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Il nucleare può valere il 2,5% del PIL italiano


“Il mercato cumulato della filiera nucleare italiana potrebbe arrivare a 46 miliardi di euro con 15

miliardi di valore aggiunto diretto e un impatto economico annuale che può superare i 50 miliardi circa il 2,5% del Pil.

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Tale programma attiverebbe fino a 120.000 nuovi posti di lavoro in totale (117.000 secondo lo scenario Pniec) di cui circa 39.000 diretti nella filiera, a fronte dei 13.500 occupati odierni”: lo ha detto Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’energia, all’evento Nucleare Futuro organizzato da Confindustria.

Il nostro Pniec, ha spiegato Regina, prevede di avviare i primi reattori modulari di piccola taglia (SMR) nel 2035, raggiungendo 2 GW al 2040 e fino a circa 8 GW (SMR e AMR, reattore modulare avanzato) al 2050, coprendo così intorno all’11% della domanda elettrica nazionale a regime (circa 66 TWh).

I vantaggi della nuova tecnologia

Tra i principali vantaggi delle nuove tecnologie: emissioni minime lungo l’intero ciclo di vita, produzione programmabile di elettricità e calore, basso fabbisogno di combustibile, ridotta produzione di rifiuti, costo dell’energia stabile perché non influenzato dalla volatilità delle materie prime e maggiore affidabilità della rete elettrica, senza oneri aggiuntivi per la distribuzione.

Nel 2025 circa 70 nuovi GW di capacità in costruzione

“Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia nel 2025 è previsto un picco nella produzione di energia elettronucleare a livello mondiale, grazie al riavvio dei reattori giapponesi che sono stati fermati dopo l’incidente di Fukushima e anche alla fine dei lavori di manutenzione in diversi impianti nucleari francesi e all’avvio di nuove centrali in Cina, India e Corea. Stiamo parlando di circa 70 nuovi GW di capacità media in costruzione nel mondo, uno dei livelli più alti degli ultimi 30 anni, che si aggiungono ai 360 GW già in esercizio”. Lo ha dichiarato il direttore generale di Enea, Giorgio Graditi, intervenendo al convegno “Nuclearefuturo – Una energia sostenibile per lo sviluppo del mix energetico nazionale” in corso alla Camera dei Deputati.

“L’innovazione tecnologica – ha aggiunto Graditi – sta indirizzando le scelte di sviluppo verso nuovi modelli di reattori a fissione nucleare di piccola taglia, in grado di offrire maggiore flessibilità e affidabilità e anche molteplici applicazioni industriali rispetto alle tecnologie precedenti. In tal senso possiamo dire che le nuove tecnologie nucleari costituiscono una discontinuità tecnologica rispetto al passato, che ne permette un’adozione sicura su vasta scala grazie a un design modulare semplificato, all’utilizzo di sistemi di sicurezza passivi e ad un ampio spettro di applicazioni, che sono potenzialmente a supporto della decarbonizzazione. Stiamo parlando di SMR e AMR, che non sono indipendenti dalle generazioni precedenti, ma trasversali alle ultime generazioni di reattori. In particolare, nel caso degli SMR, utilizzano l’ultima evoluzione della terza generazione, puntando ad una taglia ridotta, a economia di serie e anche ad approcci modulari, con l’obiettivo di ridurre i tempi di costruzione e anche i tempi del ritorno economico sugli investimenti”.

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In Italia 70 aziende attive nel nucleare

Oltre 70 aziende italiane già operano in ambito nucleare; si tratta di un presidio che, se opportunamente supportato, può fungere da volano per l’espansione della catena del valore nucleare nazionale.

Numerose imprese associate a Confindustria hanno manifestato interesse ad estendere il proprio business nel settore nucleare.

Per il rilancio anche industriale della ricerca in campo nucleare, sono già presenti alcuni piani d’investimento, come il Piano di Ricerca Nucleare (PNR).

Per l’attuazione di un programma sul nucleare sostenibile in Italia è necessario un approccio integrato che preveda una forte connessione tra industria, ricerca, istruzione e formazione. A tal fine, il documento evidenzia l’urgenza di un piano formativo nazionale per la qualifica di tecnici e professionisti, su tutti i livelli dell’istruzione (superiore e universitaria) e per svariate discipline (ingegneria, giurisprudenza, chimica, fisica, management). Il piano dovrà coinvolgere università, istituti tecnici e professionali, enti di ricerca e aziende interessate per potenziare la formazione a tutti i livelli e percorsi di addestramento sul campo, anche per figure provenienti da settori diversi, e garantire personale adeguatamente preparato e continuamente aggiornato.

Per mantenere la competitività a livello internazionale, è imprescindibile il sostegno pubblico alla ricerca, al fine di aumentare gli investimenti e potenziare le infrastrutture.

Come investire sul nucleare

Il nucleare sta tornando alla ribalta a causa dell’aumento della domanda globale di energia e dell’urgente necessità di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette. L’eccezionale densità energetica dell’uranio, progetti avanzati relativi ai reattori, il rinnovato sostegno politico e la capacità del nucleare di fornire energia affidabile, scalabile e pulita sono tutti fattori determinanti per la sua rinascita. 

WisdomTree, innovatore nel settore finanziario a livello globale, ha ampliato la sua gamma tematica lanciando un nuovo strumento sulle tematiche legate all’energia nucleare:

ETF WisdomTree Uranium and Nuclear Energy UCITS

Isin: IE0003BJ2JS4 (NCLR)


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L’ETF si propone di replicare la performance in termini di prezzo e rendimento, al lordo di commissioni e spese, del WisdomTree Uranium and Nuclear Energy UCITS Index. L’indice proprietario è progettato per replicare le prestazioni delle aziende coinvolte negli aspetti più critici della catena del valore dell’uranio e dell’energia nucleare. L’ETF investe in tutta la catena del valore, offrendo esposizione alle società che estraggono uranio e a quelle coinvolte nella costruzione, nello sviluppo e nella manutenzione delle infrastrutture e dei reattori per l’energia nucleare. Sono inoltre inclusi gli innovatori che sviluppano le tecnologie nucleari di prossima generazione, come i piccoli reattori modulari (SMR). Total expense ratio (TER) 0,45%. Valuta di denominazione Usd. Valuta di quotazione Euro. Non distribuisce dividendo. Leggi il documento KID.


 



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