Le nuove Product Environmental Footprint Category Rules 3.1 cambiano per sempre il tessile europeo: stop microplastiche, fine del greenwashing, più competitività.
Il 2025 segna l’avvio di una nuova era per il fashion in Europa: la Commissione UE ha varato la versione 3.1 delle Product Environmental Footprint Category Rules (PEFCR) dedicate ad abbigliamento e calzature. Dopo cinque anni di test con aziende, ONG e centri di ricerca, il settore ha finalmente un metodo scientifico e neutrale per misurare l’impatto di ogni capo lungo l’intero ciclo di vita, dalla fibra al fine‑vita.
Come funziona la “radiografia” ambientale
Il modello, basato su Life Cycle Assessment (LCA), fotografa 13 sotto‑categorie merceologiche con 16 indicatori ambientali: carbon footprint, consumo idrico, ecotossicità, risorse abiotiche e molto altro. Il risultato permette di avere un “cruscotto” che mette in luce gli hotspot: consumo d’acqua in tintoria, uso di fossili in logistica o dispersione di microfibre nei lavaggi domestici.
Fine del greenwashing, arriva la trasparenza misurabile
Con dati primari e regole condivise, i brand possono finalmente comunicare numeri verificabili invece di slogan vaghi (“eco‑friendly”, “green”). PEFCR diventa la spina dorsale di:
- Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR);
- Green Claims Directive;
- Digital Product Passport (DPP).
Chi bluffa rischia sanzioni; chi investe in trasparenza conquista fiducia di investitori e clienti.
Innovazione e competitività: la leva del nuovo programma
La granularità dei dati spinge tutta la filiera a innovare:
- Fibre rigenerative (canapa, lyocell, scarti agricoli);
- Materiali low‑shedding contro le microplastiche;
- Design for disassembly per riciclo meccanico o chimico;
- Tessuti ultra‑resistenti che allungano la vita del prodotto.
Risultato: meno costi di risorse, più margini, migliore reputazione ESG. Oltre il 35 % delle microplastiche marine viene dai nostri armadi. PEFCR 3.1 prepara l’integrazione di modelli ISO e AATCC per misurare e tagliare le emissioni di fibre sintetiche. In prima linea c’è il Microfibre Consortium: 90 brand (Patagonia, Nike, Adidas…) puntano a zero impatto entro il 2030 con filtri per lavatrici, sacche di raccolta e finissaggi low‑friction.
Opportunità per le PMI e benefici per il consumatore, oltre che il pianeta
Le piccole e medie imprese rischiano di restare indietro se non vengono supportate con:
- Hub regionali LCA e consulenze sovvenzionate;
- Tool PEF semplificati plug‑and‑play;
- Fondi UE mirati a digitalizzazione e materiali circolari.
Chi coglie la sfida convertirà l’obbligo di compliance in vantaggio competitivo. Grazie al futuro QR code o al DPP, l’acquirente potrà confrontare l’impatto ambientale di due T‑shirt come oggi confronta prezzo e taglia. Più dati, scelte più consapevoli e spinta alle aziende virtuose.
Una trasformazione per l’industria e la sostenibilità italiana
Il programma PEFCR 3.1 trasforma la sostenibilità da optional a prerequisito di competitività nel tessile europeo. Riduce il greenwashing, taglia le microplastiche, spinge l’innovazione e ridefinisce il rapporto tra brand e consumatore. Il momento di agire è ora.
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