In linea con l’Industrial Action Plan per il settore automobilistico europeo, la Commissione Europea ha proposto un’estensione significativa delle esenzioni dai pedaggi e dalle tariffe d’uso per i veicoli pesanti a zero emissioni. Il nuovo termine proposto per tale regime agevolativo è il 30 giugno 2031, rispetto alla scadenza attuale fissata al 31 dicembre 2025.
Questa misura rappresenta un tassello centrale nella strategia comunitaria di decarbonizzazione del trasporto stradale pesante e risponde alla necessità di incentivare gli investimenti in veicoli elettrici o a idrogeno, che a oggi risultano meno competitivi per via dei costi iniziali significativamente più elevati.
Una misura integrata nella strategia climatica e industriale dell’Ue
Il trasporto pesante su strada è uno dei settori più difficili da decarbonizzare, ma anche tra i più strategici per la competitività dell’economia europea. Secondo i dati della Commissione Europea, nel 2022 i veicoli industriali pesanti — pur costituendo solo il 2,4% del parco circolante — hanno contribuito per oltre il 27,5% alle emissioni di CO₂ del trasporto stradale dell’Unione. Questo squilibrio evidenzia non solo l’urgenza dell’intervento, ma anche la necessità di politiche mirate e differenziate rispetto a quelle applicate al trasporto leggero.
La proposta di estensione delle esenzioni dai pedaggi e dai canoni infrastrutturali per i veicoli a zero emissioni rappresenta, in questo quadro, uno strumento multifunzione: da un lato consente di abbattere le barriere economiche all’adozione di tecnologie emergenti (come veicoli elettrici a batteria e fuel-cell), dall’altro si inserisce coerentemente nel quadro normativo europeo definito dai CO₂ Emission Performance Standards per i mezzi pesanti, che prevedono una riduzione obbligatoria del 43% delle emissioni medie entro il 2030 (rispetto al livello base del 2019).
La misura è, quindi, più di un incentivo fiscale: è un elemento di coordinamento strategico tra regolazione ambientale, politica industriale e innovazione tecnologica. Consente agli operatori del settore logistico e ai costruttori europei di anticipare le scadenze normative, beneficiando nel contempo di un vantaggio competitivo in termini di costi operativi. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, i costi totali di proprietà (TCO) per veicoli pesanti elettrici potrebbero raggiungere la parità con quelli diesel solo nella seconda metà del decennio: l’esenzione dai pedaggi rappresenta quindi un ponte economico temporaneo ma strategico, per accelerare questo equilibrio.
Dal punto di vista delle imprese manifatturiere, in particolare dei costruttori europei di veicoli industriali, l’intervento consente di sfruttare economie di scala nelle linee produttive a basse emissioni, di attivare sinergie con la filiera della componentistica avanzata (e-mobility, idrogeno, batterie), e di massimizzare l’accesso ai finanziamenti previsti dal Green Deal Industrial Plan, in particolare quelli legati al Net-Zero Industry Act.
Infine, l’estensione del regime di esenzione rappresenta anche un messaggio politico chiaro agli Stati membri e agli operatori privati: l’Ue intende accompagnare la transizione ecologica del trasporto pesante non solo attraverso l’obbligo normativo, ma anche tramite strumenti di supporto mirato e coordinato. È una scelta che rafforza la coerenza sistemica tra clima, industria e mobilità, e promuove una governance multilivello della transizione, basata su responsabilità condivise ma anche su incentivi concreti.
Un ecosistema normativo in evoluzione: verso una fiscalità differenziata per la mobilità sostenibile
L’attuale proposta di estensione delle esenzioni dai pedaggi autostradali per i veicoli pesanti a zero emissioni costituisce una tappa evolutiva nel lungo percorso di riforma della fiscalità ambientale europea applicata alla mobilità. In particolare, si innesta sull’architettura giuridica della Direttiva 1999/62/CE, il quadro normativo di riferimento per la tariffazione dell’uso delle infrastrutture stradali, già oggetto di una revisione sostanziale nel 2022 per permettere la differenziazione dei pedaggi in base alle prestazioni ambientali dei veicoli.
