Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, si sa, richiede enormi investimenti. Non solo in termini di hardware, così da garantire elevate prestazioni e capacità di calcolo adeguate nei data center che devono raccogliere ed elaborare i dati, ma anche di capillarità delle strutture: in uno scenario geopolitico sempre più complesso, infatti, il tema della sovranità tecnologica è considerato un fattore primario, e poter contare su componenti infrastrutturali residenti nei confini dei mercati che si vogliono servire è essenziale per dare vita a servizi trusted, ovvero al riparo da possibili ingerenze straniere.
Basti pensare a InvestAI, il piano della Commissione europea da 200 miliardi di euro che comprende anche un fondo da 20 miliardi per la realizzazione di gigafactory dedicate per l’appunto all’intelligenza artificiale sovrana.
I piani di Oracle per Germania e Olanda
Lo hanno capito anche le big tech americane, che per continuare a espandersi nell’Unione europea devono sottostare a tutte le regole che Bruxelles ha imposto sullo sviluppo e sulla gestione di una tecnologia sensibile come l’AI.
L’ultimo annuncio di rilievo da questo punto di vista è quello di Oracle, che ha in programma di investire 3 miliardi di dollari nell’accrescimento della propria infrastruttura di intelligenza artificiale e cloud in due paesi europei nei prossimi cinque anni.
Le risorse, più nello specifico, comprendono due miliardi di dollari destinati alla Germania, dove risiede l’infrastruttura AI di Francoforte, e un miliardo per le attività già avviate nei Paesi Bassi, con l’aggiunta di capacità AI nella regione di Amsterdam.
Gli impegni di Oracle in Germania e nei Paesi Bassi arrivano solo pochi mesi dopo l’annuncio dei piani di investimento di 5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per soddisfare la domanda in rapida crescita dei propri servizi cloud nel Regno Unito.
Inoltre, l’azienda sta collaborando con le società di telecomunicazioni che stanno spostando la loro attenzione strategica e i loro investimenti verso l’infrastruttura di intelligenza artificiale. Ad esempio, in Italia, Tim Enterprise ha accettato lo scorso anno di implementare i servizi Oracle Cloud Infrastructure (Oci) nella sua offerta e di diventare partner di una seconda regione italiana, a Torino.
Le iniziative di Aws, Microsoft e Google Cloud
Ma, come accennato, si tratta di un trend che coinvolge tutti i principali cloud provider americani. Anche Aws sta investendo pesantemente nella sua infrastruttura europea per soddisfare i nuovi fabbisogni dei carichi di lavoro di intelligenza artificiale e apprendimento automatico.
Si parla di 7,8 miliardi di euro destinati nell’Aws European Sovereign Cloud, una regione cloud separata in Germania progettata per la residenza dei dati nell’Ue e l’indipendenza operativa, a cui si aggiungono gli 1,2 miliardi per lo sviluppo della struttura di Milano, che si concentrerà sull’intelligenza artificiale e più in generale sulle applicazioni di elaborazione ad alte prestazioni.
Microsoft d’altra parte ha annunciato che nei prossimi due anni amplierà del 40% la capacità dei propri data center in Europa. Il gigante tecnologico vuole essere una “voce della ragione” nelle tensioni tra Stati Uniti e Unione Europea. A ottobre, Redmond aveva varato un’iniziativa da 4,3 miliardi di euro nei prossimi due anni per espandere la propria infrastruttura di data center hyperscale cloud e AI in Italia e fornire formazione sulle competenze digitali a oltre 1 milione di italiani entro la fine del 2025.
L’impegno di Google Cloud a puntellare la propria presenza nel Vecchio continente è infine dimostrato dal recente annuncio di un investimento di un miliardo di dollari in un nuovo data center a Waltham Cross, nell’Hertfordshire, Regno Unito. Una mossa in linea con la visione del governo britannico di promuovere la leadership tecnologica sulla scena globale.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link