La sede del Consorzio Esperienza Energia a Bologna.
Sempre più aziende italiane scelgono di investire in autonomia ed efficienza energetica per ridurre i costi, contenere i rischi e mantenere la competitività. Il Consorzio Esperienza Energia spiega perché oggi è una scelta strategica imprescindibile.
Parola d’ordine: indipendenza
In un contesto globale segnato da forti incertezze geopolitiche e da un’estrema volatilità dei mercati, l’autonomia energetica è diventata per molte imprese italiane una priorità assoluta. Secondo il Consorzio Esperienza Energia (CEE), ogni megawattora risparmiato equivale in media a 100 euro in meno di spesa.
Un risparmio significativo che, su consumi annui di 1.000 MWh, si traduce in circa 10.000 euro di costi evitati. Dati che stanno spingendo sempre più imprese, in particolare quelle energivore, a rivedere le proprie strategie di approvvigionamento e consumo.
Efficienza come risposta alla crisi
L’attuale quadro internazionale, aggravato dalle tensioni tra Iran e Occidente e dalla possibile chiusura dello Stretto di Hormuz – cruciale per il transito di circa un quarto del petrolio mondiale – preoccupa profondamente gli operatori industriali. Un aumento dei prezzi del greggio a 120 o 130 dollari al barile non è escluso, e impatterebbe non solo sui carburanti ma anche sul gas, con pesanti ricadute sulle bollette energetiche europee.
Di fronte a questa prospettiva, molte aziende italiane stanno accelerando i progetti di efficienza energetica. “Osserviamo un netto aumento delle richieste di supporto da parte delle imprese”, afferma Fabio Zambelli, Direttore del Consorzio Esperienza Energia. “I settori più esposti, quelli a rischio delocalizzazione, hanno compreso che contenere i costi e aumentare l’autonomia energetica sono azioni indispensabili per restare competitivi”.
Investire per restare competitivi
Sempre più aziende stanno puntando su impianti di produzione energetica autonoma, anche da fonti rinnovabili. Questo approccio non risponde soltanto a esigenze ambientali o a obblighi normativi, ma rappresenta oggi una concreta leva economica. “In media, gli interventi di efficientamento consentono un risparmio del 5% sui consumi. Ma in alcuni casi si può ottenere molto di più, soprattutto se si agisce sui processi più energivori”, precisa Zambelli.
Le PMI rischiano di perdere terreno
Il divario competitivo tra le imprese italiane e quelle di altri Paesi europei è sempre più evidente. Se i prezzi dell’energia dovessero continuare a crescere o semplicemente restare elevati, molte PMI italiane faticherebbero a mantenere la competitività dei propri prodotti rispetto a concorrenti tedeschi, francesi o spagnoli. Secondo il CEE, i costi delle materie prime in Italia sono quasi il doppio rispetto a quelli sostenuti in altri Paesi UE.
Strategie a breve per limitare i rischi
Per affrontare questa fase di grande instabilità, Zambelli consiglia strategie di breve termine. “Chi non ha adottato coperture di rischio nei mesi passati oggi si trova esposto. In questi casi è preferibile bloccare a prezzo fisso le forniture per i prossimi mesi, così da contenere l’impatto della volatilità”.
Fabio Zambelli, Direttore del Consorzio Esperienza Energia.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link