Lo studio, considerando i reattori SMR e AMR, stima la creazione di circa 117.000 nuovi posti di lavoro, di cui 39.000 direttamente nella filiera. Secondo gli scenari analizzati, con un primo impianto operativo dal 2035, il nucleare risulterà vantaggioso sia dal punto di vista economico che energetico
Oggi, alla Camera dei Deputati, Confindustria ed ENEA hanno presentato il Rapporto “Lo sviluppo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale – Le potenzialità per l’industria italiana”, un documento che delinea la strategia per reintegrare l’energia nucleare nel mix energetico italiano, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione, sicurezza energetica e competitività industriale.
I VANTAGGI DELLE NUOVE TECNOLOGIE NUCLEARI
Tra i principali vantaggi delle nuove tecnologie: emissioni minime lungo l’intero ciclo di vita, produzione programmabile di elettricità e calore, basso fabbisogno di combustibile, ridotta produzione di rifiuti, costo dell’energia stabile perché non influenzato dalla volatilità delle materie prime e maggiore affidabilità della rete elettrica, senza oneri aggiuntivi per la distribuzione.
Per quanto riguarda gli aspetti economici per le due tipologie di impianti proposte (Small modular Reactor e Advanced Modular Reactor), lo studio stima la creazione di circa 117.000 nuovi posti di lavoro, di cui 39.000 direttamente nella filiera. Secondo gli scenari analizzati, con un primo impianto operativo dal 2035, il nucleare risulterà vantaggioso sia dal punto di vista economico che energetico, con benefici di rilievo per l’industria, soprattutto per i processi ad alta temperatura difficili da decarbonizzare. Il rapporto sottolinea inoltre l’efficacia di un adeguato sistema di incentivi al nucleare, sulla scia di quanto già avvenuto con le fonti rinnovabili.
GRADITI (ENEA): “SUL NUCLEARE SOSTENIBILE SERVE UNA FORTE CONNESSIONE TRA INDUSTRIA, RICERCA, ISTRUZIONE E FORMAZIONE”
Il DG ENEA Giorgio Graditi ha sottolineato come “l’energia nucleare rappresenta una leva strategica per la transizione energetica e per la competitività del sistema produttivo nazionale, in particolare nei settori ad alta intensità energetica. Oltre a favorire l’elettrificazione dei processi e ridurre il fabbisogno di energia primaria, provvedendo alla cogenerazione industriale e abilitando la produzione efficiente di idrogeno, può divenire un volano per l’innovazione e l’ulteriore sviluppo competitivo delle aziende già attive nella filiera e per le nuove che sorgeranno. Per l’attuazione di un programma sul nucleare sostenibile in Italia è necessario un approccio integrato che preveda una forte connessione tra industria, ricerca, istruzione e formazione, accompagnato da una comunicazione trasparente e basata su dati oggettivi, ossia sul rigore scientifico, per favorire un dibattito informato e una partecipazione attiva che preveda il coinvolgimento di tutte le parti interessate”.
GRADITI (ENEA): “NEL 2025 CIRCA 70 NUOVI GW DI CAPACITÀ IN COSTRUZIONE NEL MONDO”
“Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia nel 2025 è previsto un picco nella produzione di energia elettronucleare a livello mondiale, grazie al riavvio dei reattori giapponesi che sono stati fermati dopo l’incidente di Fukushima e anche alla fine dei lavori di manutenzione in diversi impianti nucleari francesi e all’avvio di nuove centrali in Cina, India e Corea. Stiamo parlando di circa 70 nuovi GW di capacità media in costruzione nel mondo, uno dei livelli più alti degli ultimi 30 anni, che si aggiungono ai 360 GW già in esercizio”. Lo ha dichiarato il direttore generale di Enea, Giorgio Graditi, intervenendo al convegno “Nuclearefuturo – Una energia sostenibile per lo sviluppo del mix energetico nazionale” in corso alla Camera dei Deputati.
