Per l’investitore italiano medio, le azioni americane rappresentano da anni il punto di riferimento per crescita, stabilità e innovazione. Giganti come Apple, Microsoft, Amazon e Nvidia sono diventati simboli di successo e progresso. Ma oggi, qualcosa di rilevante sta cambiando.
I mercati azionari internazionali, quelli fuori dagli Stati Uniti, stanno mostrando performance sorprendenti. Per la prima volta dopo oltre un decennio, le azioni estere stanno battendo l’indice S&P 500. E non si tratta di un’anomalia passeggera.
Chi si chiede dove investire oggi per trovare valore, rendimento e protezione dal rischio valutario dovrebbe iniziare a guardare con occhi nuovi verso ETF globali e titoli azionari non statunitensi, specialmente in un contesto di dollaro debole, flussi di capitale in uscita dagli USA e rivalutazione di mercati sottovalutati.
Perché le azioni USA non sono più l’unica risposta
Per anni, investire negli Stati Uniti è stata una scelta vincente. Le Big Tech Usa hanno dominato i mercati globali, supportate da una valuta forte e un ecosistema finanziario avanzato. Tuttavia, oggi questa concentrazione rischia di essere eccessiva.
Chi investe in fondi indicizzati sull’S&P 500 spesso non si rende conto che oltre il 30% del valore è legato a sette titoli tech. Questa esposizione massiccia, che ha spinto in alto gli indici americani, può trasformarsi in un rischio serio se anche solo uno di questi colossi entra in crisi.
Azioni internazionali: il ritorno della performance fuori dagli USA
Da inizio anno, molti mercati esteri hanno registrato performance superiori al 15%, con picchi di crescita in paesi come Corea del Sud, Giappone e Irlanda. Lo stesso non si può dire per l’S&P 500, che pur aggiornando i suoi massimi, si è fermato a una crescita intorno al 5%.
In parallelo, il dollaro ha perso valore, rendendo gli asset denominati in altre valute più interessanti e competitivi. Questo rappresenta un’opportunità concreta per l’investitore italiano, che può beneficiare di un doppio effetto: rivalutazione dei mercati esteri + effetto cambio favorevole.
Home Country Bias al contrario: l’errore di guardare solo agli Stati Uniti
Il concetto di home country bias si applica a chi investe quasi esclusivamente nel proprio paese. Ma c’è anche una forma “al contrario” che colpisce molti italiani: la dipendenza mentale dai mercati americani, quasi fossero l’unico spazio d’investimento valido.
Nel 2025, diversificare geograficamente è una necessità, non un’opzione. Gli Stati Uniti restano fondamentali, ma limitarsi a quel mercato oggi significa perdere occasioni preziose in altre aree solide e in crescita.
ETF globali: la porta d’ingresso semplice e sicura
Gli ETF globali rappresentano uno degli strumenti più efficaci e accessibili per ottenere un’esposizione geografica ampia, riducendo al tempo stesso il rischio specifico di singoli titoli o mercati.
Tra gli investitori italiani c’è ancora una scarsa conoscenza di questi strumenti, spesso associati esclusivamente a ETF settoriali o legati al solo mercato statunitense. Al contrario, esistono fondi indicizzati progettati per replicare il comportamento di centinaia di azioni internazionali, selezionate in base a criteri fondamentali e qualitativi, offrendo un’ottima combinazione tra rendimento, diversificazione e costi contenuti.
Uno degli ETF globali più interessanti oggi è FYLD, un fondo quotato negli Stati Uniti ma interamente focalizzato su azioni internazionali (esclusivamente extra-USA).
La logica di selezione si basa su un criterio chiamato “shareholder yield“, cioè la somma di tre componenti:
- Dividendi distribuiti agli azionisti
- Buyback azionari, che aumentano il valore per azione
- Riduzione del debito, che migliora la solidità dell’impresa
Questa metodologia consente di individuare aziende solide, redditizie e finanziariamente sostenibili, operanti in mercati sviluppati e regolamentati.
FYLD attualmente offre un rendimento da dividendo di circa il 6%, con una performance da inizio anno superiore al 20%. Il fondo comprende 100 società non statunitensi, con una presenza significativa in Canada, Regno Unito, Francia e Giappone.
Tra i titoli in portafoglio troviamo nomi noti come Orange, Bank of Ireland e Canadian Utilities, tutti selezionati per il loro impegno nel generare valore per gli azionisti.
