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Accordo Confindustria-Intesa Sanpaolo ‘boccata ossigeno’ – PMI


I 4 miliardi di euro frutto del
nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria Umbria e le
conseguenti misure dedicate allo sviluppo delle aziende della
regione, sono una “boccata di ossigeno” per il sistema
imprenditoriale industriale umbro, alla luce soprattutto del
nuovo scenario geopolitico.

   
La firma e la presentazione dell’accordo, a Perugia, è stato
anche il contesto ideale per presentare le principali evidenze
in tema di potenzialità e sfide per le imprese umbre. “Oggi è un
momento delicato e difficile e dobbiamo come imprenditori essere
coraggiosi, continuare ad investire e su questo la Banca ci dà
importanti risorse per poterlo fare” ha commentato Carlo
Pacifici, consigliere delegato a credito e finanza Confindustria
Umbria. “Per affrontare le sfide del presente – ha aggiunto –
occorrono strumenti finanziari su misura, che accompagnino
investimenti in tecnologia e sostenibilità, supporto per
affrontare i mercati esteri e un ecosistema territoriale coeso,
che valorizzi le competenze, le filiere e l’innovazione
industriale locale”.

   
“Il nostro obiettivo quindi – ha spiegato Tito Nocentini,
direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo – è che
questi 4 miliardi di plafond trovino una messa a terra rapida
per garantire una continua crescita dell’economia regionale.

   
L’Umbria presenta un sistema produttivo caratterizzato da Pmi
dalla rilevante capacità di sviluppo, distintive del made in
Italy oltre che di grande espressività nell’ambito
dell’industria manifatturiera, agroalimentare e dei servizi alla
persona”.

   
Oltre agli interventi di Pacifici e Nocentini, e ai
contenuti dell’accordo illustrati da Michela Cerbini, direttore
commerciale imprese Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo, alla
platea di imprenditori presenti è stato illustrato lo scenario
macroeconomico del tessuto locale da parte di Sara Giusti,
economista del Research Deparment Intesa Sanpaolo.

   
Mentre a seguire si è svolta una tavola rotonda
sull’internazionalizzazione con l’intervento di Paolo Melone,
responsabile Sviluppo Estero e Internazionalizzazione Imprese
Intesa Sanpaolo, Andrea D’Aguanno, responsabile Finanza
Agevolata Centro Sud Simest, Raoul Ranieri, presidente Umbria
Export e Gianluigi Angelantoni, presidente del Gruppo
Angelantoni Industrie.

   
Secondo le analisi del Research Department di Intesa
Sanpaolo, l’impatto dei dazi sul sistema manifatturiero italiano
potrà essere mitigato dal calo del costo dell’energia e dalle
strategie di diversificazione delle imprese riguardanti i
mercati di sbocco dell’export italiano.

   
L’Umbria presenta un peso dell’export americano di poco
superiore alla media italiana (12,4%) e con vendite nel 2024
verso gli Stati Uniti pari a 733 milioni di euro. Gli Stati
Uniti sono il secondo sbocco commerciale, preceduti dalla
Germania e seguiti da Francia e Spagna; complessivamente questi
mercati assorbono più del 40% dell’export umbro.

   
Alcuni settori della regione sono particolarmente esposti,
come evidenzia il dipartimento ricerca della Banca. La meccanica
è il maggior settore per export oltreoceano: 273 milioni di euro
nel 2024, con un peso del 24,1% sul totale esportato dal
settore. Seguono l’abbigliamento (202 milioni di export
dall’Umbria verso gli Usa, il 23,6% del totale esportato dal
settore), la filiera agro-alimentare (85 milioni; 7,8%) e
l’aerospace che per la natura dei committenti presenta una forte
incidenza del mercato americano (29 milioni di euro pari al 57%
del totale export).

   

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