“L’innovazione tecnologica – ha aggiunto Graditi – sta indirizzando le scelte di sviluppo verso nuovi modelli di reattori a fissione nucleare di piccola taglia, in grado di offrire maggiore flessibilità e affidabilità e anche molteplici applicazioni industriali rispetto alle tecnologie precedenti. In tal senso possiamo dire che le nuove tecnologie nucleari costituiscono una discontinuità tecnologica rispetto al passato, che ne permette un’adozione sicura su vasta scala grazie a un design modulare semplificato, all’utilizzo di sistemi di sicurezza passivi e ad un ampio spettro di applicazioni, che sono potenzialmente a supporto della decarbonizzazione. Stiamo parlando di SMR e AMR, che non sono indipendenti dalle generazioni precedenti, ma trasversali alle ultime generazioni di reattori. In particolare, nel caso degli SMR, utilizzano l’ultima evoluzione della terza generazione, puntando ad una taglia ridotta, a economia di serie e anche ad approcci modulari, con l’obiettivo di ridurre i tempi di costruzione e anche i tempi del ritorno economico sugli investimenti”.
LO STUDIO SUL NUCLEARE DI ENEA E CONFINDUSTRIA
L’introduzione del nucleare avanzato e sostenibile in Italia al fianco delle fonti rinnovabili si fonda sulle tecnologie di nuova generazione che consentono di raggiungere gli obiettivi ambientali e di sicurezza energetica, con benefici in termini di riduzione dei costi per cittadini e imprese e del consumo di suolo, di maggiore stabilità e sicurezza della rete elettrica e avvicinamento tra luoghi di produzione e centri di consumo. Le tecnologie alla base del rilancio sono:
– SMR (Small Modular Reactor): reattori modulari di piccola taglia, più flessibili, sicuri e adatti alla cogenerazione a media-alta temperatura. Offrono vantaggi in termini di costi, tempi di installazione e stabilità della rete.
– AMR (Advanced Modular Reactor): reattori avanzati, modulari ad alta efficienza, che si integrano in una logica complementare agli SMR, capaci di riciclare il combustibile esausto proveniente dagli SMR, di fornire calore di processo ad alta temperatura per applicazioni industriali.
LE CARATTERISTICHE DEI PICCOLI REATTORI MODULARI
– emissioni minime lungo l’intero ciclo di vita;
– produzione programmabile e stabile di elettricità e calore in modalità cogenerativa;
– minime necessità di combustibile (consentendo di stoccare facilmente riserve strategiche) e produzione di rifiuti;
– costo dell’energia marginalmente influenzato dal costo del combustibile, dunque stabile e garantito;
– maggiore stabilità, sicurezza e affidabilità della rete elettrica, senza costi aggiuntivi per il sistema di distribuzione.
LA ROADMAP DELL’ITALIA
La roadmap tracciata dal rapporto prevede di implementare una flotta di reattori nucleari di tipo SMR, in virtù della maggior maturità tecnologica, affiancati, appena disponibili, da sistemi AMR per poter beneficiare delle rispettive caratteristiche peculiari, sinergiche e complementari.
Sulla base di studi dell’AIE, il costo di generazione relativo ad impianti SMR ed AMR è stimato tra 70 e 110 USD/MWh, comparabile con il costo delle fonti rinnovabili (considerando i costi di accumulo). Secondo il rapporto, lo sviluppo del nucleare potrebbe generare un ritorno economico pari al 2,5% del PIL nazionale e creare 117.000 nuovi posti di lavoro, di cui 39.000 direttamente nella filiera.
IN ITALIA GIÀ 70 AZIENDE ATTIVE NEL SETTORE NUCLEARE
Oltre 70 aziende italiane già operano in ambito nucleare; si tratta di un presidio che, se opportunamente supportato, può fungere da volano per l’espansione della catena del valore nucleare nazionale. Numerose imprese associate a Confindustria hanno manifestato interesse ad estendere il proprio business nel settore nucleare. Per il rilancio anche industriale della ricerca in campo nucleare, sono già presenti alcuni piani d’investimento, come il Piano di Ricerca Nucleare (PNR).
Per l’attuazione di un programma sul nucleare sostenibile in Italia è necessario un approccio integrato che preveda una forte connessione tra industria, ricerca, istruzione e formazione. A tal fine, il documento evidenzia l’urgenza di un piano formativo nazionale per la qualifica di tecnici e professionisti, su tutti i livelli dell’istruzione (superiore e universitaria) e per svariate discipline (ingegneria, giurisprudenza, chimica, fisica, management). Il piano dovrà coinvolgere università, istituti tecnici e professionali, enti di ricerca e aziende interessate per potenziare la formazione a tutti i livelli e percorsi di addestramento sul campo, anche per figure provenienti da settori diversi, e garantire personale adeguatamente preparato e continuamente aggiornato.
