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Nuovo Testo Unico Iva: razionalizzazione e criticità applicative – Sistema Ratio


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Il Testo Unico Iva approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 14.07.2025 rappresenta un decisivo passo avanti nel processo di riorganizzazione e razionalizzazione della normativa fiscale italiana in materia di Iva. La nuova disciplina, destinata a entrare in vigore a partire dal 1.01.2026, accorpa e coordina le principali normative (precedentemente frammentate tra D.P.R. 633/1972, D.L. 331/1993, D.L. 41/1995 e altre disposizioni complementari) creando un corpus unitario composto da 171 articoli. La caratteristica fondamentale di questa riforma è la sua natura compilativa, finalizzata a ricondurre in un testo unico tutte le regole vigenti, semplificando l’accesso alla normativa senza stravolgerne il contenuto sostanziale. Tuttavia, il Testo Unico non si limita a una mera trasposizione di norme esistenti, ma integra già importanti aggiornamenti derivanti dal diritto unionale, in particolare dalla Direttiva 2006/112/CE e dalla più recente Direttiva 2022/542, seppur con alcune criticità ancora evidenti, soprattutto per quanto concerne le esenzioni e il trattamento degli enti del Terzo Settore.

Uno degli aspetti innovativi riguarda l’inserimento organico delle regole sulla fatturazione elettronica, la trasmissione telematica dei corrispettivi e la dichiarazione Iva precompilata. Il nuovo assetto normativo recepisce integralmente anche le regole relative agli scambi intraunionale, determinando l’abrogazione definitiva del D.L. 331/1993 e di altre disposizioni ormai obsolete, tra cui l’art. 1 D.L. 746/1983 relativo al regime degli esportatori abituali. La revisione delle esenzioni introduce nuove criticità, in particolare penalizzando alcuni enti del Terzo Settore, poiché la bozza limita alcune esenzioni ai soli enti non commerciali, escludendo di fatto le imprese sociali (in ciò creando un’ingiustificata disparità rispetto ad altri soggetti giuridici), circostanza già oggetto di rilievi da parte dell’Agenzia delle Entrate e di osservazioni parlamentari.

Sul fronte degli interventi edilizi e delle aliquote ridotte, si segnala un necessario aggiornamento dei riferimenti normativi, con l’introduzione del richiamo al Testo Unico dell’Edilizia e il superamento di richiami a leggi ormai abrogate, pur rimanendo ancora da completare la revisione delle tabelle delle aliquote e l’allineamento alla Nomenclatura doganale Europea. Tra gli elementi più significativi si evidenzia la riscrittura delle norme sulle operazioni internazionali, con l’eliminazione della bolla di accompagnamento come documento probatorio per le esportazioni e la valorizzazione della prova doganale secondo la procedura AES prevista dal Codice Doganale dell’Unione, oltre a una riorganizzazione delle regole di territorialità che include anche le prestazioni di servizi in streaming e un aggiornamento delle regole relative allo split payment, con l’esclusione dal 1.07.2025 delle società quotate FTSE MIB.

Degna di nota è la collocazione delle norme sugli adempimenti e sulla liquidazione Iva all’interno del Testo Unico. Il Testo Unico prevede altresì una puntuale ricognizione delle norme di interpretazione autentica, compendiata nell’art. 169, raccogliendo oltre 50 disposizioni esterne che hanno contribuito alla formazione dell’attuale disciplina Iva. Rimangono aperte diverse sfide per il completamento della riforma entro il 2026, tra cui il perfezionamento delle regole relative agli enti non commerciali e del Terzo Settore, la completa revisione delle aliquote ridotte in ottemperanza alla Direttiva 2022/542, e una possibile rivisitazione del meccanismo della detrazione dell’Iva, temi che potrebbero essere oggetto di successivi decreti attuativi previsti dalla legge delega n. 111/2023.

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