Tale differenziazione — fondata sul principio “chi inquina paga” e integrata da quello “chi inquina meno, paga meno” — ha già consentito agli Stati membri di applicare esenzioni o forti riduzioni ai mezzi a zero emissioni fino al 31 dicembre 2025. Tuttavia, il quadro post-2025 prevedeva solo riduzioni parziali (dal 50% al 75%), introducendo un rischio concreto di rallentamento degli investimenti in flotte green, proprio nella fase in cui la maturità tecnologica delle soluzioni alternative (elettrico, fuel cell, e-fuels) si sta consolidando ma resta più costosa.
Con l’emendamento proposto, la Commissione Europea mira a stabilizzare l’incentivo fiscale fino al 30 giugno 2031, rafforzando uno strumento regolatorio chiave che funge da leva di stimolo per l’adozione tecnologica e da mitigatore dei gap di competitività ancora esistenti rispetto ai mezzi diesel convenzionali.
La misura assume particolare rilievo in un momento in cui l’industria europea del trasporto pesante è sotto pressione sia per la transizione green accelerata dai nuovi target di emissione CO₂ al 2030, sia per la crescente concorrenza extra-UE, in particolare dall’Asia. In questo senso, la dimensione geopolitica dell’infrastruttura normativa diventa cruciale: differenziare i costi d’uso delle reti stradali non è solo una misura ambientale, ma un meccanismo strategico di politica industriale, pensato per sostenere la leadership tecnologica europea, consolidare una supply chain a valore aggiunto in Europa, e generare nuovi equilibri tra fiscalità, innovazione e mercato.
Questa proposta si inserisce nel più ampio “Strategic Dialogue on the Future of the European Automotive Industry”, avviato dalla Commissione nel 2024 e sfociato nell’Industrial Action Plan per il settore automotive, adottato a marzo 2025. Il piano prevede una governance multilivello del cambiamento, puntando su politiche di accompagnamento industriale, protezione dell’occupazione, e creazione di un ecosistema favorevole all’innovazione e alla riconversione produttiva.
Con questo intervento normativo, la Commissione conferma la volontà di non lasciare il processo di decarbonizzazione esclusivamente in capo al mercato, ma di guidarlo attraverso strumenti fiscali, incentivi regolatori e visione strategica. È un cambio di paradigma che riflette l’evoluzione del diritto dell’innovazione nell’UE: da norma meramente prescrittiva a leva proattiva di politica industriale integrata, capace di sostenere obiettivi climatici, occupazionali e tecnologici in modo coerente e misurabile.
Implicazioni economiche e geopolitiche: strategia industriale e autonomia tecnologica nella transizione verde
La proposta di estendere l’esenzione dai pedaggi per i veicoli pesanti a zero emissioni va ben oltre una misura di stimolo alla domanda. Essa si configura come uno strumento strategico nel quadro della transizione ecologica, industriale e geopolitica dell’Unione Europea. Le sue implicazioni toccano infatti tre dimensioni chiave: leadership tecnologica, resilienza industriale e convergenza regolatoria.
Leadership europea nella mobilità sostenibile
La misura punta a consolidare il vantaggio competitivo dell’industria europea nel settore della mobilità a basse emissioni, in un contesto globale caratterizzato da forte pressione tecnologica e frammentazione delle normative. Attraverso un incentivo fiscale diretto, l’Ue stimola la penetrazione sul mercato di tecnologie proprie — come sistemi di trazione elettrica, fuel cell, powertrain modulari e materiali leggeri — accelerando l’adozione di soluzioni made in Europe.
In questo scenario, la proposta rappresenta un moltiplicatore per la filiera continentale, in particolare per PMI, centri di ricerca e grandi gruppi industriali coinvolti nello sviluppo di veicoli, batterie, infrastrutture di ricarica e software di gestione energetica. Inoltre, la misura può contribuire a difendere il mercato europeo da forme emergenti di dumping ambientale da parte di produttori extra-Ue con standard meno stringenti.
