolazioni, stessa disciplina
Gli incentivi sono di due tipi, ma hanno una stessa disciplina. Il primo incentivo è «misura Acn» (autoimpiego centro nord Italia) riservato alle iniziative con sede operativa nelle regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria,Marche. Consiste, tra l’altro, di un contributo a fondo perduto in forma di voucher pari al 100% dell’investimento da realizzare, fino a massimo 30 mila euro, elevato a 40 mila euro nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
Il secondo bonus è «misura RSud» (resto al Sud 2.0) riservato alle iniziative con sede operativa nelle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia. Per tali iniziative si può richiedere, tra l’altro, un contributo a fondo perduto in forma di voucher pari al 100% dell’investimento da realizzare e fino a un massimo di 40 mila euro, elevato a 50 mila euro nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
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