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Dagnino: “Adesso possiamo fare la nostra politica fiscale. Obiettivo attrarre risorse di qualità dall’estero”


Autonomia fiscale, al QdS interviene l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino

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“Finalmente la Regione siciliana potrà fare la propria politica fiscale”, ha detto il titolare dell’assessorato regionale all’Economia, l’avvocato Alessandro Dagnino, commentando l’approvazione in Cdm dello schema di attuazione dell’autonomia fiscale siciliana 14 luglio. Il nostro giornale ha quindi chiesto all’assessore Dagnino cosa comporta questa ritrovata autonomia e come il governo Schifani intende sfruttarla.

Assessore, ci spiega meglio la riforma dell’autonomia fiscale per la Sicilia?
“Il senso più profondo di questa riforma non ancora in Gazzetta Ufficiale è che ci consente di realizzare la nostra politica fiscale, aggiungendo a strumenti già esistenti come quello della spesa per investimenti e quello del debito pubblico bassissimo adesso anche quello dell’aumento e della diminuzione delle entrate. Quindi abbiamo due leve aggiuntive per fare la nostra politica economica. Fino a ieri la nostra politica fiscale non consentiva veramente di utilizzare la leva dell’aumento e della diminuzione delle imposte perché al contrario sulla Sicilia si riflettevano le scelte fiscali fatte dal parlamento nazionale”.

Qual è l’investimento su cui puntare adesso?
“Quella che la Sicilia subisce da anni è una continua perdita di capitale umano di qualità; studenti che vanno fuori sede, imprenditori che vanno a svolgere la loro attività fuori. Quindi, da un lato abbiamo l’esigenza di riuscire a mantenere il capitale umano siciliano o quantomeno ridurne la perdita, e dall’altro lato potremmo utilizzare la leva fiscale per attrarre risorse umane di qualità dall’esterno. Penso ad esempio al fenomeno dei nomadi digitali, dei residenti non domiciliati per i quali l’Italia è stata negli ultimi anni particolarmente attrattiva”.

Un altro indizio per comprendere a quali interventi guarda il governo Schifani in virtù della conquistata autonomia fiscale?
“Nel Defr che abbiamo recentemente approvato in giunta abbiamo stabilito quale è la politica economica nel prossimo triennio 2025-2027. Il sistema fiscale è un modo alternativo per intervenire. Si può intervenire con risorse, come abbiamo fatto ad esempio per il prestito d’onore agli studenti universitari, o con le aggregazioni tra imprese che abbiamo promosso attraverso l’istituzione di un plafond all’interno del Fondo Sicilia dell’Irfis, ma nulla vieta di intervenire anche con la leva fiscale. Inoltre, non è un caso che la riforma arriva solo oggi, malgrado sia partito nel 2021 l’iter che ha portato il processo: la Regione a differenza del 2021 ha i conti assolutamente in ordine. Siamo in procinto di approvare il rendiconto 2024, penso a settembre, e speriamo nell’azzeramento del residuo disavanzo che era di 890 milioni. Ecco, che una Regione con un bilancio in surplus può utilizzare la leva fiscale in maniera fortemente espansiva avendo risorse da potere mettere in campo”.

Si cominciano a vedere risultati quindi, ed anche obiettivi più raggiungibili?
“La Regione ha finalmente una visione, viene tracciata una strada. Altra strada è quella della politica fiscale espansiva, quindi maggiore spesa senza aumentare i tributi. Adesso potremo anche introdurre incentivi fiscali grazie alla riforma sulle norme di attuazione dell’autonomia fiscale, per realizzare un effetto moltiplicatore che possa agganciare la ripresa forte che abbiamo avuto sul Pil nel post Covid. Pensi che il Pil regionale è passato da 83 miliardi a 120 miliardi in pochissimo tempo. C’è una fortissima crescita, quindi dobbiamo creare quello che in economia ed in finanza pubblica viene chiamato Dividendo fiscale, cioè l’aumento del gettito dei tributi derivante non dall’aumento delle tasse ma dall’aumento della materia imponibile, della ricchezza prodotta. Così si aumenta la ricchezza prodotta dai cittadini, che quindi pagano più tasse non perché vengono tassati di più ma perché producono più ricchezza. Se questa maggiore ricchezza generata dal dividendo fiscale viene re-immessa nel circuito tramite l’aumento della spesa pubblica, crea un effetto volano. Addirittura, in questa situazione, ci possiamo permettere di dare una ulteriore leva di crescita approvando con questa norma eventuali detrazioni e deduzioni per spingere ancora di più la crescita”.

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Il riferimento all’effetto Portogallo che ha fatto anche la Presidenza della Regione nel comunicato?
“I pensionati sono sicuramente un aspetto interessante, ma guardiamo con particolare attenzione anche al mantenimento ed all’attrazione del capitale umano giovane ed alle start-up innovative. Non a caso abbiamo recentemente completato il progetto sulla banda ultra larga che ha consentito di realizzarla anche nei territori a cosiddetto ‘fallimento di mercato’, perché questo consente anche ai territori delle aree interne ed ai piccoli centri di accogliere nomadismo digitale, lavoratori in smart working, start-up innovative”.

Quindi meno fuga di cervelli?
“Sì, e su questo siamo già intervenuti con la misura relativa al prestito d’onore per gli studenti universitari. Questo è stato già pensato nell’ottica del mantenimento dei giovani che si formano e possono diventare professionalità di alto livello senza lasciare la Sicilia. Al contempo il governo Schifani mira adesso all’attrazione del capitale umano dall’esterno. Sono due linee, parallele, in una visione unitaria nella quale si vuol fare della Sicilia un territorio attraente sia per i siciliani che per coloro che vogliono scegliere in quale parte del mondo vivere mentre svolgono la loro attività. Questo chiaramente vale sia per il mondo dei giovani talenti, per i cosiddetti nomadi digitali ed in generale per il giovane capitale umano ma anche per le imprese”.

Ecco, come intende usufruire dalla autonomia fiscale la Regione Siciliana in merito all’attrazione di medie e grandi imprese?
“Siamo già intervenuti sul tema delle aggregazioni tra le imprese, per creare imprese più forti, più solide, che sappiano essere capaci di fare investimenti, di internazionalizzare. Credo che la leva fiscale si possa utilizzare su tutti i settori su cui il governo regionale intende focalizzare la propria politica economica. Quindi guardando al mondo delle imprese, dei lavoratori, dei giovani e delle start-up”.

Secondo lei la Regione Siciliana vedrà mai la piena attuazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano?
“Abbiamo recentemente organizzato un convegno, in occasione del quale si è parlato oltre che dell’articolo 36 anche del 37. In questo convegno il presidente della Regione Renato Schifani ha chiesto ufficialmente allo Stato di riaprire il tavolo sull’articolo 37 dello Statuto ed il viceministro Leo, collegato da remoto, ha confermato la disponibilità del governo nazionale di riaprire il tavolo. Ovviamente subito dopo la chiusura di questo convegno abbiamo scritto al Mef per portare avanti questo ulteriore tassello dell’autonomia finanziaria regionale”.





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