Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

«Non li abbandoniamo». E Schlein sfida il governo


Il ministro del Pnrr ammette: «Piano aree interne da correggere». Il Pd presenta la proposta per gli investimenti con un fondo di 6 miliardi su strade e imprese

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Ai borghi servono investimenti per infrastrutture, incentivi per l’acquisto delle case e misure per sostenere le imprese. La sfida al governo arriva dal Pd con una precisa proposta. La destra ha infatti dovuto innestare la retromarcia sui piccoli borghi e le aree montane. La strategia dell’abbandono, prevista dal Piano nazionale strategiche delle aree interne (Psnai), è stata accantonata. L’annuncio è arrivato a Montecitorio dal ministro del Pnrr e delle politiche di coesione, Tommaso Foti.

A pagare il conto, infatti, sarebbe stato principalmente quel Mezzogiorno, che la destra di Giorgia Meloni dice di voler rilanciare. E usare, contestualmente, come granaio di voti. Di fronte al fatto compiuto è scattata l’operazione-rinnegamento. Nessun abbandono delle zone meno abitate.

Così, nonostante la sostanziale assenza di politiche per il Mezzogiorno in quasi tre anni di legislatura, è arrivata la nomina a sottosegretario al Sud dell’ex segretario della Cisl, Luigi Sbarra.

L’offensiva dem

Il Partito democratico ha fiutato il momento e vuole inchiodare la maggioranza alle proprie responsabilità. Con questo intento, nelle prossime ore sarà depositata una proposta di legge alla Camera. La prima firma è della segretaria del Pd, Elly Schlein, che dà un impatto maggiore all’iniziativa.

Non si tratta dunque di una delle tante operazioni parlamentari, ma la volontà dei dem di intestarsi la battaglia sullo sviluppo dei borghi contro l’abbandono graduale immaginato – inizialmente – dal governo.

Contabilità

Buste paga

 

La proposta di legge, che Domani può anticipare, prevede in particolare la creazione del «fondo per lo sviluppo infrastrutturale delle aree interne con una dotazione complessiva di 6,3 miliardi di euro finalizzato al finanziamento della viabilità provinciale, del piano straordinario per la viabilità delle strade dei comuni delle aree interne e del piano straordinario per il contrasto al fenomeno dissesto idrogeologico, che è alimentato con parte delle risorse destinate al finanziamento del Ponte sullo stretto».

I campi di intervento sono vari, a cominciare dalle imprese: il Pd punta a reperire 200 milioni di euro dai tagli ai sussidi ambientalmente dannosi per le esenzioni alle aziende, che scelgono di collocare la sede nei piccoli borghi. C’è poi il finanziamento di oltre 100 milioni di euro per l’agricoltura e di 50 milioni di euro per supportare il lavoro agile.

Soprattutto viene messo nero su bianco l’impegno di garantire sgravi, attraverso il credito d’imposta, per l’acquisto e l’affitto delle case. L’intento è chiaro: evitare lo spopolamento. Una missione che passa anche attraverso il mantenimento di scuole e presidi sanitari. Il testo è stato il frutto del giro avviato fin dai mesi scorsi dal deputato dem, Marco Sarracino, responsabile del tema. All’interno ci sono le coperture per ogni singolo capitolo di spesa.

Il ragionamento di Schlein e degli altri firmatari parte dalle previsioni dell’Istat: la quota di comuni che, entro 10 anni, sarà interessata da fenomeni di declino demografico è pari al 70 per cento. La cifra sale al 90 per cento nel Mezzogiorno.

Da qui parte un duplice obiettivo politico del Pd: «Da un lato “rimediare” agli errori commessi dal governo che ha tagliato le risorse per i collegamenti materiali e immateriali, dall’altro valorizzare e definire nuovi strumenti per la cura del territorio».

Insomma, una serie di idee messe sul tavolo da cui il governo non può divincolarsi buttandola in propaganda. Il ministro Foti ha annunciato alla Camera «una misura che sicuramente metterà a tacere coloro i quali impropriamente hanno parlato».

Parole che hanno provato a coprire la figuraccia, svelata da Domani, con il Piano nazionale strategico delle aree interne che annunciava, come uno dei quattro obiettivi, quello «dell’accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile». Il Pd mette ora a disposizione la base per un confronto sui numeri e le idee.

Intanto l’ex capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia la prende alla larga: è al lavoro per eliminare il passaggio finito nella bufera. «Alla fine anche il ministro Foti è stato costretto ad ammetterlo: alcuni obiettivi di quel piano sono sbagliati», ha incalzato Sarracino. Ma c’è anche un altro passaggio del piano che desta perplessità: «La popolazione può crescere solo in alcune grandi città e in specifiche località particolarmente attrattive». Come dire, addio ai borghi.

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Scaricabarile meloniano

Certo, Foti ha subito praticato l’arte dello scaricabarile, un must dell’èra meloniana: ha sostenuto che il piano è stato oggetto di una strumentalizzazione. Quindi ha attribuito al Cnel il passaggio incriminato. Gli attori interessati chiedono comunque un cambio di passo sulle aree interne. «Sarebbe ora di smetterla con le polemiche e concentrarsi sull’impiego degli 800 milioni di euro previsti dal piano», dice a Domani il presidente dell’Uncem, Marco Bussone, che rilancia un tema: «Serve un piano per le aree interne così come c’è stato quello per la aree urbane, prevedendo ulteriori investimenti».

Il governo ha un bel po’ di materiale da cui partire. Nel dubbio resta fermo: al momento sul web è consultabile la stessa versione del Psnai, che prevede accompagnamento al declino irreversibile. La lotta allo spopolamento può attendere.

© Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contabilità

Buste paga

 

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari