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sono già 45 mila gli occupati e 19 miliardi il fatturato- Corriere.it


Aumentano le aziende del settore alimentare nel mondo delle B Corp: sono già 45 mila gli occupati e 19 miliardi il fatturato
Crediti Foto: Getty Images

Il numero di B Corp certificate (aziende che soddisfano rigorosi standard di performance sociale e ambientale, responsabilit� e trasparenza, ndr) operanti nel settore food � cresciuto del 166 per cento solo nell’ultimo triennio. Ad oggi si contano 30 realt� italiane certificate in questo ambito che da sole generano circa il 20 per cento del fatturato complessivo di tutte le B Corp italiane. Un movimento che ormai conta 352 aziende, con oltre 45mila occupati e un fatturato complessivo superiore ai 19 miliardi di euro. Dati che confermano come nel settore food siano sempre di pi� le aziende che hanno deciso di impegnarsi in un percorso di sostenibilit� volto alla tutela dell’ambiente e al benessere della societ�.

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Negli ultimi tre anni il numero di aziende certificate B Corp nel settore food � aumentato di quasi quattro volte, con 30 realt� italiane che generano circa il 20 per cento del fatturato totale delle B Corp in Italia. Questo movimento conta attualmente 352 aziende, con oltre 45mila persone e un fatturato superiore ai 19 miliardi di euro. Le B Corp del settore food si concentrano sulla sostenibilit� ambientale, con 22 delle 30 aziende che adottano modelli di business focalizzati sulla riduzione dell’inquinamento e sulla protezione delle risorse naturali. Tra i modelli di business pi� comuni, spicca quello che mira a ridurre o risanare sostanze tossiche. Un modo di lavorare etico e sostenibile per l’ambiente e per chi ci lavora, le aziende B Corp, infatti, si impegnano a sostenere le comunit� locali, e si concentrano sul benessere dei dipendenti, promuovendo iniziative per l’inclusione, la salute e la qualit� della vita

A livello territoriale, la distribuzione geografica delle B Corp del settore food vede una forte concentrazione nel nord Italia (63,3 per cento), in particolare Lombardia ed Emilia-Romagna raccolgono entrambe una presenza pari al 20 per cento. Il centro Italia raccoglie una quota del 20 per cento del totale, mentre il sud il 16,7 per cento delle imprese certificate. Queste aziende impiegano complessivamente oltre 18mila persone. Quasi la met� di queste � rappresentata da medie imprese con un organico compreso tra 50 e 250 dipendenti, seguite dalle grandi aziende con oltre 250 collaboratori (il 16 per cento del totale). Le microimprese, con meno di 10 addetti, rappresentano una quota pi� contenuta (3,3 per cento), mentre la fetta pi� piccola (3 per cento) � composto da realt� di grandi dimensioni con pi� di 1.000 dipendenti.

La tutela ambientale al centro

L’obiettivo � generare un impatto positivo lungo tutta la filiera agroalimentare. La maggioranza di queste aziende, 22 su 30, ha sviluppato modelli di business che pongono al centro la tutela ambientale, con particolare attenzione alla riduzione dell’inquinamento e alla protezione delle risorse naturali. Tra i 27 Impact Business Models (Ibm) ottenuti nell’area ambiente, quello pi� frequentemente adottato � legato alla riduzione o al risanamento delle sostanze tossiche che valorizza le imprese i cui prodotti o servizi contribuiscono in modo concreto alla diminuzione o al recupero di elementi inquinanti per l’ambiente.

Dal sostegno alla genitorialit� alla salute: l’attenzione alle persone

Il 30 per cento delle aziende invece si impegna attivamente nei confronti delle comunit�, offrendo supporto nello sviluppo economico locale, mentre il restante 12 per cento, genera un impatto positivo nei confronti dei propri dipendenti o clienti attraverso iniziative orientate all’inclusione, al benessere e alla qualit� della vita. In particolare, alcune realt� investono nella valorizzazione e nell’integrazione delle persone con disabilit�, altre sostengono la genitorialit�, la sicurezza finanziaria, la salute e il benessere dei collaboratori, promuovendo il loro coinvolgimento e la soddisfazione sul luogo di lavoro. Altre aziende, ad esempio, adottano pratiche virtuose per ridurre gli sprechi alimentari, recuperare e riciclare imballaggi o investono in energie rinnovabili per il trasporto degli alimenti.

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