Secondo i dati Apa, l’Associazione produttori audiovisivi, lo sviluppo stimato del settore per il 2024 è di un miliardo (al netto delle produzioni cinematografiche). Il traino viene dalla fiction con 56 titol
Il settore audiovisivo italiano? Sta bene, anzi benissimo, in controtendenza rispetto al rallentamento di altri comparti economici. Il quadro che emerge dai dati dell’Apa, l’Associazione produttori audiovisivi, presentati qui in anteprima, è quello di un settore che sta raccogliendo i frutti degli sforzi fatti negli ultimi anni, in termini soprattutto di investimenti. La crescita stimata del settore per il 2024 è di quasi il 10% per un valore complessivo delle produzioni (al netto di quelle cinematografiche, non comprese all’interno dei dati Apa) di circa un miliardo.
Sottolinea Chiara Sbarigia, presidente dell’associazione: «Oltre alle produzioni è cresciuta anche la pubblicità, sia per lo Svod (acronimo di Subscription video on demand, un modello di business per la distribuzione di contenuti video tramite abbonamento, ndr.), sia per la tv lineare. Il che, dal nostro punto di vista, vuol dire che questo settore fornisce un prodotto interessante per gli investitori». La tv lineare, nello specifico, ha registrato un incremento della pubblicità del 7% sul 2023.
«A sostenere questa traiettoria — dice Sbarigia — c’è una produzione sempre più orientata alla qualità: il 2024 segna un passaggio netto da un sistema demand-driven a un sistema product-driven, con una crescente varietà di titoli, generi e formati».
I format
Il formato però con una crescita maggiore dei contenuti, è quello della serialità che ha prodotto 56 titoli per 556 ore complessive: «A trainare le serie, e i budget per la loro produzione, sono state le grandi produzioni internazionali — precisa Sbarigia —, dal Gattopardo a M. il figlio del secolo o L’amica geniale. La quinta stagione di Mare Fuori (prodotta da Picomedia in collaborazione con Rai Fiction), trasmessa dal 26 marzo al 7 maggio 2025, rappresenta una conferma del successo nel panorama televisivo e digitale italiano. La serie ha raggiunto una Total Audience superiore a 5,1 milioni di spettatori per episodio, combinando ascolti televisivi e fruizione online».
Un caso di grande rilievo è quello de Il Commissario Montalbano – produzione Palomar – che ha segnato profondamente la storia della fiction italiana. Con 37 prime serate su Rai 1 e uno share medio superiore al 34%, la serie ha raccolto una media di oltre 9 milioni di spettatori per episodio. A questi si aggiungono 223 repliche, che hanno mantenuto un’audience media superiore ai 5 milioni.
Altri esempi sono il successo che arrivano dai piccoli e medi produttori italiani sono Lolita Lobosco (prodotta da Bibi Film), Mina Settembre (prodotta da Italian International Film) e il Paradiso delle Signore (prodotto da Aurora Tv Banijay).
Altro fondamentale settore è quello dei contenuti unscripted, quelli senza una vera e propria sceneggiatura: dal reality al documentario, dai quiz ai talent, dal talk show ai programmi di cucina, un settore che riguarda sia le tv lineari sia le piattaforme Ott. Come sottolineano i dati Apa, le produzioni unscripted sulle reti lineari hanno prodotto 824 contenuti, registrando una crescita rispetto alla stagione precedente del 6%.
L’occupazione
Anche sul fronte occupazionale il comparto ha raggiunto dimensioni significative: in totale, si contano oltre 120.000 addetti. Il 44,8% degli occupati lavora in grandi realtà industriali, ma si rafforzano anche le medie imprese (+21,5% nel 2022) e le collaborazioni tra grandi e piccoli produttori. «L’audiovisivo italiano è una vera e propria industria culturale strategica — conferma la presidente Apa —, capace di generare valore economico, occupazione qualificata, promozione del territorio e attrattività internazionale. In un contesto globale sempre più competitivo, preservare e rafforzare l’equilibrio tra grandi gruppi e piccole produzioni è oggi cruciale per garantirne la sostenibilità a lungo termine».
Un esempio emblematico è il ruolo di Fremantle, che nel 2024 ha investito quasi 400 milioni di euro, generando oltre 100.000 buste paga e sostenendo quasi 30 film di piccoli medi produttori. Molte società di produzione, come la Lux Vide e la Cross Productions investono in under 35 sia nelle risorse di set che in autori, registi e talent, contribuendo ad inserire molti giovani nel sistema. «Sul versante dell’animazione — ricorda Sbarigia —, la Rainbow rappresenta una delle realtà più dinamiche e innovative. Nel 2024, la società ha investito complessivamente 9,4 milioni di euro in immobilizzazioni immateriali, focalizzandosi sia sui diritti immateriali sia su nuove produzioni in sviluppo».
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