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Confindustria Nautica e Unione Industriali Napoli insieme per rilanciare diportismo, portualità turistica e fiere


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Da tempo Napoli è al centro dell’attenzione per tanti motivi, dalla vittoria dello scudetto nel campionato di calcio all’assegnazione della finale di Coppa America 2026, e persino per l’annunciata costituzione di un comitato promotore mirato a candidare la città partenopea come sede di un gran premio di Formula 1. Tra i più attivi, su questo ideale palcoscenico, c’è il presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, al quale si deve un altro coupe de theatre, in questo caso allestito sul palcoscenico della nautica da diporto: un settore che nonostante la mancanza di posti barca e di un moderno porto turistico, vede la città di Napoli tra le prime per tradizione cantieristica, produzione di barche, numero di diportisti, noleggio, charter e attività fieristiche (3 saloni l’anno, tra Nauticsud e le edizioni primaverile e autunnale di Navigare).


Poteva la rappresentanza locale di Confindustria trascurare questa realtà? Evidentemente no. E infatti, dopo aver siglato, il 29 gennaio del 2024, un accordo con Afina (l’Associazione Filiera Italiana della Nautica nata proprio a Napoli sulle ceneri della ANRC, l’Associazione Nautica Regionale Campana) il vertice dell’associazione degli industriali ha deciso di stringere un patto di collaborazione con Confindustria Nautica, ovvero con il suo riferimento istituzionale.


Definita “accordo di sistema”, l’intesa tra Unione Industriali di Napoli e Confindustria Nautica è stata firmata martedì 15 luglio a Roma alla presenza del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi. Alla firma era presente, con il presidente di Confindustria Nautica Piero Formenti e il presidente dell’Unione Industriali di Napoli Costanzo Jannotti Pecci, anche Marco Monsurrò, industriale napoletano (produce i generatori Coelmo) che nella struttura confindustriale ricopre il ruolo di vicepresidente con delega a Sviluppo del Mezzogiorno, ZES (Zone Economiche Speciali) e internazionalizzazione. Facile immaginare che sia lui l’ispiratore della svolta.

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L’intesa prevede un’azione sinergica su più fronti nel rispetto delle specifiche competenze: dal sostegno alla competitività delle imprese alla promozione congiunta in occasione di eventi strategici, fino allo sviluppo di percorsi formativi e attività di studio per orientare le politiche pubbliche a favore del comparto. Un comunicato congiunto illustra l’accordo spiegando che “viene sancita una collaborazione strutturata tra le due associazioni, volta a valorizzare le reciproche eccellenze nel rispetto dei rispettivi ambiti di rappresentanza e competenza”. Più in dettaglio, la nota spiega che “in base all’accordo, Confindustria Nautica è riconosciuta come l’unica rappresentanza a livello nazionale per le politiche e le attività inerenti il comparto della nautica da diporto e la sua filiera, inclusa la portualità turistica, le professioni, gli appuntamenti fieristici”.


Parole che sembrerebbero escludere il prosieguo della collaborazione tra Unione Industriali di Napoli e Afina, associazione indipendente che organizza sul territorio tre fiere nautiche (più un’altra a Roma e un’altra ancora a Bologna) e non ha mai avuto buoni rapporti con Confindustria Nautica, ma tuttora ricopre un ruolo di vertice all’interno dell’Unione Industriali di Napoli con Carolina Amato (figlia del presidente dell’associazione, Gennaro Amato), che ricopre il ruolo di vicepresidente della Cantieristica navale in quanto amministratore unico di Nautica Amato e responsabile della produzione dei battelli pneumatici Italiamarine.


Vedremo quali saranno gli sviluppi. Ma per ora il comunicato congiunto diffuso all’indomani del patto firmato a Roma definisce l’Unione industriali “riferimento esclusivo per la rappresentanza delle istanze del comparto nautico dell’Area Metropolitana di Napoli”. Il testo prosegue soffermandosi sul piano di “valorizzazione delle specificità e delle eccellenze locali in un quadro di sistema”, sottolineando che “Napoli è un polo d’eccellenza territoriale e l’intera provincia si conferma come uno dei distretti nautici più rilevanti del Paese, punto di riferimento per la cantieristica, il charter e la portualità turistica”.


Dopo aver ricordato il ruolo di vertice, anche internazionale, che Confindustria Nautica ricopre sin dal 1967 in rappresentanza di ben 720 imprese, il presidente Formenti ha tenuto a sottolineare, da parte sua, che l’accordo con l’Unione Industriali di Napoli “rafforza ulteriormente l’azione nazionale e unitaria dell’Associazione, valorizzando le sinergie con una realtà territoriale di eccellenza, in cui la nautica rappresenta un motore di sviluppo e occupazione”.

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Costanzo Jannotti Pecci, da parte sua, ha osservato: “Con l’accordo di sistema continua la strategia associativa finalizzata a creare sinergie per ottimizzare i risultati del nostro impegno a favore delle imprese. In particolare, grazie al raccordo con Confindustria Nautica, potremo contare sull’apporto di una grande associazione di settore per lo sviluppo di uno dei comparti di punta per la crescita del nostro territorio nel prossimo futuro”.


Tra diportisti e operatori del settore si guarda ovviamente con interesse alla svolta appena annunciata, ma solo il tempo potrà dirci quanto efficace potrà risultare la sinergia appena avviata tra l’Unione Industriali di Napoli e Confindustria Nautica. L’auspicio di tutti, com’è facile immaginare, è che venga considerato prioritario e inderogabile il problema della carenza di posti barca e del conseguente mancato sviluppo di una portualità turistica che al territorio potrebbe portare solo benefici. Che sia davvero un nuovo inizio per il settore? Buon vento a tutti.



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