I mercati finanziari europei stanno vivendo quest’anno un momento di rilancio. Dopo anni in cui erano stati messi in secondo piano rispetto a quelli statunitensi, le Borse del vecchio continente stanno attirando nuovamente l’attenzione degli investitori di tutto il mondo. I motivi di questo ritrovato appeal sono diversi: dalla ripresa economica in corso a una politica monetaria più accomodante con continui tagli dei tassi d’interesse (rispetto al rigore per ora mantenuto dalla Fed, per esempio), a un quadro inflativo tornato sotto controllo, ai segnali di rafforzamento in settori strategici come difesa, energia e industria. In questo contesto – secondo l’analisi che arriva dagli esperti di Morningstar – l’Europa appare sempre più come un’opzione credibile e interessante per chi cerca nuove opportunità di investimento.
Mercato azionario: il quadro non è immune da rischi
Tuttavia, il quadro non è privo di rischi. Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, in particolare i dazi dell’Amministrazione guidata da Trump e l’incertezza sulle prossime mosse delle Banche centrali, mantengono alta la prudenza tra gli operatori broker. Nonostante ciò, per molti analisti il 2025 segna un punto di svolta: l’Europa non è più considerata il fanalino di coda della finanza globale, ma un’area con potenziale di crescita concreto. In un mondo finanziario che cambia rapidamente, il vecchio continente torna quindi sotto i riflettori: più forte delle tensioni commerciali, la guerra tra Russia e Ucraina e la crisi in Medio Oriente. Secondo gli esperti, oltre ai fattori citati sopra, contribuiscono anche le nuove politiche di spesa della Germania e l’aumento dei fondi destinati alla difesa nei Paesi NATO.
Mercato azionario: dove si concentrano ora le opportunità?
Gli investitori, secondo la chiave di lettura di Morningstar, dovrebbero guardare con attenzione soprattutto su tre settori: la difesa, i servizi pubblici e le mid-cap europee. In primo luogo, spiegano gli esperti, le aziende europee del settore, come Rolls-Royce e BAE Systems, stanno beneficiando dell’aumento della spesa militare. Le prospettive restano buone anche per i prossimi mesi, con una domanda che si mantiene alta. Passando al secondo settore, da monitorare sono anche le società come Iberdrola (Spagna) e National Grid (Regno Unito) che stanno investendo per diventare partner delle grandi aziende tecnologiche, fornendo loro energia rinnovabile. Il capitolo dedicato alle imprese ‘mid-cap’ invita a guardare alle aziende di medie dimensioni che producono beni reali, apprezzate per la loro solidità e ora sotto i riflettori degli investitori.
Tassi d’interesse in calo: un aiuto per le Borse
Un allentamento del costo del denaro, che implicherebbe più consumo, investimenti e nuova occupazione, fornirebbe ulteriore carburante alle Borse. Ecco perché l’investitore in azioni non deve trascurare la politica della Banca Centrale Europea, che ha tagliato i tassi d’interesse otto volte nel corso del 2025, portandoli dal 4% al 2%. Il suo obiettivo era stimolare l’economia e riportare l’inflazione al 2% – un traguardo raggiunto. Alcuni analisti prevedono uno o due ulteriori tagli nei prossimi mesi. Al momento, nel Regno Unito la Banca d’Inghilterra invece finora è apparsa più cauta. Oltremanica, dove c’è un’inflazione ancora alta (3,4%), sono stati effettuati infatti solo due tagli e i tassi d’interesse restano al 4,25%. Tuttavia, anche qui si prevede una lenta ma progressiva riduzione, che potrebbe favorire la ripresa.
Rischi legati al commercio: l’Europa sotto pressione
C’è invece un diverso ‘‘mood’’ degli operatori per quanto riguarda le tensioni commerciali con gli Usa. Mentre il Regno Unito ha siglato un accordo preferenziale con Washington – che agevola le esportazioni di auto e prodotti aerospaziali – l’Ue rischia di subire nuovi dazi. L’attuale sospensione delle tariffe è in scadenza e il Presidente Donald Trump ha già annunciato di applicare un aumento del 30% se non si raggiungerà un accordo. Questo crea grande incertezza per le imprese europee e potrebbe avere un impatto negativo sui mercati, almeno nel breve termine. Secondo alcuni gestori, l’Europa potrebbe comunque raggiungere una crescita economica simile a quella Usa entro il 2026. Se l’Ue riuscirà a gestire bene i rapporti commerciali e continuerà a investire in settori chiave, come edilizia e transizione energetica, la sua economia potrebbe diventare sempre più attraente.
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