Bagnasco: “Con noi oltre trenta imprese italiane attive in Africa, portiamo know how e sostenibilità”
di Pietro Stocchi
Una mattinata che segna un nuovo inizio per i progetti in Africa, ha visto la firma di un accordo di intesa senza precedenti, portato avanti da Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Cassa Depositi e Prestiti, ACRI (Associazione delle Fondazioni e Casse di Risparmio Italiane), AOI (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale), CINI (Coordinamento Italiano delle Organizzazioni Non Governative Internazionali), LINK 2007 (Network di ONG italiane) e CIDCI (Cooperazione in Rete e il coordinamento italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale).
Sette parti che hanno firmato un protocollo di intesa finalizzato a un nuovo tipo di collaborazione pubblico, privato e terzo settore, con la missione condivisa di promuovere iniziative di sviluppo sostenibile nel continente Africano.
Enrico Maria Bagnasco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo e CEO di Sparkle, ha spiegato che l’iniziativa “si integra perfettamente nel contesto del Piano Mattei”, che è il contesto naturale per il nuovo partenariato, poiché ha una impostazione non predatoria nei confronti dei Paesi coinvolti.
Il presidente di ACRI, Giovanni Azzone, ha sottolineato che l’iniziativa è altamente innovativa: “la parola chiave è co-progettazione”. I firmatari sono tutti già coinvolti in progetti rilevanti nel continente, a partire da Confindustria Assafrica, che supporta le aziende italiane nel continente africano e nell’ambito del Piano Mattei. Ad oggi, più di 30 imprese associate ad Assafrica hanno già avviato nel continente progetti di partenariato. Cassa Depositi e Prestiti è già attiva negli investimenti con la African Development Bank, con progetti per biocarburanti in Kenya, con Elmed (lo sviluppo del cavo elettrico sottomarino tra Tunisia e Italia). ACRI, a sua volta, ha supportato progetti in Burkina Faso e Sahel.
La vera novità di questo protocollo, riprendendo le parole di Bagnasco, “rafforza il legame tra stakeholder italiani che operano nel continente”. Poiché con quello che viene definito da Tempini (CDP) “un nuovo e virtuoso modello”, o meglio una “rete”, si uniscono le forze tra le istituzioni finanziarie, le fondazioni bancarie, il settore non-profit a sfondo sociale e soprattutto con il diretto coinvolgimento delle aziende italiane tramite Assafrica, con anche il supporto di network locali tramite “l’inclusione attiva della comunità migranti” (Ndongbou, CIDCI), e tramite le associazioni delle diaspore in Italia.
In sintesi, si tratta di un accordo per unire i player italiani in Africa per portare sviluppo sostenibile e non solo, come dichiarato da Bagnasco, “Un modello innovativo che mira a generare impatti positivi a lungo termine, in cui le imprese italiane possono dare il proprio contributo mettendo a disposizione non solo tecnologie e know-how, ma anche una cultura aziendale vicina ai valori della sostenibilità, dello sviluppo locale, della formazione professionale e dell’integrazione sociale”.
Il modello prevede la formazione di un comitato dei promotori, con i rappresentanti delle parti, per delineare le linee guida e approvare il progetto del comitato organizzativo che si formerà, basandosi sui principi di inclusione, sostenibilità e co-progettazione, in una o più comunità territoriali.
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link