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Bilancio Ue 2028-2035: von der Leyen quintuplica fondi per la Difesa | Il Fatto Quotidiano


Ha spedito il commissario al Budget, Piotr Serafin, di fronte alla commissione parlamentare con pochissime informazioni da fornire, ma quasi in parallelo è stata lei, Ursula von der Leyen, a prendersi il palco di fronte ai giornalisti e presentare la nuova proposta di bilancio della Commissione Ue. Dopo una mattinata di scontri interni al collegio dei commissari e alla maggioranza che sostiene la politica tedesca, da Palazzo Berlaymont è stato finalmente prodotto il primo piano per il Quadro finanziario pluriennale 2028-2035. Una proposta da 2mila miliardi. E la voce che si prende i titoli è una in particolare: quintuplicati i fondi per la Difesa.

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“Oggi il Collegio ha adottato la proposta della Commissione sul il quadro finanziario pluriennale, il bilancio per il periodo 2028-2034 – ha esordito la presidente – Si tratta di un bilancio da 2mila miliardi di dollari per una nuova era e corrisponde all’ambizione dell’Europa, affronta le sfide europee e rafforza la nostra indipendenza. È più grande, più intelligente e più incisivo”, in modo che possa “offrire risultati per i nostri cittadini, le nostre imprese, i nostri partner e il nostro futuro”. Ed è anche “il più ambizioso mai proposto”, pur essendo “più strategico, più flessibile, più trasparente”. Ma ha precisato che “i contributi degli Stati membri al bilancio dell’Ue resteranno costanti, dato che proponiamo un salto di qualità nelle nuove risorse proprie“, ossia i fondi che l’esecutivo intende convogliare autonomamente con balzelli iper-settoriali.

Obiettivo competitività
Uno dei grandi blocchi della proposta della Commissione è il “Fondo per la competitività” che “sarà proposto con una dotazione di 410 miliardi di euro perché riteniamo essenziale sostenere le tecnologie strategiche del domani”, ha spiegato von der Leyen. “Questo fondo raddoppierà Horizon Europe, già oggi un grande programma internazionale e il più conosciuto al mondo per scienza e ricerca. Quintuplicheremo gli investimenti nel digitale, per costruire un ecosistema sicuro e innovativo. Daremmo una spinta importante al clean tech, alla bioeconomia e alla decarbonizzazione, con risorse Ue moltiplicate per sei. Ci sarà poi un obiettivo di spesa climatica e biodiversità del 35%, vale a dire circa 700 miliardi di euro destinati ai sei obiettivi ambientali dell’Ue”. Ci sono elementi che permetteranno di rafforzare le catene di approvvigionamento Ue, potenziare l’innovazione e guidare la corsa globale alle tecnologie pulite e intelligenti, continua la presidente dell’esecutivo Ue. In sintesi, aggiunge, il Fondo per la competitività “è la risposta all’appello di Mario Draghi ed Enrico Letta sulla necessità di una base industriale forte e di un mercato unico integrato”. È in questo maxi blocco che sono stati inseriti i 131 miliardi di euro per difesa e spazio, il raddoppiamento della voce di spesa relativa ai trasporti e la decuplicazione di quella per la mobilità militare.

All-in sulle armi
La grande rivoluzione rispetto al precedente bilancio settennale è senza dubbio quella che riguarda gli stanziamenti per la Difesa. Quello che è considerato il principale obiettivo di questo mandato della nuova Commissione von der Leyen, ossia potenziare la sicurezza interna e gli eserciti europei, come detto godrà di fondi quintuplicati rispetto al precedente Qfp: “Proponiamo 131 miliardi di euro per la sezione Difesa e Spazio all’interno del Fondo per la Competitività. Sono 5 volte superiori a quanto abbiamo oggi. Perché sappiamo che la sicurezza è una delle principali preoccupazioni per cittadini e governi. E rafforzerà la nostra base industriale e le nostre capacità – ha dichiarato la presidente della Commissione – Oltre al Fondo per la Competitività c’è il CEF. Stiamo raddoppiando il meccanismo per collegare l’Europa per i trasporti. E stiamo moltiplicando per 10 la mobilità militare. Così le nostre forze armate potranno muoversi più velocemente, meglio e insieme. Stiamo moltiplicando per 5 la spesa per le infrastrutture energetiche. Questo rafforza l’indipendenza energetica e accelera la transizione pulita. E aumentiamo significativamente gli investimenti nella sicurezza informatica e nelle infrastrutture a duplice uso. Si tratta della difesa europea. Della connettività europea. E della prontezza europea”.

