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SMART, lettera aperta ai nove comuni delle isole toscane • Elbapress


Italia Nostra, da anni, sostiene con convinzione il Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano, nato come organismo sovracomunale per valorizzare in modo unitario il patrimonio culturale delle nostre isole.  Ci fa piacere raccontarne la storia, ricordare come l’abbiamo vissuta.
Sembra passato tanto tempo da quando Monica Barni, allora vicepresidente della Regione Toscana, presentava sulla terrazza del Barcocaio nel Comune di Rio l’idea di un sistema museale consortile. Lo faceva con passione e chiarezza, davanti agli assessori alla cultura e ai responsabili delle biblioteche elbane. Ogni volta che veniva all’Elba, portava con sé la sua inconfondibile cartellina con la sigla SMART, simbolo di un progetto che, sebbene non sempre al centro delle sue visite, restava per lei una priorità.
Nonostante iniziali diffidenze di alcune amministrazioni, preoccupate forse da un progetto che imponeva collaborazione paritaria tra Comuni, il messaggio cominciò a passare. Fondamentale fu la risposta entusiasta di un numero sorprendente di associazioni culturali attive nelle nostre isole, che si riunirono a Marciana Marina per affermare il loro sostegno.
Finalmente, dopo un percorso non privo di ostacoli, il Sistema Museale prese vita. Con risorse modeste ma idee chiare, fu nominata una Direttrice Scientifica e costituito un Comitato Scientifico. Quel momento segnò una svolta importante: l’immagine dell’Elba cominciò a rinnovarsi, smettendo di essere solo territorio da promuovere turisticamente con fondi propri. Al contrario, il Sistema iniziò a vincere bandi regionali e nazionali, portando finanziamenti nuovi, piccole e grandi opportunità. Anche la GAT (Gestione Associata del Turismo) cominciò a guardare con interesse alle ricadute culturali di SMART, sostenendo in alcune occasioni i progetti.
Così, invece dei soliti eventi sparsi e non coordinati, comparvero manifestazioni condivise, visibili anche fuori dall’isola. Si parlava finalmente di archeologia, di arte, di botanica, di paesaggio in un contesto strutturato, con attività didattiche, locandine, comunicati, relazioni in convegni nazionali, risultati documentati dalle prime statistiche, presentazioni delle prime raccolte dati dei visitatori in costante aumento, con alcuni casi in eccezionale aumento.  Era un primo successo concreto. E, soprattutto, si affacciava la speranza di un secondo bando, più ampio, più strutturato, più maturo.
Poi, il silenzio.
Si è lasciato scadere il contratto triennale senza spiegazioni, senza rinnovarlo temporaneamente o concordare per tempo un nuovo bando. È così passato quasi un anno. Finanziamenti sono andati perduti, la Regione ha sospeso tutto. E con questo, si è affievolita anche la credibilità costruita grazie al lavoro attento e appassionato della Direttrice.
Oggi restano solo piccoli musei, spesso privi di figure scientifiche, e un paesaggio magnifico ma orfano di un progetto culturale condiviso. Chi ha scelto l’inerzia invece della collaborazione?
Italia Nostra chiede con determinazione che venga fatta chiarezza. La sospensione del Sistema SMART non è solo uno stallo amministrativo: è una regressione culturale.

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