Con la proposta di un Fondo unico nazionale e regionale, l’abolizione dei due pilastri storici e un taglio del 20-30% al budget agricolo, l’Unione apre una nuova e controversa stagione per la politica agricola. Parlamentari e organizzazioni agricole insorgono: «È la fine della Pac come la conosciamo».
È bastata una conferenza stampa, nel tardo pomeriggio, per far tremare le fondamenta della Politica agricola comune. Con oltre due ore di ritardo e dopo giorni di tensioni interne al Collegio dei Commissari, la presidente Ursula von der Leyen ha svelato la proposta per il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) 2028-2034: un bilancio record da quasi 2.000 miliardi di euro, pari all’1,26% del Reddito Nazionale Lordo europeo.
Ma dietro i toni ambiziosi e ottimistici della Commissione europea si cela una svolta radicale. Il nuovo assetto prevede l’integrazione totale della Pac in un Fondo di Partenariato Nazionale e Regionale (Nrpf), gestito direttamente dagli Stati membri. Per molti, è la fine del carattere “comune” della politica agricola. Una rinazionalizzazione di fatto, mascherata da semplificazione.
Fine dei due pilastri, spazio al Fondo unico
Il bilancio agricolo subisce un taglio netto: da 386 a 300 miliardi di euro in valori correnti, interamente destinati al sostegno al reddito. Secondo la Commissione, questa cifra copre l’80% degli strumenti dell’attuale Pac. Tuttavia, osservatori e parlamentari parlano di una riduzione effettiva fino al 30%, se si considerano gli effetti dell’inflazione.
Il nuovo Fondo unico da 865 miliardi di euro includerà, oltre alla Pac, i fondi per la coesione, lo sviluppo rurale, le politiche sociali, la gestione delle frontiere (con un forte incremento per Frontex), la solidarietà europea e la risposta alle crisi. In questo mosaico, l’agricoltura diventa solo una componente tra le tante.
Hansen: «Evoluzione, non rivoluzione». Ma la protesta dilaga
Il commissario europeo all’Agricoltura Christophe Hansen ha difeso la riforma davanti alla commissione Agri del Parlamento: “Vogliamo una Pac più semplice, più mirata, con incentivi ambientali e meno vincoli burocratici”. Tra le novità: abolizione dei Gaec, sostituiti da pratiche di farm stewardship disegnate dagli Stati; pagamenti diretti degressivi e con tetti; una lump sum fino a 200.000 euro per sostenere la transizione ecologica delle imprese agricole.
Il concetto di reddito agricolo viene ampliato: non più solo pagamenti per ettaro, ma anche compensazioni ambientali, strumenti di gestione del rischio, sostegno agli investimenti e ai vincoli naturali.
Tra i punti più rilevanti: esclusione dei pensionati dal sostegno diretto; obbligo di strategie nazionali per il ricambio generazionale con il 6% del budget riservato ai giovani; incremento del sostegno accoppiato fino al 25% per settori sensibili, in particolare la zootecnia nelle regioni di confine.
Una Commissione sotto assedio
Le reazioni in Parlamento sono state durissime. Herbert Dorfmann (Ppe) ha parlato apertamente di “tradimento”: «Da 386 a 300 miliardi. È un taglio, non un successo». Per Dario Nardella (S&D), «mancano garanzie su nuovi fondi da parte degli Stati membri. Il principio di solidarietà è stato cancellato».
Elsi Katainen (Renew) ha denunciato la perdita dell’unicità della Pac: «Avremo 27 politiche agricole diverse. Non è più una politica comune». Per Raffaele Stancanelli (PfE), «la proposta va contro gli interessi degli agricoltori». Thomas Waitz (Verdi) ha messo in guardia sui rischi ambientali: «Senza cofinanziamento, rischiamo una gara al ribasso».
Le piazze rurali si ribellano
Mentre la presidente von der Leyen decollava verso Reykjavík, a Bruxelles centinaia di agricoltori protestavano tra Parlamento e Commissione al grido di “Europe without von der Leyen”. Le principali organizzazioni agricole – Copa-Cogeca, Ceja, Via Campesina – parlano di “processo opaco, improvvisato, pilotato dall’alto”.
Farm Europe è lapidaria: “Von der Leyen ha fatto ciò che Timmermans aveva solo sognato. La Pac viene svuotata della sua dimensione economica, dominata da obiettivi ambientali e condizionalità multiple. È un pericolo per l’Europa rurale”.
Ifoam Organics critica l’assenza di un indirizzo chiaro verso la sostenibilità e teme il dumping interno. Ceja, pur apprezzando le misure a favore dei giovani, denuncia una governance “fragile e caotica”.
Wojciechowski: «Pac abbattuta con la motosega»
L’ex commissario europeo è tornato a farsi sentire con un tweet tagliente contro i tagli alla Pac. Nonostante sia stato spesso criticato per la sua scarsa audacia e per uno stile poco aggressivo, oggi Janusz Wojciechowski si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Durante il suo mandato 2019-2024 ha difeso in solitudine il bilancio agricolo europeo, opponendosi ai tagli e sostenendo il ruolo strategico della Pac. Ora, a un anno di distanza, torna a farsi sentire con parole che lasciano il segno.
«No, non si tratta di un taglio al bilancio della Politica agricola comune. Si tratta di un massacro di quel bilancio con una motosega. I fondi agricoli dell’Ue sono destinati a diminuire dagli attuali 58 miliardi di euro a 43 miliardi di euro all’anno. Ogni anno, 15 miliardi di euro in meno nelle tasche degli agricoltori dell’Ue! E per di più, Ucraina, Mercosur…». E ancora: «…nessuna possibilità di aiuti nazionali, poiché gli aiuti pubblici ‘di guerra’, nell’ambito dei quali gli agricoltori dell’Ue hanno ricevuto oltre 10 miliardi di euro di sostegno (di cui oltre 4 miliardi per gli agricoltori polacchi), sono terminati nel dicembre 2024».
E ora?
Il Parlamento europeo voterà a settembre. Ma la posta in gioco è chiara: la Pac, pilastro dell’integrazione europea dal 1962, rischia di perdere il suo carattere comune. Il bilancio è più snello, la cornice giuridica ridotta a 25 articoli, la governance demandata agli Stati. Nel racconto ufficiale si parla di modernità e semplificazione. Ma nelle campagne europee cresce il sospetto che dietro le promesse si nasconda l’abbandono.
I numeri della svolta
- Qfp 2028–2034: 1.950 miliardi di €
- Budget Pac: da 386 a 300 miliardi di €
- Taglio effettivo stimato: -20/30% reali
- Fondo Unico (Nrpf): 865 miliardi di €
- Supporto al reddito: pagamenti degressivi e con tetti
- Zootecnia e settori sensibili: pagamenti accoppiati fino al 25%
- Giovani agricoltori: 6% del budget + starter pack obbligatorio
- Riserve di crisi: raddoppiate a 6,3 miliardi di €
- Fine Gaec: introdotte pratiche ambientali nazionali
- Opposizione in Parlamento: trasversale, compatta, crescente
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