Arrivano importanti aggiornamenti per il regime fiscale dei fringe benefit, relativo ai veicoli di servizio in dotazione alle aziende. Con l’introduzione delle nuove regole previste dalla Legge di Bilancio 2025, sono infatti state approvate delle misure transitorie per alleggerire il carico fiscale delle novità normative. Il recente emendamento sulle auto aziendali prevede infatti che, per i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e in uso promiscuo fino al 30 giugno 2025, venga applicato il precedente e più favorevole regime. Ma cosa sapere, nel dettaglio?
Cosa cambia per le auto aziendali nel 2025
Così come accennato in apertura, la Legge di Bilancio 2025 – ovvero, la Legge 207/2024 – ha introdotto delle importanti novità in termini di tassazione dei veicoli aziendali, all’interno dei fringe benefit. Allo scopo di consentire un periodo maggiore di adattamento alle stesse aziende, tuttavia, con l’approvazione del Decreto Bollette sono state introdotte alcune misure transitorie.
Quali sono le nuove regole per i fringe benefit per le auto aziendali nel 2025?
Secondo quanto previsto dalla Manovra 2025, a partire dal primo gennaio 2025 è stato introdotto un nuovo sistema per la tassazione dei fringe benefit – cioè, i compensi non monetari che il datore di lavoro concede al dipendente, oltre alla retribuzione – e, in particolare, sui veicoli aziendali.
La Legge 207/2024 si applica ai sensi dell’articolo 51 del TUIR, ovvero il Testo Unico delle Imposte sui Redditi, e sostituisce il precedente sistema di tassazione basato sulle emissioni di CO2, in favore a un approccio legato alla tipologia di alimentazione del veicolo. Sono quindi state previste nuove percentuali per il calcolo del valore imponibile, in base alla percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri annui, secondo le tabelle ACI:
- per i veicoli a benzina e diesel, il valore imponibile è fissato al 50% del costo chilometrico;
- per i veicoli ibridi plug-in, il valore imponibile è ridotto al 20% del costo chilometrico;
- per i veicoli elettrici, il valore viene fissato al 10%, sempre del costo chilometrico.
Entrando maggiormente nel dettaglio, il valore imponibile considera il costo medio annuo di utilizzo di un veicolo – sulla base delle stime ACI – per una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri, includendo carburante, manutenzione, assicurazione e via dicendo. Tale costo viene poi moltiplicato per le percentuali previste dalla normativa, ad esempio:
- un veicolo endotermico a benzina, dal costo ACI di 0,50 euro al chilometro, raggiunge i 7.500 euro per 15.000 chilometri percorsi. Con il nuovo regime, il fringe benefit tassabile è quindi di 7.500 per il 50%, ovvero 3.750 euro l’anno;
- un veicolo elettrico, dal costo ACI di 0,40 euro al chilometro, e quindi 6.000 euro per 15.000 chilometri trascorsi, prevede un fringe benefit tassabile solo al 10%, quindi pari a 600 euro l’anno.
Come appare evidente, la misura è pensata per favorire l’adozione di mezzi il meno possibile inquinanti, con maggiori vantaggi per tutte quelle automobili che rientrano nelle basse o bassissime emissioni e, per contro, un aumento della quota tassabile per le vecchie endotermiche.
Quali sono gli emendamenti per le auto aziendali nel 2025?
Per attenuare l’impatto delle nuove regole fiscali sui veicoli di servizio, è stato approvato un emendamento ai fringe benefit sulle auto aziendali all’interno del Decreto Bollette, ovvero del D.L. 19/2025. Come già spiegato, quest’ultimo prevede delle misure transitorie, che permettono di usufruire delle precedenti regole fiscali, in presenza di alcuni requisiti.
L’emendamento sui veicoli aziendali
L’emendamento al Decreto Bollette sulle auto aziendali, approvato lo scorso aprile, prevede una proroga del vecchio regime fiscale per i veicoli aziendali ordinati entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo tra il primo gennaio e il 30 giugno 2025. Di conseguenza, per questi fringe benefit verrà applicata la precedente disciplina di legge, basa sulle emissioni di CO2:
- il 25% per veicoli con emissioni di CO2 fino a 60 g/km;
- il 30% per i mezzi con emissioni di CO2 comprese tra 61 e 160 g/km;
- il 50% per le auto con emissioni di CO2 tra 161 e 190 g/km;
- il 60% per i veicoli con emissioni di CO2 superiori a 190 g/km.
Come già specificato, la vecchia tassazione si applica ai veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo fino al 30 giugno 2025, dopodiché, a partire dal 1° luglio 2025, si applica il nuovo regime basato sulla tipologia di alimentazione del veicolo.
Cosa cambia per le auto elettriche
Sebbene il Decreto Bollette non preveda nessun specifico emendamento sulle auto elettriche, è evidente che queste vetture possano ora approfittare di un trattamento fiscale particolarmente favorevole, sia nel periodo di regime transitorio che in quello di applicazione della Legge di Bilancio 2025. Più nel dettaglio:
- le auto elettriche ordinate entro il 31 dicembre 2024, e in uso promiscuo fino al 30 giugno 2025, verranno tassate al 25% del costo chilometrico, trattando di mezzi dalle emissioni fino a 60 g/km;
- a partire dal primo luglio, le auto elettriche vedranno ulteriormente ridursi la percentuale di tassazione, che si attesterà solamente al 10% del costo chilometrico.
In altre parole, per un’azienda è sempre conveniente concedere ai propri dipendenti dei veicoli elettrici come fringe benefit, poiché quelli dal regime fiscale notevolmente più vantaggioso rispetto ad altre motorizzazioni.
Le novità per le auto endotermiche
Situazione invece opposta per le auto endotermiche, seppur sempre in assenza di un specifico emendamento sui carburanti. In questo caso, la tassazione si innalza sensibilmente oltre al periodo di transizione, rendendo la loro adozione a livello aziendale ben poco vantaggiosa. Ad esempio:
- per l’uso promiscuo fino al 30 giugno 2025, le auto endotermiche beneficiano di una tassazione tra il 30% e il 60% del costo chilometrico, in base alle emissioni di CO2, solitamente più elevate di 60 g/km;
- dal primo luglio, invece, la tassazione sul costo chilometrico è fissa al 50%, indipendentemente dal quantitativo di CO2 emesso al chilometro.
Anche in questo caso, la logica è quella di rendere meno appetibili per le aziende le automobili più inquinanti, spingendole all’adozione di tecnologie meno impattanti, come appunto le ibride plug-in oppure le auto elettriche.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link