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cresce il mercato ma resta il divario con l’Europa e la Cina


Il numero di veicoli elettrici venduti a livello globale nella prima metà del 2025 è stato pari a 9,1 milioni. Sebbene la crescita non sia omogenea, sottolinea l’analisi di mercato diffusa il 15 luglio da Rho motion, si tratta di un dato che descrive un settore in buona salute: il mercato delle Bev (Battery electric vehicle) è infatti cresciuto del 24% su base annua a giugno 2025 (rispetto a giugno 2024) e del 7% rispetto a maggio 2025.

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A trainare questa espansione è ancora una volta la Cina, che si conferma leader indiscusso della transizione elettrica con 5,5 milioni di veicoli venduti e una crescita del 32%. Ma, a dispetto di qualche rallentamento, anche l’Europa si muove con decisione su questa strada. Nel primo semestre del 2025 il vecchio Continente ha raggiunto le due milioni di immatricolazioni, con un aumento del 26% su base annua. Frena invece la crescita del Nord America che, con 900mila Bev vendute, si ferma a un +3%. Sono invece da interpretare positivamente i segnali che arrivano dal resto del mondo. Pur partendo da volumi di riferimento nettamente inferiori, Africa, America Latina, Sud-Est asiatico e Oceania registrano la crescita più elevata in termini percentuali: +40% con 700mila unità vendute.

L’analisi di mercato di Motus-E

A fotografare lo stato dell’arte della mobilità elettrica in Europa, con un focus sull’Italia, è la prima edizione del “Libro bianco sulla mobilità elettrica” pubblicata da Motus-E a giugno. Secondo lo studio, sono ormai quasi nove milioni le auto elettriche in circolazione in Europa. In Italia, il numero ha raggiunto quota 300mila, dieci volte in più rispetto al 2020. Un dato che conferma un percorso di costante ma lenta crescita, che ci pone distanti dal ritmo di altri Paesi europei: nel mercato europeo le Bev rappresentano il 15,2% delle nuove immatricolazioni, l’Italia si ferma al 5,2%.

Eppure, alcuni segnali indicano un cambio di passo possibile. Nel primo trimestre del 2025, a fronte di un calo complessivo dell’1,6% del mercato auto nazionale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le vendite di veicoli elettrici hanno registrato un’accelerazione: +75% rispetto a marzo 2024, e +40% sul 2023, che finora rappresentava l’anno migliore per le Bev in Italia.

L’infrastruttura di ricarica italiana

La crescita dell’infrastruttura di ricarica rappresenta un elemento essenziale per la diffusione della mobilità elettrica. A differenza di quanto si pensi, l’Italia sul tema si sta muovendo bene. I punti di ricarica nel Paese hanno infatti raggiunto quota 65.992 (dato al 31 marzo), con un incremento del 217% rispetto al 2021. Di questi, 55.549 risultano attivi, mentre il restante 16% è ancora in attesa di connessione alla rete elettrica. Un dato, quest’ultimo, che evidenzia la necessità di semplificare e velocizzare le procedure autorizzative.

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In base alle 300mila auto elettriche in Italia, il rapporto Bev–colonnine è pari a 5,38: ciò colloca l’Italia al quarto posto in Europa per numero di punti di ricarica ogni 100 Bev, dietro a Olanda, Belgio e Lussemburgo. Se invece consideriamo i soli punti di ricarica a corrente continua (DC), cioè quelli veloci, il nostro Paese sale addirittura al secondo posto nella classifica europea, con oltre tre colonnine fast ogni 100 auto elettriche circolanti.

Guardando alla tipologia dei punti installati, la maggioranza (50.931) è in corrente alternata (AC) -ricarica lenta – con potenza inferiore ai 50 kW, mentre 10.831 sono stazioni fast in DC tra i 50 e i 149 kW e 4.230 sono ultra-fast con potenza uguale o superiore ai 150 kW.

In autostrada, un aspetto di particolare importanza poiché agevola gli spostamenti a lunga percorrenza, si contano 1.108 punti di ricarica pubblici distribuiti in 185 aree di servizio (il 45,5% delle 407 aree di servizio presenti lungo la rete), con una predominanza netta di colonnine ad alta potenza: il 64% supera i 150 kW e l’86% è in corrente continua. Inoltre, se si estende l’analisi alle infrastrutture collocate entro tre chilometri dalle uscite autostradali, emerge una copertura quasi completa del territorio nazionale, con 3.609 punti installati.

Resta però lo squilibrio nella distribuzione delle colonnine. Considerando infatti le AC e le DC lungo l’intero territorio nazionale troviamo che il 57% dei punti di ricarica pubblici è situato nel Nord Italia, contro il 20% nel Centro e il 23% nel Sud e nelle Isole. Nonostante Il Mezzogiorno mostri segnali di ripresa con una crescita delle installazioni del 25% (da marzo 2024 a marzo 2025), ci sono ancora diverse aree del Sud prive di un servizio sufficiente. Una disomogeneità infrastrutturale che richiede un’azione più decisa da parte delle amministrazioni pubbliche.

Le proposte di Motus-E

Una delle misure suggerite nel Rapporto riguarda la deducibilità fiscale delle auto aziendali, considerata leva fondamentale per agevolare l’elettrificazione delle flotte delle imprese. Secondo Motus-E tale intervento favorirebbe la transizione e contribuirebbe allo sviluppo di un mercato dell’usato elettrico, oggi poco maturo. Altro nodo cruciale riguarda il costo della ricarica pubblica, ancora troppo elevato. Per abbassarlo, l’associazione propone di abbattere l’incidenza degli oneri sul costo dell’energia.

In parallelo, viene suggerita l’istituzione di un coordinamento nazionale tra i soggetti pubblici e quelli privati coinvolti nella realizzazione delle infrastrutture di ricarica, così da ottimizzare tempi, costi ed efficacia dei progetti in corso.

Per quanto riguarda il ciclo di vita delle batterie, Motus-E sottolinea l’urgenza di incentivare il riciclo delle batterie al litio e di aggiornare il quadro normativo nazionale, così da consentire all’Italia di posizionarsi tra i leader europei nel settore del recupero e riutilizzo dei materiali strategici.

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Il documento, inoltre, propone una revisione del trattamento fiscale e tariffario della ricarica domestica per superare l’attuale disparità di trattamento tra i lavoratori dipendenti che usano auto aziendali elettriche e quelli che usano endotermiche e tra gli utenti che possono caricare direttamente al contatore di casa e chi non può farlo pur avendo un posto auto.

Altra raccomandazione riguarda l’introduzione di un sistema di noleggio a lungo termine dedicato alle auto elettriche, da finanziare attraverso le risorse del fondo sociale per il clima europeo.

Infine, Motus-E ricorda che occorre facilitare l’impiego di energia rinnovabile nei trasporti attraverso un intervento mirato sul sistema dei Crediti di immissione in consumo, in linea con il recepimento della Direttiva europea Red III relativa alla semplificazione e all’accelerazione delle procedure autorizzative per l’installazione di fonti rinnovabili.

Vai all’analisi di Rho motion

Scarica il documento Motus-E

 



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