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A lezione di sostenibilità – Varesefocus


Parte tutto da un seme, trasportato dal vento, che si poggia sul terreno. Le tipiche piogge di inizio estate arrivano e nel giro di qualche mese, con piccoli accorgimenti, quel seme è pronto a germogliare e a crescere fi no a diventare un albero forte e robusto. Del resto, “Per fare un tavolo basta un fiore”, si cantava sui banchi di scuola per imparare come, effettivamente, basti poco per fare qualcosa di grande. Con questa filosofi a di vita, semplice ma d’impatto, nel 2009 a Varese è nato il programma Green School, un’iniziativa che punta a diffondere nelle scuole la cultura della sostenibilità con l’adozione di buone pratiche verdi e di comportamenti rispettosi dell’ambiente. “L’idea di partenza è nata da Ferruccio Jarach, professore di un liceo di Laveno – spiega Paola Sacchiero, Responsabile Educazione allo Sviluppo sostenibile di Cast Ong di Laveno Mombello – che aveva inventato le fi gure dei ‘Guardiani della Luce’ per spronare i ragazzi ad adottare delle regole di risparmio energetico a scuola, che hanno permesso una riduzione del 40% dei consumi energetici scolastici. Da questa attività è nata Green School, ampliando le buone pratiche ai rifiuti, alla mobilità e alla biodiversità. Da qui la Provincia ci ha notato e il progetto è stato esteso a sempre più scuole, fino ad essere replicato a livello provinciale, arrivando così a siglare un Protocollo d’Intesa”.

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Partito da poche scuole sul territorio varesino, insieme all’Università degli Studi dell’Insubria e Agenda 21 Laghi (l’iniziativa locale di sostenibilità ambientale che si ispira al programma di sviluppo sostenibile promosso al Summit della Terra del 1992), negli anni il progetto è uscito dai confini della provincia varesina, per arrivare fi no a Cagliari, Milano, Venezia e Roma. La progettualità si articola su 6 pilastri: rifiuti, acqua, mobilità, spreco alimentare, energia e biodiversità. Per ognuno di essi vengono predisposte delle linee guida tematiche, sviluppate da un Comitato Tecnico Scientifico, che aiutano gli insegnanti ad affrontare il tema e ad analizzare come viene trattato all’interno delle mura scolastiche. Grazie a queste analisi, gli studenti si possono rendere conto, ad esempio, dell’eccessivo impiego delle bottigliette di plastica nella scuola, propendendo perciò verso soluzioni più green, come l’utilizzo di borracce. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, invece, ci sono il Pedibus e il Carpooling, insieme a tutte quelle pratiche in grado di ridurre il numero di veicoli attorno ad una scuola, generando un beneficio all’intera comunità che comprende la scuola stessa.

“Investire nella sostenibilità significa dare ai nostri giovani strumenti concreti per affrontare il futuro – sottolinea Marco Magrini, Presidente della Provincia di Varese –. Green School è un progetto che parte dalla scuola, ma ha un impatto diretto anche sulle famiglie e sulla comunità, promuovendo scelte responsabili che fanno bene a tutti. Noi continuiamo a sostenerlo perché crediamo nei progetti che portano risultati tangibili e questo è uno di quelli”. Green School si contraddistingue per la sua vocazione pratica, perché permette ai ragazzi e alle ragazze delle scuole, dall’asilo alle superiori, di dar vita a concreti comportamenti consapevoli, attraverso attività adeguate alle varie fasce di età. L’obiettivo è formare cittadini capaci di affrontare la transizione ecologica in atto. “Il progetto Green School ha portato alla nascita di un Patto Educativo di Comunità che è risultato fondamentale – sottolinea Paolo Landini, dell’Ufficio Sostenibilità Ambientale della Provincia di Varese –. Coinvolge, infatti, imprese, enti, Associazioni del territorio, per sostenere iniziative locali di sviluppo sostenibile. Inoltre, lavorare con tutte le fasce scolastiche ci permette di costruire un percorso educativo coerente e continuo nel tempo. Le modalità di supporto al progetto sono infinite: dal sostegno economico alla partecipazione attiva alla progettualità, collaborando all’organizzazione di lezioni sulle tematiche ambientali o fornendo materiali di lavoro. Gli enti o le aziende che fossero interessati possono collaborare nella maniera che più preferiscono”.

Importante è anche il rapporto con la comunità. Non è un caso, infatti, che molte attività ecologiche siano partite dalle scuole per poi “contagiare” i cittadini e i paesi limitrofi . Questa contaminazione incrociata rappresenta uno dei criteri di valutazione delle scuole aderenti al progetto che, al termine dell’anno scolastico, vengono valutate in base a diversi criteri, per poi ricevere una certificazione Green School, riconosciuta anche da Unesco come conforme ai Green School Quality Standards. Con questo progetto, le scuole partecipano ad una catena di collaborazione, diventando mutui esempi virtuosi a cui ispirarsi. Sono diversi gli istituti che propongono buone pratiche che vengono poi replicate con successo. “Stiamo portando questa rete ai tavoli ministeriali – conclude Paolo Landini –, per aprire un confronto con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dell’Istruzione. L’obiettivo non è creare nuovi tavoli, ma valorizzare quelli già esistenti e portare una proposta concreta che venga dal territorio”.



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