Rafforzamento della resilienza industriale e finanziaria
Il legame tra fiscalità ambientale e strategia industriale è oggi cruciale. La proposta di estensione dell’esenzione si inserisce nel perimetro del Green Deal Industrial Plan, fungendo da leva fiscale complementare ai meccanismi di finanziamento green, tra cui:
- Innovation Fund
- Connecting Europe Facility (CEF) for Transport
- InvestEU
- Fondo per una transizione giusta (JTF)
Questo incrocio tra incentivi normativi e strumenti finanziari favorisce la rilocalizzazione delle catene del valore — dalle gigafactory per batterie alla componentistica per mezzi pesanti — e consente all’Ue di ridurre la dipendenza da tecnologie critiche importate, rafforzando la propria sovranità industriale.
Integrazione normativa e convergenza tra Stati membri
La misura risponde a una necessità crescente di armonizzazione tra le politiche fiscali dei singoli Paesi Ue, riducendo la frammentazione normativa che può ostacolare gli investimenti transfrontalieri. Un sistema uniforme di esenzioni e sconti facilita l’adozione di veicoli sostenibili da parte di operatori logistici attivi su scala continentale, abbattendo i costi di compliance e le barriere burocratiche.
Inoltre, la proposta si applica a un segmento hard-to-abate, il trasporto merci pesante, dove i progressi nella decarbonizzazione sono finora limitati a causa dei costi elevati, delle infrastrutture insufficienti e della maturità tecnologica disomogenea. Rendere conveniente la scelta green anche per questo segmento è una mossa strategica per raggiungere gli obiettivi Fit for 55 e al contempo mantenere alta la competitività dell’industria logistica europea.
Prossimi passaggi: dalla proposta alla governance multilivello
La proposta di estensione dell’esenzione dai pedaggi per veicoli pesanti a zero emissioni entrerà ora nella fase deliberativa formale, seguendo la procedura legislativa ordinaria prevista dai Trattati europei. In questa fase, la Commissione europea trasmetterà il testo al Parlamento e al Consiglio dell’Unione Europea per discussione, emendamento ed eventuale approvazione definitiva.
Tempistiche e margini di approvazione
In base alla calendarizzazione istituzionale e al contesto politico attuale — caratterizzato da un ampio consenso trasversale sugli obiettivi climatici, di decarbonizzazione del trasporto stradale e di competitività industriale — l’adozione formale della misura è considerata altamente probabile entro la fine del 2025. La misura è inoltre coerente con le priorità di medio termine del Green Deal europeo e del Piano industriale per la transizione verde.
Tuttavia, possibili margini di discussione potrebbero emergere in sede di trilogo su:
- il grado di armonizzazione tra Stati membri
- le soglie temporali e quantitative delle esenzioni
- i criteri per l’eleggibilità dei veicoli beneficiari.
Ruolo degli Stati membri: governance e pre-implementazione
In parallelo all’iter legislativo, la Commissione sollecita gli Stati membri ad attivare in anticipo le leve operative necessarie per l’implementazione efficiente del nuovo quadro normativo. Ciò implica:
- Preparazione di piani nazionali per la revisione dei sistemi di pedaggio, aggiornando le piattaforme di tariffazione e definendo linee guida per l’applicazione delle esenzioni
- Investimenti pubblici e privati per la realizzazione di infrastrutture di ricarica e rifornimento, soprattutto lungo le reti TEN-T e i principali assi logistici intermodali
- Incentivazione di sinergie tra mobilità sostenibile e digitalizzazione, ad esempio tramite interoperabilità tra sistemi ITS (Intelligent Transport Systems), gestione smart dei flussi logistici e ottimizzazione dei carichi in tempo reale.