L’ETF ha anche un basso costo di gestione (TER contenuto), ed è negoziabile su piattaforme italiane come Fineco, Directa, Degiro e Banca Sella o broker internazionali senza commissioni come XTB.
Chi si chiede dove investire oggi con equilibrio tra rendimento e prudenza, può considerare FYLD come una scelta pragmatica e facilmente implementabile per migliorare l’efficienza del proprio portafoglio.
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Dove investire oggi? Due titoli internazionali ad alto potenziale nel 2025
Investire direttamente in azioni internazionali può rappresentare una strategia interessante per chi ha maggiore esperienza o desidera integrare un approccio attivo alla selezione dei titoli. Ecco due società estere con un potenziale di rivalutazione significativo nei prossimi 12–24 mesi, entrambe acquistabili anche da investitori italiani tramite le principali piattaforme di trading.
BP (British Petroleum) – Energia tradizionale, visione strategica
BP, multinazionale britannica dell’energia, si trova in una fase di forte transizione strategica. Dopo anni di investimenti nel settore delle energie rinnovabili che hanno prodotto ritorni inferiori alle attese, l’azienda ha deciso di tornare a concentrarsi sul core business dell’oil & gas, migliorando significativamente la redditività.
La nomina di un nuovo CEO e la revisione del piano industriale prevedono disinvestimenti in asset non strategici, riduzione dei costi operativi e maggiore attenzione alla generazione di cassa.
Attualmente, le azioni BP (NYSE:BP) sono scambiate a circa $32, ma analisti e investitori istituzionali ritengono possibile un ritorno verso $50, con target a lungo termine fino a $80, nel caso in cui la valutazione si allinei ai multipli di competitor come Shell.
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In un contesto di inflazione elevata e dollaro debole, possedere titoli legati a materie prime rappresenta una copertura efficace contro la svalutazione monetaria.
ASML (Paesi Bassi) – Tecnologia europea con posizionamento unico
ASML è il leader mondiale nella produzione di macchine EUV (Extreme Ultraviolet Lithography), tecnologia essenziale per la produzione di semiconduttori avanzati.
La società olandese vanta:
- Margini netti superiori al 30%
- Crescita annuale a doppia cifra
- Posizione monopolistica nel segmento più avanzato della catena del valore dei chip
Con oltre l’80% dei ricavi generati al di fuori degli Stati Uniti, ASML rappresenta un esempio perfetto di azione internazionale high quality, esposta alla crescita globale dell’intelligenza artificiale, ma senza le valutazioni spesso eccessive delle Big Tech USA.
Il titolo ASML (NASDAQ:ASML) oggi quota intorno a 28 volte gli utili, lo stesso multiplo medio dell’S&P 500, ma con un potenziale di crescita molto più elevato. Per l’investitore italiano interessato a settori innovativi e solidi, ASML è una delle migliori opportunità attualmente disponibili sul mercato europeo.
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Quanta esposizione dare alle azioni internazionali nel portafoglio?
Diversificare a livello geografico è una delle regole fondamentali per costruire un portafoglio resiliente nel tempo. Molti investitori, però, sottovalutano l’importanza di bilanciare correttamente la presenza di azioni internazionali, limitandosi spesso a pochi ETF americani o fondi domestici.
L’approccio corretto alla diversificazione geografica
Oggi, il mercato statunitense rappresenta circa il 60% della capitalizzazione azionaria globale. Un’allocazione coerente dovrebbe prevedere quindi almeno il 40% del portafoglio azionario investito fuori dagli USA.
Per un investitore italiano, questo significa:
- Evitare una sovraesposizione alle azioni statunitensi solo perché “famose”
- Integrare ETF globali o azioni internazionali con fondamentali solidi
- Considerare la componente valutaria come fattore strategico: un euro forte può favorire gli acquisti all’estero, mentre un dollaro debole può premiare la detenzione di asset non americani
Chi ha un approccio più tattico e segue attivamente i mercati può sovrappesare temporaneamente le azioni internazionali in questa fase di rotazione settoriale e di rivalutazione delle economie non USA.
In definitiva, almeno il 30% del portafoglio azionario dovrebbe essere dedicato ad azioni internazionali, salendo anche al 50% in fase ciclica favorevole o per chi cerca maggiore diversificazione valutaria e geografica.
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