Il nuovo bilancio pluriennale dell’Ue post 2027 è stato presentato ieri dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Si tratta di un’operazione che ha incontrato il malcontento del Parlamento europeo, del Comitato delle Regioni, di alcuni Stati membri e dei rappresentanti del Collegio. Dopo alcune tensioni interne, adesso iniziano le trattative che dureranno due anni. Si tratta, d’altra parte, di uno strumento fondamentale perché definisce e finanzia le priorità politiche della Comunità.
Il piano di Ursula von der Leyen
Il bilancio Ue per il periodo 2027-2034 sarà di circa 2 mila miliardi a prezzi correnti, compresi i circa 168 miliardi di euro che servono per ripagare Next Generation Eu. Quello in corso è pari a 1.270 miliardi di euro. Quello proposto il 16 luglio 2025 è il budget “più ambizioso mai proposto”, ha dichiarato Ursula von der Leyen, che guarda a “una nuova era” e che vuole arrivare a una fase “più flessibile e moderna”. Un obiettivo che intende raggiungere attraverso una programmazione e una pianificazione serrate. In questo modo, vuole anche affrontare in maniera più veloce ed efficiente le eventuali emergenze.
Per le questioni più urgenti, inoltre, viene proposto un nuovo Meccanismo di crisi straordinario, che prevede prestiti agli Stati ma previo benestare del Consiglio. Ursula von der Leyen ha fatto sapere che i Governi non incrementeranno i propri contributi e ha parlato di nuove risorse proprie. Fra queste ci sono le tasse sulle grandi imprese e sul tabacco, che dovrebbero portare entrate superiori ai 400 miliardi di euro.
Il disaccordo di Olanda e Germania
Per Germania e Olanda il bilancio Ue da 2 miliardi di euro non è accettabile ed è “troppo elevato”. I capitoli di spesa sono stati semplificati e ridotti da sette a quattro. I fondi di coesione e quelli della Politica agricola comune (Pac) sono uniti in un solo capitolo pari a 865 miliardi di euro, che dovrà finanziare anche la migrazione per circa 34 miliardi, la difesa e sicurezza.
Inoltre 218 miliardi saranno destinati alle regioni europee meno sviluppate e 300 miliardi ai pagamenti diretti agli agricoltori. Per accedere ai fondi, gli Stati dovranno presentare dei Piani di partenariato nazionali e regionali, uno per ogni Paese Ue, quindi 27 rispetto ai centinaia attuali. Il principio si basa su fondi in cambio di riforme come per Next Generation Eu.
Il secondo capitolo di spesa, pari a circa 590 miliardi di euro, è destinato alla competitività e all’innovazione, con un fondo dedicato di quasi 410 miliardi. Il terzo capitolo riguarda la politica estera e di vicinato e vale 215 miliardi di euro. Il quarto è dedicato ai costi dell’amministrazione per circa 118 miliardi.
Per il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, presidente del gruppo Ecr al Comitato europeo delle Regioni e dello stesso partito del vicepresidente Fitto, “la proposta è inaccettabile“. Gli enti locali lamentano l’indifferenza manifestata da Ursula von der Leyen nei confronti del ruolo delle regioni e delle città per le priorità comuni dell’Ue.
Come l’Europa vuole mobilitare 10.000 miliardi fermi in banca
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