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Il mercato dell’olio di oliva italiano è fermo: servono interventi urgenti


La situazione olivicolo-olearia italiana è tanto complessa che anche la politica si sta iniziando a interessare del suo futuro, prima che sia troppo tardi.

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A farlo è il portavoce nazionale di Forza Italia, nonché responsabile agricoltura del partito, Raffaele Nevi, che riportiamo integralmente.

L’Italia è infatti già in clamoroso ritardo, rispetto ai competitor internazionali, nella programmazione del futuro del settore. La congiuntura internazionale obbliga poi a rivedere l’importanza del mercato interno in cui però l’extravergine italiano è in sofferenza. 

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Occorre una risposta urgente, prima che sia troppo tardi.

 

L’interrogazione parlamentare integrale dell’On. Raffaele Nevi:

L’intero settore dell’olio di oliva italiano è a rischio, stretto tra le politiche commerciali della Grande Distribuzione sempre più aggressive, la competizione internazionale sempre più stringente, forti investimenti pubblici e privati nelle nazioni concorrenti, la concentrazione dell’offerta e della domanda di olio di oliva nelle mani di sempre meno attori, il nanismo delle aziende olivicole e oleicole nazionali, la perdita di marchi dell’olio di oliva.
Attualmente il differenziale di prezzo all’ingrosso tra olio italiano (CCIAA Bari e Ismea Mercati) e olio spagnolo (Oleista, PoolRed) è di circa 6 euro/kg e questo si traduce in una differenza di prezzo a scaffale di circa 7 euro/litro, un differenziale che è destinato ad aumentare, vista la sostanziale stabilità della quotazione dell’olio italiano e la tendenza alla discesa di quello spagnolo.
Secondo gli ultimi dati Nielsen, da gennaio a ottobre, la quota di mercato dell’olio italiano è scesa al 21% dopo aver superato il 33% sia nel 2024 che nel 2023. Una perdita di quota di mercato che si rifletterà sullo spazio a scaffale nel breve-medio termine nelle insegne della Grande Distribuzione, di conseguenza sulle vendite.
Il Ministro dell’agricoltura spagnolo Luis Planas, in occasione dell’inaugurazione del salone dell’olio spagnolo Expoliva, ha annunciato un piano per raddoppiare il volume di olio commercializzato dalla Spagna, fino a 4 milioni di tonnellate, entro il 2040. 

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Il problema del sistema olivicolo-oleario nazionale è rappresentato dalla scarsa redditività, sia per l’industria con marginalità dell’1-2% secondo quanto emerge dalla lettura dei bilanci 2023 e 2024 delle principali imprese del settore, sia del sistema agricolo con prezzi che risultano remunerativi solo negli ultimi due anni ma che, alla luce degli ultimi dati di mercato, rischiano di ritornare sotto la soglia di sopravvivenza nel prossimo futuro.
Si chiede quindi al governo:
1) Come intende garantire un quadro di giusta remunerazione al sistema olivicolo oleario nazionale, diffuso su 1,1 milioni di ettari, impegnando oltre mezzo milione di aziende, per un fatturato di 5 miliardi di euro nel 2024
2) Come intende garantire un equo accesso all’olio nazionale alla GDO italiana, con valorizzazione di questo prodotto
3) Come intende rispondere, in termini di investimenti, ai programmi olivicoli nazionali spagnoli che vedono una capacità di spesa oltre il miliardo di euro



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