L’Inps ha presentato in Parlamento il suo rapporto annuale sui dati raccolti per quanto riguarda pensioni, lavoro e bonus. Per la previdenza sociale, l’istituto ha riscontrato un netto aumento dell’età pensionabile media, dovuto alle condizioni sempre più difficili di accesso alle forme di pensione anticipata.
Aumenta invece la spesa pubblica per le pensioni. Negli ultimi 8 anni è cresciuta del 68%, diventando una delle voci principali nel bilancio dello Stato. Migliora però la sostenibilità del sistema, soprattutto grazie alle riforme che hanno aumentato l’età per la pensione di anzianità e vecchiaia.
Sta sparendo la pensione anticipata
L’ultimo rapporto annuale dell’Inps, presentato il 16 luglio in Parlamento, ha mostrato un aumento molto significativo dell’età pensionabile tra il 2023 e il 2024. Lo scorso anno l’età media delle persone che hanno smesso di lavorare per ricevere un trattamento previdenziale era di 64,8 anni, mentre nel precedente era di 64,2 anni.
Un aumento di 0,6 anni, poco più di sette mesi, in un anno è molto significativo e non comune a meno che non si tratti di una riforma. La legge sulle pensioni non è però stata toccata. A cambiare sono state una serie di norme temporanee che, negli anni scorsi, permettevano di andare in pensione in anticipo. Si tratta di:
- Quota 103;
- Opzione Donna.
Queste due norme erano state introdotte nello scorso decennio come forme di cosiddetta “flessibilità” rispetto alla legge che regola la previdenza in Italia, la legge Fornero. Il Governo Meloni ha però ridotto fortemente il numero di persone che possono accedervi, rendendo i requisiti più difficili da raggiungere.
Quanto spende lo Stato per le pensioni
Una scelta, quella di rendere difficile l’accesso alle forme di flessibilità, che va in contrasto con molte delle idee dei partiti di maggioranza sulle pensioni. La Lega in particolare ha spesso fatto campagna elettorale per “superare la legge Fornero“, proponendo di fatto di diminuire l’età pensionabile.
Dopo anni di spesa pubblica svincolata dai limiti europei a causa del Covid però, l’Italia ha dovuto rientrare in parametri molto stringenti per la spesa pubblica, pur avendo a disposizione decine di miliardi del Pnrr. Il Governo Meloni ha effettuato molte revisioni della spesa, ottenendo risultati significativi; tra questi c’è stato anche un contenimento della spesa pensionistica.
Le uscite per coprire le pensioni non sono però calate. Nel 2024 hanno raggiunto 364 miliardi di euro, il 68% in più rispetto al 2016. Il nuovo sistema è però molto più sostenibile e la spesa dovrebbe iniziare a calare tra il 2027 e il 2028, quando la generazione più numerosa, quella nata all’inizio degli anni ’60, avrà raggiunto l’età pensionabile.
Agli uomini quasi 300 euro in più delle donne
Istat ha rilevato anche un grosso squilibrio tra le pensioni maschili e femminili. Gli uomini, con una carriera in media più continua e più remunerativa rispetto a quella delle donne, ottengono assegni previdenziali più alti:
- pensione media lorda: 1.860 euro;
- pensione media maschile: 2.143 euro;
- pensione media femminile: 1.595 euro.
Gli uomini, inoltre, tendono a ritirarsi dal lavoro prima, sfruttando la pensione anticipata strutturale nella legge Fornero, che permette di smettere di lavorare dopo aver versato 42 anni e 10 mesi di contributi.
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