Coordinamento con altri strumenti europei
L’efficacia della proposta dipenderà anche dalla coerenza con altri strumenti regolatori e finanziari attualmente in fase di implementazione, tra cui:
- Regolamento sulla rete di ricarica AFIR (Alternative Fuels Infrastructure Regulation)
- Revisione dei target CO₂ per veicoli pesanti (HDV CO₂ Regulation)
- Fondi del Meccanismo per collegare l’Europa (CEF Transport) e del programma Horizon Europe
- Linee guida aggiornate sugli Aiuti di Stato per la transizione verde.
In questo scenario multilivello, il ruolo delle autorità regionali e locali sarà essenziale per garantire l’effettiva capillarità degli incentivi e la coerenza tra reti nazionali e reti transfrontaliere.
Verso un mercato europeo più integrato
Infine, la proposta rappresenta anche un passaggio chiave verso l’integrazione del mercato europeo della mobilità sostenibile, contribuendo a:
- ridurre la frammentazione normativa che penalizza i trasportatori internazionali
- creare un contesto prevedibile e stabile per investitori e costruttori
- aumentare la concorrenzialità delle filiere europee nel contesto globale.
In sintesi, l’attuazione efficace di questa proposta potrà fungere da catalizzatore per l’intero ecosistema della logistica a basse emissioni, rafforzando la coesione economica e ambientale dell’Unione.
Incentivi come leva sistemica per la mobilità sostenibile europea
L’estensione del regime di esenzione dai pedaggi per i mezzi pesanti a zero emissioni non è un semplice incentivo fiscale: rappresenta un intervento di politica industriale integrata, che coniuga obiettivi ambientali, trasformazione tecnologica e competitività economica. La misura, se approvata, fungerà da volano per l’evoluzione strutturale del settore della logistica stradale, accelerando la transizione dai veicoli diesel a tecnologie elettriche, a idrogeno o fuel-cell.
In un contesto in cui l’Unione Europea è impegnata a rafforzare la propria sovranità industriale nel quadro del Green Deal, l’intervento risponde a quattro sfide sistemiche:
- Decarbonizzazione rapida dei settori hard-to-abate
Il trasporto merci su gomma è uno dei comparti a più lenta decarbonizzazione. L’introduzione di strumenti economici progressivi e selettivi – come le esenzioni mirate – consente di ridurre l’asimmetria competitiva tra tecnologie mature e soluzioni emergenti a basso impatto ambientale - Competitività industriale e reshoring tecnologico
Stimolando la domanda interna per veicoli a zero emissioni, la misura rafforza l’intera filiera produttiva europea, favorendo investimenti in R&S, produzione di componenti e batterie, software di gestione energetica, e creando opportunità per il reshoring di capacità manifatturiera strategica - Leadership normativa internazionale
In un’epoca in cui la normazione ambientale incide sempre più sulla governance globale del commercio e della mobilità, l’UE consolida il suo ruolo di first mover. La definizione di regole stabili e scalabili orienta i mercati, influenza le catene del valore e costituisce una leva geopolitica oltre che ambientale - Allineamento con i pacchetti regolatori UE (AFIR, HDV CO₂, Ecodesign)
L’intervento è perfettamente coordinato con le nuove architetture regolatorie comunitarie. Contribuisce alla realizzazione di una mobilità integrata, intermodale e decarbonizzata, fondata su infrastrutture intelligenti, reti interoperabili e un nuovo paradigma logico basato su efficienza energetica e impatto ambientale misurabile.
Un cambio di paradigma economico, ambientale e industriale
Nel complesso, la misura proposta non è solo un incentivo economico, ma una leva trasformativa ad alto moltiplicatore sistemico. Essa favorisce un riequilibrio tra esternalità negative del trasporto stradale e vantaggi competitivi per le tecnologie pulite, innescando un effetto domino su investimenti, innovazione e occupazione qualificata.
In prospettiva 2030, questa scelta potrà contribuire in modo determinante a:
- ridurre l’intensità carbonica del settore logistica e trasporti
- generare ritorni economici sotto forma di competitività e export tecnologico
- posizionare l’Europa come benchmark globale per una mobilità pesante sostenibile, sicura e resiliente.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link