Per mantenere la competitività a livello internazionale, è imprescindibile il sostegno pubblico alla ricerca, al fine di aumentare gli investimenti e potenziare le infrastrutture.
CRESCE IL CONSENSO SULL’ENERGIA NUCLEARE
Studi e sondaggi evidenziano un crescente consenso per il nucleare, ma anche una diffusa carenza di informazione. In questo contesto è necessaria una comunicazione chiara, accessibile, trasparente e basata su dati oggettivi per favorire un dibattito informato e una partecipazione attiva che preveda il coinvolgimento tutte le parti interessate e la diffusione di una narrativa corretta con la quale fornire le conoscenze base che consentano al pubblico di avvicinarsi con maggiore consapevolezza alle riflessioni e ai dibattiti. Fondamentale istituire programmi educativi e di divulgazione scientifica e sviluppare una cultura della sostenibilità energetica sulla base delle esperienze dei Paesi in cui la conoscenza dei benefici legati a questa tecnologia ha incrementato la sua accettabilità sociale.
REGINA (CONFINDUSTRIA): “IL NUCLEARE FORNISCE SICUREZZA, E QUESTO NON HA UN PREZZO”
“Se vogliamo continuare ad essere la seconda manifattura o ambire a essere tra le principali del mondo e se vogliamo continuare ad avere quel benessere a cui siamo abituati dobbiamo costruire una politica energetica che sostenga questo sviluppo”. Così Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’Energia.
“Ecco perché – ha aggiunto -, con senso di responsabilità, Confindustria guarda a 10-20 anni e le scelte che il paese è chiamato a fare avranno impatto tra 50 anni, ma se non ci pensiamo oggi non saremo pronti quando al paese servirà energia. Quando si parla di nucleare si parla anche di una componente che dà sicurezza alle nostre fonti energetiche, e questo non ha un prezzo. Quando di ragiona di costi, c’è un costo implicito di capacità del nostro paese di generare energia in maniera indipendente”, ha detto Regina. “Nel 2050 mi piacerebbe arrivare a un mix simile a quello spagnolo – ha aggiunto -. Oggi mi porto a casa il fatto che per gli ambientalisti il principale problema è il costo del nucleare, abbiamo smarcato il fatto che è la produzione più decarbonizzata che c’è. Le rinnovabili in Italia sono costate fino a 340 euro al MWh per un pezzo del loro cammino che hanno generato almeno 12 miliardi di euro l’anno circa 170 miliardi complessivi. Adesso improvvisamente ci preoccupiamo per un fatto che rispetto a quello mi sembra più contenuto. In Finlandia il giorno dopo l’apertura della centrale il costo dell’energia è crollato di 50 euro al MWh”.
ZOLLINO (AZIONE): “SENZA CHERNOBYL, L’ITALIA OGGI SAREBBE COME LA FRANCIA”
Senza Chernobyl e il referendum “l’Italia sarebbe stata esattamente come la Francia dove l’energia elettrica costa meno della metà dell’Italia. Le emissioni di anidride carbonica nel settore elettrico francese sono state 10 volte inferiore a quelle dell’Italia e 12 volte inferiori a quelle dalle Germania. Noi oggi saremmo come la Francia”. Lo ha detto Giuseppe Zollino di Azione durante l’evento #nuclearefuturo alla Camera. “Ha ragione Bonelli l’elettricità prodotta da fonte fotovotlaica costa meno da quella prodotta dal nucleare se guardo il costo di generazione. Oggi il nucleare può essere fatto lavorare 8000 ore e con un tasso di sconto ragionevole visto che oggi può essere finanziato con contratti a due vie che sono esattamente la strada con cui vengono finanziate nel Fer X le fonti eoliche e fotovoltaiche io non faccio più il conto al 12 o al 15%”.
ZUCCONI “ABBIAMO UN SISTEMA DI COMPETENZE, INTELLETTI E AZIENDE. DOBBIAMO REINSERIRCI IN QUESTO FILONE”
“Credo che un dato sia incontrovertibile: in tutto il mondo il consumo di energia è in crescita”, ha affermato il segretario di Presidenza della Camera, Riccardi Zucconi. “Sta a noi conciliare la richiesta di energia con la difesa dell’ambiente. Fino a prova contraria il nucleare è eco-compatibile, tutto il mondo lo sta riprendendo. Noi abbiamo un sistema di competenze, di intelletti e di aziende e dobbiamo reinserirci in questo filone per esserci e per il futuro”.
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