È stato presentato ieri il Quadro Finanziario Pluriennale, una sorta di Bilancio Ue dal 2028 al 2034. Sono diverse le critiche che hanno addirittura anticipato la presentazione stessa, in particolare per l’accorpamento di filoni di fondi come quello per l’agricoltura, ma ciò che spicca nel progetto complessivo è una conferma sulla direzione guerrafondaia che la Commissione vorrebbe imprimere.
Nel Bilancio Ue settenale, infatti, vengono addirittura quintuplicati i fondi per la difesa, che raggiungerebbero i 131 miliardi.
Nella bozza del Bilancio Ue i fondi per la difesa verrebbero quintuplicati
«Si tratta di un bilancio da 2mila miliardi di euro per una nuova era – ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presentando il bilancio – Corrisponde all’ambizione dell’Europa, affronta le sfide europee e rafforza la nostra indipendenza. È più grande, più intelligente e più incisivo, in modo che possa offrire risultati per i nostri cittadini, le nostre imprese, i nostri partner e il nostro futuro. Ed è anche il più ambizioso mai proposto».
Rispetto al passato, a spiccare sono i fondi destinati alla difesa, che addirittura quintuplicano arrivando a 131 miliardi. Secondo von der Leyen, «la sicurezza è una delle principali preoccupazioni per cittadini e governi» e l’investimento «rafforzerà la nostra base industriale e le nostre capacità».
Nello specifico, per la difesa le risorse passerebbero da 12 miliardi a 62,5 miliardi, anche se con l’aerospaziale spesso di parla di dual use. Ciò andrebbe in aggiunta al piano ReArm Eu, che riguarda i singoli stati e le agevolazioni europee per riarmarsi.
Le risorse del Bilancio Ue, sottolinea ai nostri microfoni Francesco Vignarca della Rete Italiana Pace e Disarmo e dell’Osservatorio Milex, «sono sempre soldi nostri, perché provengono dai trasferimenti dei Paesi membri all’Unione». Da un primo calcolo, in particolare, l’Italia per contribuire al capitolo della difesa contenuto nel Bilancio Ue dovrebbe sporsare circa 8 miliardi in più in 7 anni, cioè poco più di un miliardo all’anno.
«Un europarlamentare europeo francese ieri ha detto esplicitamente che quelle risorse vanno recuperate dai fondi per la cooperazione internazionale, dal welfare a anche dalla diplomazia», riporta Vignarca.
Una decisione molto grave che, in realtà, aumenta i rischi per la sicurezza dei cittadini europei. La narrazione di von der Leyen, invece, è opposta, ma per il pacifista questo è frutto della bravura delle lobby delle armi, che già avevano avanzato richieste, prontamente esaudite dalla bozza di bilancio.
Nello specifico, l’Aerospace, Security and Defence Industries Association of Europe (ASD), cioè la lobby armata europea, ha pubblicato proprio martedì un documento in cui afferma che la cifra di 100 miliardi di euro «“rappresenta il minimo indispensabile per iniziare a ricostruire le capacità industriali europee nel settore della difesa».
Quella presentata ieri da von der Leyen è soltanto la prima bozza e il Bilancio può essere ancora cambiato, in particolare negli scambi del trigono che riguardano Parlamento europeo, Consiglio e Commissione.
«Faremo pressione sul Parlamento ed eventualmente poi sugli Stati membri – annuncia Vignarca – perché questa è una strada insensata che ci porterà ancora di più al baratro».
ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO VIGNARCA:
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