400 miliardi per le crisi
Quello presentato tra le proteste del Parlamento Ue, garantisce la capa del Berlaymont, è “un bilancio costruito per la resilienza e l’agilità. Questo è il tema delle crisi. Abbiamo assistito a crisi, almeno io ne ho viste dall’inizio del mio mandato. È iniziata con il coronavirus. Poi abbiamo avuto una grave crisi energetica, poi la guerra russa in Ucraina e ogni volta è stato estremamente difficile reagire. È necessaria una potenza di fuoco finanziaria veloce. Perché, come sapete, il nostro bilancio attuale è strutturato in modo tale che il 90% sia fisso. Questo bilancio è stato strutturato per il 2018 e il 2019, ma oggi viviamo con questo 90% fisso”. Così, la presidente della Commissione ha introdotto il tema del fondo per le emergenze da introdurre all’interno del prossimo bilancio settennale dell’Ue: “Quello che abbiamo fatto è stato cercare di utilizzare l’articolo 122, che non è ottimale – ha continuato ricordando la discussa decisione di escludere il Parlamento Ue dal processo di adozione del piano di riarmo europeo RearmEu – Non è lo strumento migliore da avere per una crisi così grave. Per questo stiamo creando un meccanismo di crisi dedicato con una potenza di fuoco fino a quasi 400 miliardi di euro, perché l’aumento dei prezzi non è più l’eccezione, è la norma. E abbiamo imparato la lezione. Voglio essere molto chiara, non si tratta di spese o di uscite. È la possibilità, con solide garanzie per accedere a questi finanziamenti aggiuntivi nel caso in cui si verifichi una crisi imprevista. Quindi è una possibilità che abbiamo, ma non da utilizzare in tempi normali. È disponibile solo per i periodi di crisi, con un meccanismo chiaro su come negoziarlo”.

La guerra per i fondi della Pac
Lo scontro che ha messo le Commissione nel mirino di associazioni di categoria, Parlamento Ue e singoli Stati è quello che riguarda però il fondo unico per la coesione e l’agricoltura che, secondo i critici, provocherebbe tagli ingenti alle due voci storicamente tra le più corpose del bilancio Ue. Alle preoccupazioni la leader tedesca ha risposto: “Al cuore di questi piani di partenariato restano l’agricoltura e la coesione – ha detto – Sono i pilastri centrali della solidarietà europea e degli investimenti nel modello europeo. Ad esempio, stiamo preservando 300 miliardi di euro per il sostegno al reddito degli agricoltori. Questo include una riserva agricola raddoppiata, così che le condizioni di vita dei nostri agricoltori siano protette”.

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Il fulcro del primo pilastro del piano sono però i piani di partenariato nazionali e regionali, una voce di spesa da 865 miliardi di euro su 2mila miliardi complessivi, spiega von der Leyen. Si tratta di un accorpamento di una serie di fondi cruciali, tra cui quello della Politica agricola comune (Pac) sul quale gli agricoltori temono tagli. Ma quei fondi, risponde von der Leyen, “funzionano per lo più come compartimenti stagni, poco collegati fra loro, possono lavorare insieme e integrarsi di più, così che l’obiettivo europeo sia meglio realizzato sul territorio”. Un’ottimizzazione, sostiene, che non porterà quindi a minori risorse. Tesi che non convince, al momento, associazioni di categoria e un’ampia fetta dell’arco parlamentare europeo. “In tema di coesione – ha poi aggiunto – stiamo preservando per le regioni meno sviluppate almeno 218 miliardi di euro. Qui, per la prima volta, c’è un obiettivo di spesa sociale al 14%, adottato come principio generale. E, sempre per la prima volta, monitoreremo i finanziamenti sociali su tutto il Qfp”, spiega.

Un fondo da 100 miliardi per sostenere l’Ucraina
L’altra voce annunciata nelle scorse settimane ma che non smette di far discutere, soprattutto quei Paesi come l’Ungheria contrari al prolungamento del sostegno all’Ucraina, è il fondo da 100 miliardi per Kiev: “Stanziamo 100 miliardi di euro per l’Ucraina – ha annunciato von der Leyen – Sapete, abbiamo il Fondo per la ricostruzione dell’Ucraina. Inizialmente, con la revisione di medio termine, era stato stanziato con 50 miliardi, ma l’importo è in calo lento ma inesorabile. E quindi proponiamo di ricostituire il Fondo per la ricostruzione dell’Ucraina con 100 miliardi di euro per sostenere la ripresa, la resilienza e, naturalmente, il percorso verso l’adesione all’Ue”.

Pioggia di soldi per bloccare i migranti alle frontiere dell’Ue
Altra partita sulla quale von der Leyen punta molto, dato che qui trova il consenso della maggioranza degli Stati europei, è quella della lotta all’immigrazione. Così ha annunciato che Palazzo Berlaymont propone di “triplicare gli investimenti nella gestione delle migrazioni e delle frontiere perché le frontiere europee sono una responsabilità condivisa. Stiamo triplicando i fondi di solidarietà, così da poter agire rapidamente e con decisione quando si verificano disastri”. Anche su questa voce, come sull’agricoltura, la novità principale consiste nell’accorpamento di diversi fondi in “piani di partenariato” che ogni Stato membro “sviluppa secondo le priorità europee, integrando i fondi diversi in modo più efficiente. Oggi spesso vediamo diversi fondi sovrapporsi per uno stesso obiettivo, ma con criteri, tempistiche e requisiti diversi. È difficilissimo trovare, tra questi diversi fondi, quello giusto per ogni esigenza. Questa ridondanza porta a uno spreco di potenziale che non riusciamo a sbloccare per le regioni e gli Stati membri”.



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