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La data strategy nelle imprese italiane secondo l’Osservatorio del PoliMi


Secondo l’Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2024 la spesa delle aziende italiane in risorse infrastrutturali, software e servizi connessi alla gestione e analisi dei dati sarebbe aumentata del +20%, raggiungendo il valore stimato di 3,42 miliardi di euro. Un passo avanti verso la diffusione della data strategy e di un approccio data-driven.

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Cos’è la data strategy e perché è fondamentale per le aziende

Nell’era digitale, i dati rappresentano una delle risorse più preziose per le aziende, ma disporre di grandi quantità di informazioni non è sufficiente: è fondamentale saper gestire, analizzare e valorizzare i dati in modo strategico.

È qui che entra in gioco la data strategy, ovvero la pianificazione e gestione strutturata dei dati per supportare gli obiettivi di business. Questa strategia va a definire come raccogliere, archiviare, organizzare e utilizzare i dati per prendere decisioni migliori, ottimizzare le attività e creare valore.

Importanti i vantaggi che si possono ottenere da una data management strategy:

  • Miglioramento delle decisioni aziendali, perché l’analisi dei dati permette di basare le decisioni su fatti e analisi anziché su intuizioni o supposizioni, portando a scelte più consapevoli e tempestive;
  • Innovazione e sviluppo di nuovi prodotti: analizzando i dati sui comportamenti dei clienti, sulle tendenze di mercato e sulle performance dei prodotti, le aziende possono individuare nuove esigenze e sviluppare soluzioni più mirate;
  • Efficienza operativa, visto che la gestione strutturata dei dati consente di identificare inefficienze nei processi, ridurre i costi e migliorare la produttività;
  • Customer experience personalizzate: utilizzando i dati per comprendere meglio la clientela, le aziende possono offrire esperienze più rilevanti e personalizzate, aumentando la fidelizzazione.

Una data strategy efficace presuppone:

  • Governance dei dati: vanno infatti definite regole e responsabilità per garantire qualità, sicurezza e uso etico dei dati;
  • Architettura tecnologica, con un’infrastruttura integrata capace di supportare l’analisi e la condivisione dei dati;
  • Competenze e cultura del dato, dal momento che promuovere una mentalità data-driven all’interno dell’organizzazione è indispensabile per ottenere risultati;
  • Obiettivi chiari: la data strategy deve essere allineata con la visione e gli obiettivi aziendali.

Qual è il grando di maturità nel data management delle grandi aziende in Italia?

Oggi la creazione di valore passa attraverso la costruzione di strategie e processi che combinano dati, intelligenza artificiale e cultura aziendale

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Adottare tecnologie avanzate non basta: per avere un reale vantaggio competitivo, è fondamentale che siano funzionali a una data-driven strategy basata sull’uso consapevole dei dati, pensata per rispondere a obiettivi ben definiti e che sia perfettamente calata nel contesto culturale dell’azienda. Non vanno poi trascurati aspetti come l’accessibilità e l’usabilità dei dati, che devono essere trasformati in informazioni utili, di qualità, di facile comprensione e utilizzo.

Fortunatamente, la consapevolezza dell’importanza dell’implementare una data strategy è sempre più diffusa nelle aziende italiane, in particolare in quelle di maggiori dimensioni. Non a caso, in base alle evidenze dell’Osservatorio della School of management del PoliMI, dal 2021 a oggi le aziende che hanno introdotto ruoli e responsabilità di data management sono passate dal 25% al 46%. Resta però un problema sulla bontà delle informazioni: solo il 24% delle imprese dichiara di essere soddisfatto della qualità dei dati di cui dispone.

Come già sottolineato, una data strategy davvero efficace prevede un cambiamento culturale: oltre all’avere un team di data scientist (presente nel 36% delle grandi aziende), è fondamentale promuovere una cultura aziendale basata sull’analisi dei dati diffusa in tutta l’organizzazione, affinché ogni decisione e ogni strategia sia presa sulla base delle informazioni raccolte ed elaborate. 

Per comprendere il livello di maturità della data strategy delle aziende, l’Osservatorio Big Data & Business Analytics ha sviluppato il Data Strategy Index. Secondo questo indice, nel 2024, il 23% delle grandi organizzazioni risulta essere a un livello avanzato nell’implementazione della strategia basata sui dati (+3% rispetto al 2023), mentre l’11% è da considerarsi ancora immaturo (-5%).

Come prevedibile, esiste una correlazione positiva fra Data Strategy Index e dimensione aziendale: le realtà più grandi sono tendenzialmente più mature. Considerando invece il settore di appartenenza, le aziende avanzate sono più diffuse in ambito bancario, assicurativo, utility, editoria, media e telecomunicazioni.

A che punto è invece l’implementazione di una data strategy nelle PMI?

Cresce l’attenzione verso la gestione dei dati anche fra le PMI: nel 2024 il 79% (+5% rispetto al 2023) delle piccole e medie imprese italiane ha dichiarato, infatti, di svolgere attività di analisi dati almeno descrittive. La maggior parte delle PMI svolge, però, questo tipo di analisi solo sporadicamente e non ha al proprio interno figure professionali dedicate. 

Sono solo una minoranza le PMI in cui la data strategy è centrale nei processi aziendali. Non sorprende dunque sapere che soltanto il 37% dichiara di aver definito degli obiettivi specifici in merito per il 2025 e fra chi lo ha fatto (per lo più medie imprese) il focus è stato soprattutto sulla formazione del personale allo scopo di sviluppare competenze interne.

Una data management strategy efficace è oggi una componente essenziale per ogni azienda che voglia affrontare le sfide della trasformazione digitale. Non si tratta solo di una questione tecnica, ma di una leva strategica che coinvolge ogni area dell’organizzazione: investire in una solida gestione dei dati significa costruire le fondamenta per un futuro sostenibile, innovativo e competitivo. E il momento di iniziare a farlo è adesso.

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