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Audizione STMicroelectronics in Regione, la Lega: “Agrate non si tocca”


Alessandro Corbetta, capogruppo leghista in Regione, non usa mezzi termini: “il piano industriale di STMicroelectronics è da rispedire al mittente“. Le dichiarazioni seguono l’audizione in Regione fissata proprio per parlare della situazione dell’azienda che potrebbe arrivare a 1500 esuberi solo sul sito di Agrate. “Dall’audizione di questa mattina è emerso un dato chiaro – ha commentato Corbetta- il territorio non accetterà mai la penalizzazione della STMicroelectronics di Agrate, un’eccellenza industriale e strategica per tutta la Lombardia e l’Italia”. Anche per STMicroelectronics come è stato per Peg Perego nella stessa mattinata, i vertici aziendali non si sono presentati e Corbetta lo ha sottolineato: “Dispiace l’assenza della governance aziendale, ma il messaggio deve arrivare forte: un piano industriale che depotenzi Agrate va rispedito al mittente.”

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STMicroelectronica e i fondi pubblici

Hanno invece partecipato rappresentanti del Ministero delle economie e delle finanze e del Ministero delle imprese, i sindaci del territorio, la Provincia di Monza e Brianza e le rappresentanze sindacali. Imprescindibile il tema dei finanziamenti pubblicidiventati oggetto nei giorni scorsi anche di un esposto alla procura dell’Europa a firma del portavoce M5S Marco Fumagalli. “Dopo aver ricevuto ingenti fondi pubblici è inaccettabile pensare di sacrificare un sito come quello di Agrate, dove lavorano migliaia di persone e dove si produce innovazione – ha commentato Corbetta – Oggi si conferma la necessità di incalzare la governance, ricordando che si tratta di una società con partecipazioni pubbliche di due Stati, per arrivare a una profonda revisione del piano.”

A questo punto si guarda al tavolo del 28 luglio al Ministero che, secondo Corbetta, sarà il momento decisivo e un’occasione per ribadire all’azienda la necessità di cestinare l’ultimo piano industriale presentato.

Il Pd sulla STMicroelectronics

“Per il caso della StMicroelectronics è stato un momento di confronto importante -ha commentato il dem Gigi Ponti dopo l’audizione – perché è emerso chiaramente, una volta di più che Regione Lombardia è compatta nel chiedere il blocco dei licenziamenti. Il punto vero, e che ho ribadito nel mio intervento, è cosa intende fare il Governo – visto che lo Stato è azionista di Stm, quindi è il suo ‘padrone’ – rispetto a questa situazione”.

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E ancora: “non riesco a non trovare l’assenza della Stm in questa sede uno sgarbo verso i sindaci presenti, la provincia di Monza Brianza e anche la stessa Regione. Il punto in questione è proprio questo: la vicenda è aperta da troppo tempo”.

“A questo punto vogliamo sapere cosa ha chiesto il padrone, o azionista di riferimento, all’azienda. È stato detto di bloccare il processo che porta la Stm, in particolare nel sito di Agrate, a dismettere l’attività e a non procedere con i licenziamenti? Quando sento parlare di ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro prima di aver chiuso una trattativa, mi preoccupo”, ha proseguito Ponti.

Durante l’incontro, la Fiom ha ribadito che il tempo sta scorrendo pericolosamente. Il piano industriale presentato da ST è ritenuto inadeguato, sbilanciato sulla riduzione dei costi, e non rispondente né alle esigenze del sito di Agrate, né a quelle dell’industria nazionale della microelettronica. “Abbiamo denunciato con forza che mentre si discute nei tavoli istituzionali, ST sta procedendo unilateralmente alla dismissione di produzioni e allo smantellamento di macchinari, con trasferimenti verso la Francia e Singapore, in netta contraddizione con le richieste di revisione avanzate dal Governo, dalla Regione e dagli enti locali”, afferma il segretario generale della Fiom Cgil in Brianza Pietro Occhiuto.

“Inoltre, è necessario smascherare una mistificazione – continua – gli investimenti annunciati per il sito di Agrate non sono nuovi, bensì impegni già presi negli anni passati e mai realizzati. Non si tratta di un rilancio, ma del recupero in ritardo di promesse disattese, che non possono bastare per salvare il futuro industriale del sito”.

“Per questo, chiediamo che venga fermato ogni processo di trasferimento tecnologico e produttivo fino a quando non sarà definito un nuovo piano industriale, vero, condiviso e orientato alla crescita”, conclude il segretario generale della Fiom Cgil in Brianza.



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