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Msc rinuncia a Moby dopo l’alt dell’Antitrust per rischio monopolio


L’Antitrust ferma l’acquisizione di Moby Lines da parte di Msc. La compagnia di navigazione italo-svizzera fondata da Gianluigi Aponte ha fatto sapere di aver rinunciato all’acquisizione della società specializzata nel trasporto passeggeri via traghetto.

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La decisione è arrivata dopo l’istruttoria dell’Agcm dello scorso novembre, che segnalava “possibili violazioni dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”, norma che vieta comportamenti anticoncorrenziali e abusi di posizione dominante.

Le rotte

Tra le rotte finite sotto la lente dell’Antitrust per possibile condotta anticoncorrenziale ci sono quelle per la Sardegna:

  • Civitavecchia-Olbia;
  • Genova-Olbia;
  • Genova-Porto Torres.

Così, per evitare che l’istruttoria dell’Agcm conducesse a una sanzione, Msc ha rinunciato ad acquisire Moby e cederà la quota del 49% al gruppo Onorato Armatori (che prende il nome dal fondatore Achille Onorato). Moby, da parte sua, restituirà a Msc il finanziamento di 243 milioni di euro ricevuto nel dicembre 2023.

Perchè l’Antitrust ha fermato la trattativa

Nel dettaglio, l’Agcm segnalava il rischio di “restrizione della concorrenza” nel trasporto marittimo nel Mediterraneo nel caso di acquisizione di Moby da parte di Msc. Nel documento si faceva riferimento in particolare a Grandi Navi Veloci (Gnv), società di navigazione controllata da Msc attraverso la holding Sas – Shipping Agencies Services.

Scrive l’Agcm:

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I mercati nei quali operano Moby e Gnv sono estremamente concentrati e caratterizzati dalla presenza di un numero esiguo di imprese […] In questo contesto, la creazione di un forte legame strutturale tra Moby e Gnv, discendente dall’operazione di acquisizione della partecipazione del 49% di Sas nel capitale di Moby, potrebbe produrre un deterioramento delle dinamiche concorrenziali sui mercati interessati, in violazione dell’articolo 101 Tfue. In particolare, l’acquisizione di una partecipazione di minoranza di Sas in Moby potrebbe facilitare, anche attraverso contatti tra le parti, il coordinamento delle rispettive politiche commerciali.

Inoltre, secondo l’Antitrust, l’acquisizione di una partecipazione di minoranza di Sas in Moby potrebbe ridurre la concorrenza anche nei mercati in cui Gnv e Moby competono con Grimaldi, potendo favorire l’emersione di un equilibrio collusivo a detrimento dei consumatori.

La storia dell’acquisizione

La storia dell’acquisizione Msc-Moby affonda le sue radici nel 2012, quando la Compagnia Italiana di Navigazione, controllata dal gruppo Onorato, già proprietario di Moby, acquisì Tirrenia dallo Stato per 380 milioni di euro, da corrispondere in più rate.

Tuttavia, Moby non riuscì a completare il pagamento e, nel 2020, presentò domanda di concordato preventivo al Tribunale di Milano. È in questo contesto che, nel marzo 2022, intervenne Msc, firmando un accordo con il Gruppo Onorato per acquisire il 49% di Moby, versando 150 milioni di euro. L’operazione venne formalizzata a settembre 2023 e, nel dicembre successivo, MSC concesse a Moby un ulteriore finanziamento di 243 milioni per accelerare la conclusione del concordato.

L’operazione suscitò l’opposizione del Gruppo Grimaldi, che presentò segnalazioni e ricorsi all’Agcm. Il 13 novembre 2024 l’Antitrust avviò un’istruttoria su Moby, Gnv e Shipping Agencies Services, per verificare eventuali restrizioni alla concorrenza. In particolare, l’indagine si concentrò sui legami tra Moby e Gnv, rivelando che su tre rotte in Sardegna operavano quasi esclusivamente queste due compagnie. Per questo, per evitare possibili sanzioni, Msc ha deciso di abbandonare l’acquisto.

Cosa succede adesso

Vicenda conclusa, quindi? In realtà no, perché prima di archiviare il fascicolo, l’Antitrust ha stabilito una consultazione pubblica, che avverrà in due fasi: entro il 16 agosto dovranno giungere le osservazioni degli altri operatori di mercato su tali impegni (ed è possibile che Grimaldi torni in gioco) ed entro il 15 settembre 2025 potranno giungere eventuali rappresentazioni delle società interessate sulle osservazioni ricevute.





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