Rilanciare i mercati finanziari europei
Gli investimenti rappresentano un pilastro imprescindibile per lo sviluppo, la competitività e la sostenibilità del sistema economico europeo. In un contesto globale sempre più competitivo, caratterizzato da una forte dinamicità dei capitali e da un’intensa trasformazione dei modelli produttivi, rafforzare i mercati finanziari del Vecchio Continente non è più solo un obiettivo strategico, ma una necessità impellente.
L’analisi proposta da Stefano Caselli sul Corriere della Sera offre uno spunto estremamente lucido per riflettere su questo tema cruciale, delineando con chiarezza il divario che ancora separa l’Europa dai principali hub finanziari globali. Un divario che non può essere colmato senza una visione condivisa tra attori pubblici e privati, e senza un maggiore coinvolgimento dei risparmiatori attraverso strumenti di investimento più evoluti e orientati alla crescita.
Proprio in questo quadro, si inserisce il ruolo strategico del Private Banking, chiamato a contribuire attivamente alla costruzione di un ecosistema finanziario più maturo, resiliente e capace di catalizzare le energie del risparmio privato verso obiettivi produttivi di lungo termine.
Riportiamo l’autorevole parere della dr.ssa i punti chiave emersi dalla riflessione ispirata dall’articolo di Caselli:
1️⃣ Valorizzare il ruolo della consulenza per orientare il risparmio privato prioritariamente verso l’investimento azionario europeo.
2️⃣ Supportare le imprese nel percorso verso la quotazione, leva decisiva per crescere, competere e attrarre capitali.
3️⃣ Rafforzare il dialogo con le Istituzioni europee per adottare misure concrete a sostegno dei mercati pubblici e privati, entrambi indispensabili per la crescita dell’economia reale e del welfare.
Approfondiamo questi punti sulla base della nostra esperienza.
Orientare il risparmio privato verso l’equity europeo
Il patrimonio finanziario delle famiglie europee – e italiane in particolare – è ancora fortemente sbilanciato verso asset a basso rischio e basso rendimento, come la liquidità e le obbligazioni. In questo scenario, la consulenza evoluta del Private Banking può fare la differenza, valorizzando l’investimento azionario come leva di crescita non solo per i portafogli individuali, ma per l’intero sistema economico.
Secondo le stime di EFAMA e Assogestioni, solo una quota marginale del patrimonio finanziario delle famiglie europee è allocata in azioni o fondi azionari. In Italia, in particolare, la quota di ricchezza investita in equity è inferiore alla media dell’Eurozona. Questo squilibrio non solo penalizza i rendimenti di lungo periodo dei portafogli individuali, ma limita anche le risorse disponibili per sostenere l’evoluzione delle imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni.
Sostenere il percorso delle imprese verso la quotazione
Troppe PMI ad alto potenziale restano escluse dai mercati dei capitali per carenza di competenze, strutture adeguate o supporti finanziari. Il Private Banking – insieme agli attori dell’Investment Banking e delle reti professionali – può accompagnare le imprese in un percorso verso la quotazione, offrendo strumenti di finanza straordinaria, advisory e accesso a investitori istituzionali. Un passaggio che si rivela spesso decisivo per scalare dimensioni, innovare e competere a livello internazionale.
Uno dei nodi più critici per il sistema imprenditoriale europeo è l’accesso limitato ai mercati pubblici da parte delle PMI, spesso a causa di barriere strutturali, carenze di competenze manageriali o assenza di una regia finanziaria adeguata. In questo senso, il Private Banking può fare sistema con l’Investment Banking, le reti professionali e gli advisor per accompagnare le aziende in un percorso verso la quotazione, attraverso operazioni di finanza straordinaria, aggregazioni, advisory strategico e preparazione alla governance richiesta dai mercati regolamentati.
Aprire l’equity a investitori istituzionali e privati qualificati non è solo una scelta di opportunità: è un salto dimensionale che permette alle imprese di innovare, internazionalizzarsi e competere su scala globale.
Rafforzare il dialogo con le Istituzioni europee
Infine, è essenziale che il sistema finanziario e le Istituzioni procedano in sinergia per creare un ambiente normativo e fiscale favorevole alla capitalizzazione delle imprese e allo sviluppo dei mercati pubblici e privati. L’adozione di misure concrete – come la semplificazione regolamentare, l’incentivazione fiscale per gli investimenti azionari e il potenziamento dei mercati secondari – è un passaggio imprescindibile per il rafforzamento strutturale dell’economia reale e del welfare europeo.
La Capital Markets Union, a dieci anni dal lancio, resta ancora incompleta. Ma la transizione verde, la competizione tecnologica globale e il riassetto geopolitico richiedono una risposta più rapida e strutturata. Il rafforzamento dell’equity europeo è oggi una priorità strategica per l’autonomia economica dell’Unione e per la sostenibilità a lungo termine.
Un’agenda positiva per l’Europa
L’approccio delineato da Caselli e rilanciato dal settore del Private Banking rappresenta, in definitiva, un’agenda positiva per il futuro economico dell’Europa. Non si tratta solo di sostenere le imprese o di valorizzare il risparmio: si tratta di immaginare un nuovo patto tra capitale e società, capace di coniugare rendimento, responsabilità e visione di lungo termine.
In questo contesto, il Private Banking non è più soltanto un servizio per clienti facoltosi, ma un attore sistemico nella trasformazione dell’architettura finanziaria europea. Una funzione che, se ben interpretata, potrà contribuire in modo significativo a colmare il “capital gap” e a rafforzare la competitività del nostro continente nel nuovo ordine economico globale.
L’articolo completo di Stefano Caselli è disponibile al seguente link: Corriere della Sera – Stefano Caselli
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