Il Comune di Robassomero compie un passo strategico verso la transizione ecologica e abbraccia in modo deciso il paradigma dell’energia condivisa, aderendo ufficialmente alla Comunità Energetica Rinnovabile CER Monviso. Un’adesione che, seppur formalizzata solo nel marzo 2025, rappresenta il punto di arrivo di un percorso politico ben più ampio, fortemente voluto dall’amministrazione del sindaco Antonio Massa, che da tempo lavora per trasformare il piccolo centro della cintura torinese in un laboratorio di sostenibilità.
Non si tratta di un’operazione simbolica, ma dell’inserimento in una rete strutturata e concreta: la CER Monviso nasce nel 2024 come Fondazione di Partecipazione, promossa dal Comune di Villafranca e dalla società Energy Villafranca S.r.l. L’obiettivo è chiaro: costruire un modello energetico alternativo, partecipativo e fondato sulle rinnovabili, dove le comunità locali possano produrre, condividere e consumare energia in modo indipendente, riducendo la dipendenza da grandi fornitori e contribuendo al tempo stesso alla decarbonizzazione del sistema.
Robassomero ha scelto di esserci. E non solo in termini formali. L’adesione comporta l’inizio di una nuova fase operativa, che vedrà il coinvolgimento di cittadini, imprese, enti e associazioni locali. Non sarà più necessario essere solo consumatori: ogni aderente alla comunità potrà diventare un “prosumer”, cioè produttore e consumatore al tempo stesso, partecipando attivamente al ciclo dell’energia e beneficiando degli incentivi introdotti dal Decreto CER del Ministero dell’Ambiente. Incentivi economici reali, che permettono a chi produce energia da fonti rinnovabili all’interno della comunità di ottenere vantaggi tangibili.
Il progetto si inserisce nel più ampio disegno europeo per l’efficienza energetica e la lotta al cambiamento climatico, coerente con gli obiettivi del Green Deal e alimentato dai fondi del PNRR. Ma se le direttive arrivano dall’alto, è nei territori come Robassomero che esse trovano il loro compimento concreto. Non a caso il Comune ha deciso di valorizzare le risorse rinnovabili locali, puntando a una economia circolare e a una solidarietà energetica che coinvolga l’intera cittadinanza.
La CER Monviso, come tutte le comunità energetiche riconosciute, non ha scopo di lucro: i benefici generati dalla produzione e condivisione dell’energia vengono redistribuiti tra gli aderenti, migliorando la qualità della vita e la resilienza economica delle famiglie e delle imprese. Robassomero potrà così accedere all’autoconsumo diffuso, grazie anche al supporto tecnico e organizzativo offerto dalla Fondazione. Un aiuto che comprende assistenza nelle pratiche burocratiche, nella comunicazione e nell’avviamento concreto degli impianti.
Secondo i promotori, questo tipo di struttura rappresenta la vera rivoluzione energetica in atto nel nostro Paese. Un’evoluzione che passa dalla centralizzazione alla distribuzione, dal consumo passivo alla partecipazione attiva, e che trasforma la gestione dell’energia in un processo democratico e territoriale. In questo senso, Robassomero non è soltanto un beneficiario, ma un attore consapevole che si assume la responsabilità di contribuire alla costruzione di un modello energetico più giusto.
La CER Monviso è già diventata un punto di riferimento per altri comuni del Piemonte, grazie alla sua struttura flessibile e inclusiva. Oggi, con l’ingresso di Robassomero, la rete si rafforza e si amplia, confermando la possibilità concreta di una transizione sostenibile anche nei centri più piccoli. Il progetto non riguarda solo l’energia, ma tocca anche ambiti sociali, economici e culturali, stimolando nuovi comportamenti collettivi e nuove forme di collaborazione.
Sul piano ambientale, i vantaggi sono evidenti: riduzione delle emissioni di CO₂, minor dipendenza da fonti fossili, e valorizzazione delle fonti locali, come il fotovoltaico e le altre rinnovabili. Sul piano economico, le famiglie aderenti possono ottenere sgravi sulle bollette, mentre le imprese locali possono investire in impianti condivisi abbattendo i costi. Sul piano sociale, infine, la CER promuove un senso di appartenenza e responsabilità condivisa che rafforza il tessuto comunitario.
Il Comune ha già avviato una campagna informativa per coinvolgere i cittadini. Incontri pubblici, sportelli dedicati e un sito web aggiornato aiuteranno gli abitanti a capire come entrare a far parte della comunità energetica, quali requisiti sono necessari e quali vantaggi si possono ottenere. Una fase di avvio che sarà accompagnata anche da iniziative didattiche nelle scuole e momenti formativi per tecnici e amministratori.
Il percorso non sarà privo di ostacoli: la burocrazia, le difficoltà tecniche e la necessità di un cambiamento culturale profondo rappresentano ancora sfide da affrontare. Ma la strada è tracciata. Robassomero ha deciso di non restare indietro, di non aspettare che siano altri a guidare il cambiamento, ma di mettersi in gioco direttamente, dimostrando che la sostenibilità non è uno slogan, ma una scelta politica e amministrativa concreta.
E mentre molte realtà faticano a tenere il passo delle nuove direttive ambientali, Robassomero si propone come modello virtuoso di un’Italia che cambia, che sperimenta, che osa. In un’epoca in cui il dibattito energetico è spesso appannaggio delle grandi città e dei grandi investimenti, è proprio un piccolo Comune a ricordarci che la rivoluzione verde si costruisce dal basso, attraverso scelte locali, partecipazione collettiva e una visione condivisa del futuro.
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